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www.ildialogo.org 1974-85 NATALE IN MOZAMBICO E LA LIBERTÀ RELIGIOSA.,di franco e teresa Masoli

1974-85 NATALE IN MOZAMBICO E LA LIBERTÀ RELIGIOSA.

di franco e teresa Masoli

Il 25 aprile del 1974 l’esercito portoghese armato di garofani sulle bocche dei fucili, scrive una nuova pagina di storia. Finisce la dittatura iniziata da Salazar e terminata con Gaetano.
Finiscono le colonie portoghesi e in Mozambico, nel settembre successivo, si fanno gli Accordi di Lusaka, dando inizio ad un periodo di transizione che culminerà il 25 giugno del 1975 con la dichiarazione dell’indipendenza.
I guerriglieri del FRELIMO assumono il potere e firmano la Costituzione in cui si afferma, con l’articolo 33, la libertà religiosa. Niente di più falso!
Si nazionalizzano le Missioni con le loro chiese, ospedali e scuole. Proibito trovarsi per pregare. In zona Boroma, nella provincia di Tete, con il padre Valentino costruiamo alcune capanne-scuola con permessi ufficiali (più o meno). Lì, in clandestinità, celebreremo le nostre funzioni religiose e aiuteremo gli ammalati del territorio.
La gente ha paura e la chiesa, già prima della nazionalizzazione, resta vuota: da un migliaio di persone che frequentavano, ci troviamo in 4 ed esattamente io, la suora, il calzolaio e il cieco Silvestre. Dopo la nazionalizzazione ci si trova di nascosto. Silvestre, a suo rischio, farà il catechismo a casa sua, con grandi e incredibili risultati. Nel frattempo inizia la guerra civile tra Frelimo e Renamo che terminerà nel 1992.
Nel 1979 passo alla Missione di Songo come nuovo parroco e il giorno della mia entrata c’è una grande folla davanti alla chiesa. Gioisco per l’accoglienza riservatami, ma trovo davanti alla porta il governatore che sta spiegando alla gente che la chiesa viene nazionalizzata e trasformata in dormitorio per le ragazze della scuola e che può essere usato anche come sala da ballo. Una entrata poco gloriosa la mia, neanche il tempo di cominciare!
Posso usare la casa della ormai ex missione, ma ben presto me la toglieranno e andrò a vivere in una casa in affitto e di proprietà dello stato. Da lì mi manderanno via perché risulta essere la casa di un privato. Ne prendo un’altra sempre pagando l’affitto alle autorità politiche.
Il natale lo celebriamo insieme alle suore spagnole a casa del Padre Marchesini, dehoniano e medico di Songo. Di nascosto e soli.
Approfittiamo io e Teresa per andare al villaggio di Bucha, dove l’incaricato politico che deve vegliare perché non ci siano azioni contro il bene del popolo, per esempio le celebrazioni religiose, in realtà è cristiano e nostro amico e quindi ci avvisa se arriva qualcuno del partito. La chiesa è una capanna fatta di pali ed erba. I sedili sono dei tronchi appoggiati al suolo.
Mentre confesso, Teresa, che è infermiera, cura gli ammalati che arrivano con la malaria e con ferite tropicali, tipiche delle zone dove la fame è di casa.
Il secondo anno a Songo, riusciamo a farci imprestare una casa dalla HCB (Hidroelectrica Cahora Basa) che è la costruttrice della diga. Ci riuniamo per celebrare il Natale con molta più gente del previsto e a mezzanotte siamo sui 40 gradi di temperatura. Troppo caldo e decidiamo di celebrare in cortile la venuta del Figlio di Dio. Senza freddo e senza neve.
Tesso trame per avere un’officina meccanica abbandonata e mezzo distrutta per farne un luogo di culto. Riesco inaspettatamente ad avere i permessi necessari ed eccezionali per quel periodo. Fratel Andrea Morganti, comboniano, dirige i lavori e dentro di un anno abbiamo la chiesa.
Il 1983, viene ricordato dagli annali come l’anno senza pioggia con conseguenti fame, miseria e malattie. Nel periodo natalizio vado per due mesi in Italia e la celebrazione del Natale viene organizzata da Teresa e Marques, un cristiano impegnatissimo, che riescono a smuovere la comunità per un presepio vivente. La chiesa è stracolma e questo infastidisce il segretario ideologico del partito. La coppia Giuseppe e Maria si coccolano il piccolo Gesù appena arrivato a rallegrare i genitori e gli atri 4 figli.
Un autentico presepio vissuto dalla comunità come un momento di libertà e pace.



Mercoledì 14 Dicembre,2016 Ore: 15:07
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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