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www.ildialogo.org LA NONNINA SOLIDALE E IL CURATO POPULISTA,di Carlo Castellini

LA NONNINA SOLIDALE E IL CURATO POPULISTA

di Carlo Castellini

Mi ha commosso non poco la notizia della nonnina padovana, che di fronte all'ennessima tragedia degli immigrati che affondano nel Mare Nostrum ( ormai Monstrum e Cimitero), è mossa a pieta'; e cede la sua abitazione-villetta per dare ospitalità ai nuovi rifugiati immigrati che sono riusciti a salvarsi.
Per fortuna esiste ancora qualcuno che ha il coraggio di navigare contro corrente: e non pensa a sbraitare e indignarsi e non invoca la velenosa e indecente Bossi-Fini per tenere le distanze e allontanare il “nemico “ dall'Italia. Da quale pulpito viene la “lezione”? Verrebbe voglia di chiosare. Questa la cronaca nazionale.
A me invece è capitato un episodio del tutto diverso e specularmente significativo. Una sera di questo mese, ho preso la parola in una chiesa di comunità, all'immediata periferia di Brescia, in l'occasione della chiusura dei Centri di Ascolto della Parola, dedicata quest'anno al Vangelo di Marco, commentato con un gruppetto di sei persone, tre uomini e tre donne.
Ogni gruppo, tramite il proprio portavoce, aveva espresso il senso del proprio cammino e aveva fornito una propria valutazione sulla positività di questa esperienza, bella e singolare di riflessione sulla Parola. E su queso, mi era sembrato, ci fossde stata unanimità condivisa.
Non avrei voluto prendere la parola, o meglio avrei preferito che qualche altro esprimesse il suo parere. Esposi allora, a nome del mio gruppetto, alcune riflessione sulla necessità di leggere la Bibbia in maniera “laica”; idea mutuata dal volumetto di Silvano Fausti, (“Per una lettura laica della Bibbia”), che da circa un quarantennio conduce la sua esperienza di annnnciatore della Parola, in zona periferica di Milano, (Villapizzone), con tutte le caratteristiche delle zone in questione.
Esposi allora alcune riflessioni che la Parola “condivisa” ci aveva fatto trasformare in proposte operative: in modo che le nostre riflessioni non diventassero come il fico inaridito, contro cui si scaglia Gesù di Nazareth, ricco di foglie verdi, ma scarso i frutti.
La prima riflessione-proposta: tante persone nella nostra comunità non hanno ancora la consolazione della Parola, ma non godono nemmeno della parola dell'uomo, perchè sono praticamente analfabeti. Allora perchè non organizzare
un Corso Speciale di Lingua Italiana riservata soprattutto per le donne, anche cinesi, invece di appiattirci sui soliti luoghi comuni, conditi di pigrizia mentale e sottili razzismi?
La seconda riflessione-proposta: perchè non aprire alcune stanze, usaste da noi solo qualche volta l'anno, per consumare qualche cenetta per giustificarne l'uso, e dare accoglienza anche temporanea, a qualche famiglia in difficoltà? Una piccola Tenda di Abramo, temporanea!
La terza riflessione-proposta: perchè non valorizzare le nostre donne in maniera più intelligente e solidale e permettere loro di aprire la Settimana della Parola, che inizia la prima settimana di Ottobre? Feci il nome di alcune bibliste-teologhe come Adriana Valerio e Marinella Perroni.
Ero tranquillo e pacato, e anche contento, perchè cosciente che certe proposte non vanno gridate e hanno bisogno di un certo tempo di decantazione per essere assimilate e accolte.
Il curato, che presiedeva la celebrazione liturgica, il giorno dopo mi manda una mail in cui dice di rispondere alle mie provocazioni: e mi dà del “sessantottino”, dell'”esibizionista”, “della mentalità adolescenziale”; ricordandomi che il consiglio aveva già preso le sue decisioni in fatto di “linee pastorali”, e che le mie erano solo “provocazioni”.
Lui invece, in apertura di assemblea, aveva parlato di alcuni aspetti della “Dei Verbum”, sottolineando gli invalicabili paletti ermeneutici e teologici, dimenticando invece i gravi ritardi della Chiesa nei confronti della Parola, per troppo tempo strappata e rubata ai laici, ignari e innocenti.
Scegliete voi: io sto con la nonnina padovana. La quale forse, non sa nemmeno citare il passo di Marco in questione, quello dell'albergo che non apre le porte a Maria incinta di Gesù di Nazareth e a Giuseppe, preoccupato di ciò che sta per accadere.
Ma la nonnina ha capito che solidarietà significa aprire le porte quando uno viene a bussare. Il curato populista, (lo chiamo così, perchè nelle sue omelie in maniera simpatica inneggia alle vittorie della Juve), invece è rimasto solo a limare i paletti teologici in mano, della Dei Verbum, ma con le porte chiuse delle stanze vuote. (Carlo Castellini).



Domenica 10 Maggio,2015 Ore: 10:01
 
 
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