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www.ildialogo.org La sinodalità (camminare insieme) ha i suoi tempi.,di Gianni Gennari

La sinodalità (camminare insieme) ha i suoi tempi.

di Gianni Gennari

“Ut unum sint” ancora lontano, ma si cammina: venerdì a Cuba Francesco incontra il patriarca di Mosca Kirill.


Ricordo: nel 1977 da noi, dopo il referendum del 1974 ed elezioni di crisi per la Dc, Enrico Berlinguer proponeva il “compromesso storico”. Ero in contatto, da prete e teologo, con Antonio Tatò, suo segretario personale, e nell’autunno del 1976 il vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi aveva scritto una lettera pubblica a Berlinguer: dialogo e fraterna apertura, esempio di “Chiesa in uscita”. Berlinguer stava valutando la possibilità di una risposta al vescovo Bettazzi, che venne nel settembre successivo, dopo un evento a sorpresa. A Mosca nella primavera 1977 ci fu Convegno mondiale di tutte le religioni, mai avvenuto altrove. Inviti del Patriarcato e appoggio del Governo, allora presieduto da Breznev. Con tanto di biglietto del Patriarcato tramite Tatò giunse anche a me l’invito ufficiale e ne informai il cardinale Poletti mio ordinario: mi sconsigliava la partecipazione, ma non volle che motivassi la mia decisione con l’obbedienza a lui. Risposi che sarei andato e al ritorno avrei riferito. Previsti una decina di giorni, tra Convegno a Mosca e trasferta a Leningrado, con la guida del Ministro del Culto, allora Vladimir Kuroedov, e la compresenza del Patriarcato, allora guidato da Pimen. Si partì ai primi di giugno: 30 persone sorvegliatissime, guidate da inflessibili “ciceroni” che controllavano ogni cosa anche in albergo, il celebre Rossja…Tra noi il gesuita padre Antonio Dall’Olio, direttore dell’Istituto Stensen di Firenze, noto per il dialogo con l’Oriente, padre Umberto Vivarelli, discepolo di don Mazzolari, Giovanni Franzoni e Roberto Sardelli, l'on. Lazzari, un ex sindaco di Firenze seguace di La Pira e Franco Leonori che aveva fondato l’Agenzia Adista. Incontri, rinfreschi con caviale e altre squisitezze, visite a santuari e a fabbriche, e all’inizio tre mattinate in un grande teatro con migliaia di presenze, invitati di tutte le religioni e pubblico plaudente, tra felicitazioni per l’iniziativa, elogi del segretario Breznev e interventi programmati degli ospiti, segni di progresso e libertà… Solennissimo in prima fila il patriarca Pimen, tutto bianco con accanto il metropolita Nikodim, colui che mesi dopo – settembre 1978 – avrà la sorte di morire in Vaticano invocando il nome di Gesù tra le braccia di Papa Giovanni Paolo I. Accanto a Nikodim un altro prelato, giovane, che manteneva i contatti con giornalisti ed ospiti.
All’arrivo ci era stata data una guida al Convegno e un
libretto del ministro Kuroedov: “La liberté religieuse en Urss, aujourd’ui”. Cento pagine di dichiarazioni – Leonid di Mosca, Tatiana di Leningrado e simili – tutte concordi: "Da noi libertà di religione totale! “Liberissimi di credere e celebrare, grazie alla cura del nostro Segretario” e così via…Nei primi due giorni anche una visita molto bella al santuario di Zagorsk.
Il mio intervento era previsto per la mattina del 7 giugno, e per puro caso sulla “Pravda” in francese c’era il testo della nuova Costituzione voluta da Breznev. La comprai. Ai nn. 51 e 52 libertà di culto assicurata nei luoghi sacri, ma ovunque proibita ogni attività di “propaganda religiosa”, e prevista ovunque forte propaganda pubblica antireligiosa…
Invitandomi ad intervenire il conduttore suggerì che da un teologo e professore a Roma poteva attendersi anche l’uso della lingua della Chiesa di Roma, il latino. Invito accolto, ma subito
mi accorsi che le traduzioni erano solo per francese, inglese e spagnolo, e quindi in francese dissi la mia gioia per la comunicazione tra tutti, ma anche che avendo letto poco prima la nuova Costituzione, che avevo tra le mani con quel libretto del ministro così fatuo mi auguravo che mentre noi in Italia speravamo una società un po’ più “socialista”, ma dal volto umano, loro lì dovevano realizzare una società meno antireligiosa e più libera per le coscienze di tutti.
Gelo immediato, in sala…Tra i giornalisti corrispondenti da Mosca c’era Livio Zanotti de "La Stampa" e quella sera con coraggio volle alcuni di noi in casa, nel palazzone destinato ai giornalisti esteri. Da noi oltre “La Stampa” ne scrissero anche “L’Unità” e “L’Unione Sarda”.
Ma l’intervento del mattino fu fatale: il giorno dopo tutta la delegazione italiana fu rimandata a Roma! I miei colleghi non ne furono contenti, ma forse ne furono contenti altri…Accadde infatti che alla prima occasione di rinfresco tra aranciate e tartine al caviale, in mezzo alla folla davanti ai tavoli, mi si avvicinò un prelato, il responsabile del Patriarcato per le relazioni esterne con la stampa, e passandomi accanto mi sussurrò all’orecchio: «Merci, au nom du Patriarcat!». Era l’allora trentunenne Kirill!
Un cammino di questi 39 anni: sinodalità anche ecumenica. I discepoli in greco biblico si dicono “seguaci”, e il verbo “akolouthéo” indica il mettere i piedi nelle stesse orme del Maestro. Ora quell’orma è a Cuba. E “camminando si apre cammino”.
Gianni Gennari



Domenica 14 Febbraio,2016 Ore: 10:27
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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