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www.ildialogo.org Il tramonto di un sogno,di Mario Mariotti

Il tramonto di un sogno

di Mario Mariotti

Caro papa Francesco, che tristezza ..... Che tristezza il vedere che tu, di Francesco, del Santo, non hai saputo cogliere il sogno, sogno di una fratellanza universale di una società senza servi e senza padroni, dove ognuno contribuisce al bene comune secondo i propri talenti, tutto é di tutti, la ricchezza è un negativo, ognuno riceve dagli altri il necessario e la gioia! Perché io ti faccio questo discorso? Perché mi dicono che tu abbia contribuito al riavvicinamento fra gli USA e Cuba, i primi promotori a livello mondiale del servizio a mammona, e la seconda, cuba, ultimo isolotto di un'utopia della fratellanza che fino ad oggi ha miracolosamente resistito alla globalizzazione del pensiero unico neoliberista.
Oggi, dopo 56 anni, la bandiera americana torna a sventolare all'Avana; forse, contemporaneamente, quella cubana sventolerà a Woscington o a New York. Ma, secondo te, caro Papa, fra vent'anni avremo mai la fortuna di vedere la conversione degli USA al socialismo, o non dovremo purtroppo assistere a quella di Cuba al capitalismo?
Fino ad oggi in quest'ultimo Paese, il socialismo aveva dato dei frutti rari e preziosi, sui quali l'Occidente ha sempre sputato, ma che a San Francesco sarebbero piaciuti moltissimo: una povertà dignitosa per tutti, nessuna presenza di meninos da rua e di favelas di disperati, scuola e sanità gratuite e di eccellenza per tutti; lavoro accessibile a tutti età media della vita superiore a quella degli Stati Uniti maggior rispetto dell’ecosistema-Terra dovuto alla scarsa industrializzazione, all'assenza di mezzi di trasporto privati, ed al livello più basso dei consumi. É solo il socialismo infatti che dà spazio agli ultimi, che permette l'uso del pronome "tutti", il quale pronome è strutturalmente sconosciuto al capitalismo, perché esso sancisce sempre la divisione rìcchi-poveri, sfruttatori e sfruttati, inclusi ed esclusi dal sistema.
Adesso la musica é quella che, finalmente anche a Cuba arriverà la democrazia, ma questo enunciato è il frutto della nostra cultura distorta, che ha accettato i dogmi del mercato, della competizione, della libertà per i ricchi di usare tutto e tutti per il proprio privato profitto.
La libertà di pensiero, di parola e di stampa, le nostre libertà democratiche, non mettono in conto la precondizione necessaria alla vera libertà, e cioè quella dal bisogno, la quale, lei sola, rende praticabili le altre libertà, e invece, a Cuba, almeno il necessario veniva garantito a tutti.
Io vedo già il domani: Mammona pian piano conquisterà i cuori delle nuove generazioni; i difensori del socialismo, coloro che l'avevano conquistato e fatto funzionare ormai sono vecchi, Cuba alla fine tornerà ad essere quello che era al tempo del dittatore Battista: un esotico casino
a disposizione degli USA, saturo di prostituzione, gioco d'azzardo, spaccio ed uso di droga, intrallazzi, corruzione.
Eppure lo dovremmo aver capito tutti che il futuro del Pianeta o sarà "cubano", o non avremo futuro, perché l'ecosistema-Terra non reggerà ancora per molto il livello di consumi, di rapina e di inquinamento del modello americano che si va globalizzando anche in Cina, india, Russia e Brasile. E i cristiani l'avrebbero dovuto capire per primi; e tu, Francesco, il primo di loro, soprattutto per il nome...che avevi scelto e che avrebbe dovuto indicare la direzione del tuo pontificato: il ritorno al "Beati i poveri per scelta" del Discorso della Montagna.
E invece no. La Chiesa continua a far appello al soggettivo, alla carità, alle opere pie, al volontariato; e ben si guarda dalla pronuncia della condanna dello strutturale maligno, quel "beati gli indefinitamente ricchi" che è il primo comandamento di sua maestà mammona.
Non lo condanna e non ne dice il nome, e questo perché, purtroppo, essa è compromessa con lui, ne fa parte, lo ha favorito e continua a farlo. E così la macchina che genera la sofferenza e l'emarginazione dei poveri continua il suo lavoro maligno; fra poco si insedierà anche a Cuba, e la religione servirà solo a mitigarne una parte degli effetti, che diventeranno ..sempre più strategici, coi ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri e disperati. . ..
Purtroppo, papa Francesco, non sei all'altezza del nome che hai scelto; Benedetto XVI ha rinunciato al pontificato; tu rinuncia al tuo nome e torna a Benedetto.
L'"ora et labora" va benissimo al capitalismo: i ricchi diventano sempre più ricchi sfruttando il "labora" dei poveri; ai poveri resta l'"ora", il pregare, per poter conservare il lavoro; i poveri, come è stato fatto dire al Signore rovesciando completamente il suo pensiero ed il suo progetto, li avremo sempre. con noi, per l'eternità. .
Ed il "Labora e cumdivide?” Ancora lontano anni-luce......
Mario Mariotti



Domenica 11 Ottobre,2015 Ore: 10:19
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Prof.Bellerate Rocca di Papa (RM) 14/10/2015 12.10
Titolo:Prudenza...
Caro amico, condivido molte delle sue osservazioni, ma non il suo pessimismo di fondo e, ancor meno, l'attribuzione di tutto al...povro Bergoglio. E' mai possibile che un nuovo Ercole possa farsi carico del mondo intero? Non lo credo proprio...: la storia (in questo caso,) insegna! Cordiali saluti.

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La chiesa di Papa Francesco

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