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www.ildialogo.org LOREFICE NUOVO ARCIVESCOVO DI PALERMO: COSA LO ASPETTA ?,

LOREFICE NUOVO ARCIVESCOVO DI PALERMO: COSA LO ASPETTA ?

Riprendiamo questo articolo, su segnazione dell'autore, che ringraziamo, dal suo blog www.augustocavadi.com
  “Repubblica – Palermo” 28.10.2015
IL MESSAGGIO DI FRANCESCO
    Papa Francesco ne ha combinate un’altra delle sue. Alla cattedra episcopale più prestigiosa e ambita della Sicilia ha nominato non uno dei numerosi vescovi che, più o meno espressamente, vi aspiravano, bensì un semplice parroco di provincia. Quasi sconosciuto nella zona occidentale, è noto per la sua attenzione ai poveri e per la sua ammirazione nei confronti della persona e dell’opera di don Pino Puglisi.
  Il segnale conferma due direttive dell’attuale pontificato: che aver fede significa non tanto difendere dogmi e dottrine teologiche più o meno accreditate in Vaticano, quanto riattualizzare l’annunzio di liberazione di Gesù di Nazareth rivolto a tutti e a tutte, agli impoveriti della terra in maniera prioritaria. Inoltre, e conseguentemente, che il pastore deve essere prima di tutto ed essenzialmente un cuore sensibile, non un abile diplomatico o un fedele burocrate del sacro.
   Tuttavia è lecito sperare che il nuovo arcivescovo sia puro come una colomba ma astuto come un serpente: perché la diocesi che viene a guidare non è per nulla un soggiorno turistico. Negli anni del dopoguerra il cardinale Ernesto Ruffini la resse con guanto di ferro, facendo molte cose buone sul piano sociale e molti disastri sul piano della commistione fra potere religioso e potere politico. Subito dopo il papa nominò arcivescovo di Palermo il cardinale Francesco Carpino, un ecclesiastico mite proveniente anche lui della provincia di Siracusa (la Sicilia “babba”). Lo conobbi abbastanza da vicino. Dopo soli tre anni si dimise. Confidò agli amici: “I preti di Palermo mi stavano uccidendo lentamente. Il papa ha insisitito, ma non ce l’ho fatta a resistere alle tensioni”.
   Poi lo sostituì Salvatore Pappalardo che – a modo suo - provò a gestire la difficile situazione della diocesi: ma i cambiamenti di immagine risultarono molto più eclatanti delle modifiche di sostanza.  Dopo il vescovo di “Sagunto assediata mentre a Roma si chiacchiera”, si sono succeduti Di Giorgi prima e Romeo dopo: due personaggi di cui sarà difficile ricordare qualcosa di particolarmente brutto o di eminentemente bello.
   Monsignor Lorefice, se ha accettato l’incarico, sa che non sarà una passeggiata. C’è da augurarsi che la parte migliore del cattolicesimo palermitano, in sintonia con la parte più civile della cittadinanza, non lo lasci solo nell’inevitabile scontro che lo attende con la mafia dentro e fuori la Chiesa di Dio che è in Palermo.
Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com



Venerdì 30 Ottobre,2015 Ore: 21:56
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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