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www.ildialogo.org <br />Francesco d'Assisi e il sultano,di Tonio dell'Olio


Francesco d'Assisi e il sultano

di Tonio dell'Olio

Cosa potrebbe suggerire lo stile di Francesco di Assisi, a proposito di islam, ISIS, occidente, pace e guerra  (A cura di Carlo Castellini).


MALEK AL KAMEL NEL 1219 era un nome che suscitava terrore solo a pronunciarlo. Per tutta la cristianità era “il nemico”. La QUINTA CROCIATA infuriava sulle sponde del Nilo e del Mare Nostrum, assediava città strategiche come Damietta e non esitava ad abbandonarsi a violenze di ogni tipo. Questo raccontano le cronache dell'epoca, che però non trascurano di aprire uno squarcio nella tenebra della guerra riferendo di un episodio controcorrente.
Nel settembre di quell'anno, dopo varie peripezie e tentativi andati a vuoto, FRANCESCO D'ASSISI, incontra il temibile sultano. Lo incontra senza armi. Lo incontra utilizzando solo il ponte delle parole (o della Parola) e dei gesti semplici. Stabilisce con lui una linea di contatto che si muove dall'intelligenza al cuore.
Gli storici evidenziano quanto quell'episodio venga tenuto nascosto per molto tempo alla conoscenza dei cristiani tant'è che, quando se ne comincia a parlare, le notizie sono molto confuse e imprecise, scarne, contradditorie e di difficile interpretazione.
Sicuramente FRANCESCO non è riuscito a convertire il sultano. Prova ne sia che a distanza di un anno, cinque francescani che tentano la medesima impresa vengono martirizzati. Ma a noi importa che ci sia stata almeno una persona che, contro ogni previsione e ogni logica possibile, a quel tempo, abbia svelato il volto del nemico.
Perchè incontrare un volto significa restituirgli dignità ben al di là delle crudeltà di cui si macchia. La costruzione del nemico è produzione scientifica e lenta che va molto oltre i dati oggettivi delle sue stesse azioni.
Si sa che per fare una guerra sono necessarie alcune condizioni:un forte esercito, un nobile motivo e un nemico crudele, ingiusto, cattivo. MALEK AL KAMEL ieri, come ABK BAKR AL BAGHDADI – il califfo dell'autoproclamato Califfato di IRAQ, SIRIA oggi, rappresentano esattamente quella condizione.
E loro, come i crociati e la coalizione dei paesi occidentali sono convinti di possedere le altre due. In particolare il nobile motivo veste i paramenti del sacro o delle conquiste della civiltà, è avvolto dall'incenso o dalla difesa dei diritti riconosciuti dalla giurisprudenza internazionale distillati dalla sapienza del tempo. Una coltre nella quale si fa fatica a farsi largo.
Francesco ebbe il coraggio e la fede per tentare quell'impresa folle di cui oggi avremmo bisogno al di sopra di ogni altra cosa. Perchè il volto, ovvero l'umanità di ogni persona, è pozzo profondo e mal essiccato.
Sotto larghi strati di fanatismo e spavalderia, di convinzioni che sembrano marchiate a fuoco nell'anima e di gesti che feriscono mortalmente l'umanità, giace un volto d'uomo che è più autentico di una fede incrollabile, di un progetto di vita, della sua stessa professione di fede nella violenza.
Alla scuola di FRANCESCO D'ASSISI, impariamo l'arte ardua e paziente della non violenza che non si pone la meta del vincere ma del con-vincere. Ma oggi come allora tutto questo appare come una nota stonata e incomprensibile nella sinfonia assordante dell'uso della sola forza delle armi.
Post-scriptum. La QUINTA CROCIATA si concluse con una sonora sconfitta e una ingloriosa ritirata delle armate crociate. La SESTA, guidata da FEDERICO II DI SVEVIA, riuscì a conquistare molti territori grazie agli accordi che, per via diplomatica, questi riuscì a stipulare proprio con
MALEK Al KAMEL. (TONIO DELL'OLIO, ROCCA, 1 FEBBRAIO 2015). (a cura di Carlo Castellini).



Domenica 15 Febbraio,2015 Ore: 21:45
 
 
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