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www.ildialogo.org “La vita è sacra prima e dopo”,di Mario Mariotti

“La vita è sacra prima e dopo”

di Mario Mariotti

Caro Francesco, quello che dici è  vero: la vita è sacra, la nostra cultura genera degli scarti, degli ausmerzen, l’aborto è una sconfitta, non si può servire contemporaneamente Dio e il denaro, Dio e mammona. Devi però trarre le conseguenze di quello che dici. Siccome la ricchezza è omissione di condivisione, e quindi omissione di quella solidarietà che salva la vita, i bambini non nati hanno il volto del Signore come quelli lasciati morire, dopo che sono nati, per omissione di solidarietà.
L’accumulo, strutturalmente, è negazione di condivisione, ed essendo Dio Amore, e quindi Condivisione, esso strutturalmente bestemmia Dio, il Dio dei viventi, il Dio presente in ogni vita, in quella dei feti e in quella delle migliaia di piccini che noi lasciamo morire nella grande favela del Sud. La denuncia dell’aborto va estesa a quella vita già nata che noi lasciamo nella miseria, nella fame, nella malattia e nella morte, e tale denuncia deve includere strutturalmente la denuncia della ricchezza, che a sua vita è l’obbiettivo primo di quella forma di organizzazione economica, politica e culturale della società, che si chiama capitalismo, il quale, accompagnato da quegli altri due cancri che si chiamano mercato e competizione, soffoca la fraternità, la condivisione e quindi la vita.
Caro Francesco, fai bene a dire quello che dici. Quello che dici, per essere significativo, ha però bisogno di una precondizione che né il vertice della Chiesa, né la Chiesa hanno. La precondizione, tu lo sai, è la povertà, e la tua chiesa pellegrina sulla terra certo povera non è: 8 per 1000, patrimonio immobiliare, oro nei santuari che farebbe bestemmiare Dio stesso se avesse qualcuno da bestemmiare, banca vaticana, entrate delle offerte per dei riti, messe di suffragio e tutto il resto che bestemmiano la gratuità e rimettono Dio nella precedente tentazione.
Tu, poi, hai la scalogna d’aver scelto un nome che è un programma: Francesco uguale a Chiesa povera e ti ritrovi anche ad essere papa, capo di uno Stato sovrano, il Vaticano, che non ha certo bisogno di chiedere un mutuo alla sua stessa banca per sbarcare il lunario, e arrivare alla fine del mese.
A questo proposito, non hai ancora pensato a dare le dimissioni dal quel tuo secondo ruolo, capo di Stato, che è la bestemmia sostanziale del primo, quello di vescovo di Roma, in modo che quel peccato storico pian piano si dematerializzi, si trasformi in un museo di arte rinascimentale e barocca, e rimanga a perenne memoria di come non bisogna fare per incarnare il Vangelo? Io sono contento che tu, nonostante che non rientri nella precondizione, dica le cose che dici, come quella che non si può servire contemporaneamente Dio e mammona, Dio e il denaro.
Questi enunciati pian piano convertiranno anche te, faranno incavolare i ricchi, contribuiranno a far diminuire il tasso di alienazione che S.R. Chiesa distribuisce non gratuitamente dal tempo di Costantino. Dopo aver pontificato dalla finestra, convoca un Concilio, raduna i vescovi, e, dopo aver ripetuto i tuoi enunciati davanti a uno specchio, per crescere in coerenza, rammentali e ripetili a loro, perché il “guai ai ricchi” non è accessorio, ma fondamentale per chi intende essere alla sequela del Signore.
In seguito devi stare molto attento a quel fenomeno che ciclicamente si ripete nella storia della Chiesa: c’è chi lavora per la credibilità, vivendo la coerenza del soggettivo, nella testimonianza personale; però le radici, le strutture maligne, vengono sottaciute, c’è chi usa tale credibilità per ingrassare sé stesso di ricchezza, di prestigio e di potere, e per far funzionare quei meccanismi maligni che sono la fabbrica dei poveri, degli scarti, degli ausmerzen, dei fuori-mercato, degli aborti e della morte dei piccini della favela.
Devi stare molto attento, perché è stata la Destra, fini ad oggi, a dichiararsi paladina dei valori non negoziabili; la Chiesa le ha dato credito e sostegno, mentre è la destra stessa a bestemmiare la vita, , dato che difende l’esistente, protegge i ricchi ed i potenti, sostiene il capitalismo, il quale, a sua volta,  ha come vero dio il profitto, quel “beati i ricchi” che è l’esatto contrario del progetto di Dio per noi: il “beati i poveri per scelta”, di cui il Poverello di Assisi è radicale modello.
Togli i valori non-negoziabili dalle corde vocali e dalle mani della Destra, e riconoscili in quella Sinistra che era nata per difenderli e oggi è in coma profondo, anche grazie al contributo del “Santo subito”.  È vero che “non si può servire Dio e il denaro” è Vangelo e non è comunismo, ma quest’ultimo era nato semplicemente e proprio perché la Chiesa l’aveva del tutto dimenticato, ed aveva consegnato sé stessa ai ricchi, ai conservatori, alla Destra, ai Beniti, agli Adolfi, ai Berlusca di ogni tempo, arrivando a fare concordati ed ad impartire benedizioni alle dittature più schifose e squallide che hanno contaminato il cammino dell’umanità nella sua storia.
Prova a spiegare ai milioni di battezzati, che da noi continuano a sostenere la “dentiera sorridente”, che essi stanno confondendo Dio con mammona, che quando uno evade fiscalmente ruba ed è un ladro;  che corrompere significa rovesciare la verità comprandola; che l’uso delle escort (non meritano il titolo di puttane) quali oggetti da usare, pagare e buttare è puro esercizio di sfruttamento del prossimo; che i capitali enormi che il “serafico” controlla e amministra per corrompere e contaminare coloro che accosta, costituiscono una gigantesca omissione di solidarietà, e quindi bestemmiano la vita.
Per concludere, caro Francesco, continua così, e lavora per una Chiesa povera, fa che essa scelga la povertà. Sei al vertice della struttura convertila alla democrazia, alla cultura del necessario, al “guai ai ricchi”.
Arriverà che il Vescovo licenzierà il papa, che i ricchi saranno sputanati, che la cultura del necessario e l’economia di comunione saranno gli specifici di coloro che si pongono alla sequela di Gesù. Il Poverello di Assisi si sentirà ben rappresentato; e finalmente l’Incarnazione darà i suoi frutti: il necessario e la gioia a tutti i viventi, a quelli che devono ancora nascere e a quelli che sono già sbocciati alla vita.
Mario Mariotti



Venerdì 18 Ottobre,2013 Ore: 19:37
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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