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www.ildialogo.org DIACONATO  AL FEMMINILE,di Ernesto Miragoli

DIACONATO  AL FEMMINILE

di Ernesto Miragoli

La comunicazione di papa Francesco che, quasi en passant, ha parlato di possibilità di conferire l’ordine del diaconato anche alla persona umana di sesso femminile ha suscitato un vespaio simile a quella delle dimissioni di papa Benedetto ed a quella dell’annuncio di un nuovo concilio ecumenico da parte di papa Giovanni.
Se qualcuno cerca la prova provata che lo Spirito, nella Chiesa, soffia dove vuole, quando vuole e come vuole gli bastano questi tre episodi che si snodano nell’arco di 55 anni che per un mortale sono tantissimi, ma per la Storia sono una manciata di giorni e per Dio sono 5 minuti e mezzo.
Il resto? Il resto è normale amministrazione del più vasto ente religioso diffuso sul pianeta Terra.
Il lancio del diaconato femminile potrebbe essere considerato un’apertura ad una riflessione più ampia sui ministeri nella Chiesa, ma potrebbe essere considerato anche il punto fermo messo da questo pontificato alla riflessione stessa: più di così non si va. Il sacerdozio cattolico rimane maschile e, per quanto riguarda la chiesa romana d’Occidente, assolutamente celibe.
Quale delle due ipotesi è valida?
Tifo per la prima perché il card. Kasper, interpellato in proposito, ha detto che fino a qui si può arrivare, oltre no.
Kasper, si sa, è considerato un cardinale progressista, molto vicino a papa Francesco che, qualche giorno dopo la sua elezione, ha detto che gli ha fatto molto bene leggere il libro “Misericordia” che lo stesso cardinale gli ha donato durante i giorni di preparazione del Conclave e coopta spesso questo cardinale ottuagenario – ma pimpante ed in ottima salute – in commissioni pontificie nevralgiche come quella preparatoria del Sinodo sulla famiglia.
E non sono per nulla soddisfatto.
Potrei accontentarmi del bicchiere mezzo pieno e considerare il fatto che il conferimento dell’ordine del diaconato ad una donna sia un primo passo verso un futuro in cui la ministerialità ecclesiale sia considerata più servizio e meno sacralità e sia ascritta nella più ampia visione della persona umana come tale creata da Dio in cui la sessualità è un dettaglio funzionale naturale e non elemento discriminante per il servizio ministeriale della Parola e del Pane di Vita.
Ma non mi accontento perché temo che i progressisti siano speculari ai conservatori: entrambi non mirano mai al bene comune, ma al proprio bene che – sostanzialmente – non è altro che la propria filosofia o teologia alle quali sono attaccati come la cozza al proprio guscio.
Ma temo ancor di più un’altra cosa: che la persona umana che si declina al femminile si ritenga soddisfatta e configuri questo evento come una conquista sociale ecclesiale sedendosi definitivamente sulla poltrona dorata del diaconato ed inserendosi nel sistema senza più la voglia di continuare la riflessione teologica che deve fatalmente sfociare in una considerazione più ampia del ministero sacerdotale che va inteso come servizio della persona (maschio o femmina, non importa) alla persona che crede nel messaggio cristiano e ha bisogno di essere accompagnata quotidianamente verso la Parola vissuta e nutrita del Pane di Vita.
Ernesto Miragoli
e-mail miragoli@hotmail.it



Mercoledì 18 Maggio,2016 Ore: 22:51
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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