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www.ildialogo.org Lettera di Pasqua 2017,di p. Giuseppe Franzelli, vescovo di Lira (Uganda)

Lettera di Pasqua 2017

di p. Giuseppe Franzelli, vescovo di Lira (Uganda)

Lira, Pasqua 2017
Carissimi,
Buona Pasqua! “Buona” come? Come la prima, la vera Pasqua del Signore Gesù risorto dai morti. E’ questa la Pasqua che celebriamo ogni anno, lasciandoci immergere nel mistero sempre nuovo ed attuale della sua passione, morte e risurrezione. Il resto - la colomba, i regali, il pranzo, lo spumante... ecc. – sono cose di contorno, nate per sottolineare appunto l’importanza della festa vera, ed è un peccato che spesso riescano invece a concentrare la nostra attenzione facendoci distogliere la mente e il cuore dal centro, l’origine e causa della nostra gioia: la risurrezione di Gesù che vince il nostro peccato e la morte e ci dona una vita nuova, che non finira’ mai e non si misura col numero degli anni.
Per me gli anni sono già 75, e il mese scorso ho compiuto anche 50 anni di sacerdozio. Qui, a parte alcuni comboniani, non se n’è accorto nessuno, per cui ho vissuto questi giorni senza tante feste lavorando come sempre e ringraziando in cuor mio il Signore per la sua incredibile pazienza e bontà con cui mi ha accompagnato nel mio cammino. Recentemente sono stato a Kalongo, in occasione del 30mo anniversario della morte del servo di Dio P. Giuseppe Ambrosoli, medico e missionario comboniano. Il viaggio mi ha offerto un prezioso momento di riflessione sul significato profondo della mia vita, con uno sguardo sui 75 anni passati e su quelli che il Signore vorrà ancora regalarmi. “Dio è amore e io sono il suo servitore per la gente che soffre”. Queste parole sulla tomba di P. Ambrosoli riassumono non solo la sua vita ma ricordano a me e a tutti che ciò che importa, vale e resta nella nostra vita è davvero solo l’amore, ricevuto da Dio e condiviso con gli altri, specialmente i fratelli più poveri.
In questi giorni, qualcuno mi ha chiesto: “E’ questa la tua ultima Pasqua a Lira?” E’ probabile, possibile, ma non è sicuro al cento per cento. E non è’ esclusa neppure la possibilita’ sia pure remota che l’anno prossimo mi trovi ancora qui... per l’ultima volta. A questo proposito vi confesso una cosa. Questa storia delle dimissioni che ogni vescovo è invitato a dare quando raggiunge i 75 anni - una legge saggia che cerca di salvaguardare il bene di una diocesi impedendo che venga eventualmente indebolita o paralizzata da un pastore acciaccato e non più in grado di rispondere ai bisogni della gente - in realtà ha anche dei risvolti piuttosto....intriganti. Cosí, non è solo la gente che ogni tanto mi domanda, spesso con ansia “Fino a quando puoi rimanere con noi? Quando devi partire?”, ma io stesso mi sorprendo a volte a chiedermi: “Sarà questa l’ultima volta che visito questa comunità, che celebro questa festa? “
Uno scrittore spirituale (o un santo?) di cui per mia vergogna non ricordo il nome, raccomandava a un sacerdote: “Celebra ogni giorno la Messa come se fosse la prima e l’ultima della tua vita”. Da giovane mi sembrava che la cosa avesse un tono un pochino negativo, quasi a voler incutere il timore della morte che può certamente arrivare ad ogni momento. Ora guardo a questo detto in modo diverso, come l’invito a vivere con intensità e pienezza il momento presente, qualunque cosa, piccola o grande che sono chiamato a fare, qualunque situazione facile o difficile che mi viene chiesto di vivere ed affrontare.
In questo periodo dunque ho vissuto e vivo la mia vita con semplicità, cercando ogni giorno di fare al meglio ciò che devo e posso e lasciando il resto, anzi tutto – passato, presente e futuro - nelle mani di Dio. “In manus tuas”, come dice il mio motto episcopale, ripetendo le parole di Gesu’ sulla croce.
Il contesto della mia vita e servizio missionario è quello di sempre. Come altri paesi in Africa, l’Uganda presenta aspetti contradditori: indubbi progressi in vari campi assieme al crescente divario fra una minoranza di ricchi sempre più ricchi – il 10% che possiede il 35,7% delle risorse nazionali - e una stragrande maggioranza, il 90%, che si divide il 64,3%, e diventa sempre più povera. Un paese in cui, per citare un altro esempio, ogni anno muoiono di malaria dai 70.000 ai 100.000 bambini, un numero ben maggiore delle vittime dell’HIV/Aids. Di fatto, l’Uganda occupa il terzo posto in Africa e il sesto nel mondo per il numero di casi di malaria.
Anche la vita della Chiesa nella diocesi di Lira segna dei passi in avanti, con alcune battute d’arresto e purtroppo anche dei passi indietro. Affido alla vostra preghiera uno di questi, che mi fa particolarmente soffrire: quest’anno a Lira la “via crucis ecumenica”, che riuniva cattolici, ortodossi e protestanti in un’unica processione attraverso la città, si fara’ senza la partecipazione dei protestanti. E’ il segno di una ferita che resta aperta nel corpo di Cristo... Nella lettera di Natale accennavo all’episodio in cui un gruppo di “ignoti” ha demolito e raso al suolo i muri della casa di un nostro catechista. Recentemente, in un’altra zona, il vescovo protestante ci ha impedito di teminare il lavoro e mettere il tetto su una nostra cappella. I cattolici sono arrabbiati e non si sentono di pregare e andare in processione con chi ci sta facendo la guerra. E’ triste, ma non posso forzare i fedeli a partecipare a ciò che molti di loro ritengono una falsa manifestazione di unità, che non corrisponde a ciò che sta accadendo in realtà nella vita di ogni giorno. Perdonaci, Signore, Tu che sei morto in croce per unirci e fare di noi tutti un solo popolo!
Naturalmente, accanto alle difficoltà il Signore non manca di farmi toccare con mano le piccole “grandi cose” che sta compiendo ogni giorno per il suo popolo. Mi manca semplicemente lo spazio per raccontarle. Cosí pure non è che il fatto di aver rassegnato le dimissioni mi abbia trasformato in un “vescovo in disarmo”, che attende solo di essere sostituito. Oltre alle normali iniziative in corso, proprio in questi giorni abbiamo iniziato la costruzione di una cappella che faccia da corona e centro d’ispirazione a tutti coloro che lavorano negli uffici diocesani. E c’è tutto un fermento di attività in vista della celebrazione, l’anno prossimo, del 50mo anniversario della Diocesi di Lira, eretta appunto nel lontano 12 Luglio 1968.
Il giorno di Pasqua, io in cattedrale e tutti i sacerdoti nelle varie parrocchie lanceremo appunto il cammino di preparazione per questo evento, attraverso un piano di rinnovamento spirituale e pastorale ai vari livelli, dalle famiglie alle piccole comunità di base, alle cappelle e parrocchie. Simbolo esterno di tale rinnovamento sarà l’estensione della cattedrale, divenuta troppo piccola e bisognosa di riparazioni. Infine, a nome della conferenza episcopale, ultimamente sono riuscito riuscito a far chiedere al governo l’autorizzazione per una televisione cattolica nazionale e probabilmente altre a livello regionale. Come vedete, non è il lavoro che manca, ma piuttosto la pazienza e .... purtroppo, anche i soldi! Pregate perché non mi manchi ciò che è necessario a realizzare il Suo piano.
Altri progetti rimarranno invece sogni nel cassetto... Ci penserà il mio successore, se Dio vorrà. Il Buon Dio non ci chiede mai di sostituirlo e fare tutto, ma solo ciò che ci è possibile fare. L’importante è sforzarci di fare come Gesù: vivere in pienezza ogni giorno e amare “fino alla fine....”.
Carissimi, stavolta ho dato meno spazio alle cose che sto facendo, riflettendo invece sul come sto vivendo questo momento importante di transizione nella mia vita e servizio missionario. Spero non vi dispiaccia. Sento infatti che è proprio in questa situazione che mi è chiesto di vivere quest’anno la mia Pasqua. Auguratemi e pregate che la viva con pienezza, senza riserve.
Quanto a voi, anche se non conosco la situazione personale di ognuno a questo punto del vostro cammino, sono convinto che è proprio lí, nella vostra presente situazione, con le sue gioie e difficoltà, che il Signore chiede anche a voi di fare Pasqua con Lui, di accogliere il suo Passaggio e presenza liberatrice sul vostro cammino, il soffio e dono di una vita “nuova”, qualcosa che cresce e porta frutti di amore e speranza per voi e per chi vi circonda. Auguriamoci allora a vicenda una Buona e Vera Pasqua, e che il Signore ci benedica tutti!
P. Giuseppe
PS. Come ogni anno, mi permetto di ricordarvi che un modo semplice ed efficace di aiutarmi e sostenere iniziative e progetti della diocesi di Lira, è la scelta di destinare il 5 x 1000 all’Associazione Onlus Due Mani, indicando sull’apposito modulo: Associazione Onlus Due Mani CF 98158150171. Ringrazio e incoraggio a continuare quanti hanno già fatto questa scelta e spero che altri vogliano aderire e fare lo stesso.
Per informazioni e invio di offerte a “Due Mani”: tel. 030 7090411 o cell. 349 66 06 045 GRAZIE!



Sabato 22 Aprile,2017 Ore: 19:25
 
 
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