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www.ildialogo.org Lettera a papa Francesco,di Mario Mariotti

Lettera a papa Francesco

di Mario Mariotti

Caro Francesco,

é stata una buona idea scegliere questo nome nel momento in cui S.R.Chiesa é particolarmente impegolata con mammona e con gli scandali pedofili. In tutta la sua storia essa, nei momenti difficili, ha sempre trovato qualcuno cha le tornasse a dare credibilità. La sua forza é sempre stata l’alienazione del prossimo, delle pecore fedeli e credenti, e quando essa ha esagerato negli scandali, dopo è sempre riuscita a trovare chi la ripulisse, la purificasse nell’immagine, in modo che nella sostanza non cambiasse nulla.

Tu però, scegliendo quel nome, ti sei imbarcato in un’avventura complessa e dagli esiti tutt’altro che scontati. Siccome tutta la storia della chiesa, dopo Costantino, Francesco l’ha sempre bestemmiato ancora prima che nascesse, ed anche dopo, fino ad oggi; siccome che lui era stato formato ad una visione religiosa di Dio, e quindi non poteva avere la lucidità di capire che Gesù è laico e che l’istituzione è abusiva (uno solo è il vostro Maestro), siccome lui, pur volendo vivere il Vangelo “sine glossa” integralmente, non poté seguire Gesù nella sua denuncia dei sacerdoti, dagli scribi e farisei del suo tempo e di ogni tempo; siccome questo è spiegabile, perché, se lui l’avesse seguito, invece di farlo santo lo avrebbero arrostito; alla fine San Francesco alla vera Chiesa dell’Unico Dio-Spirito-Amore, probabilmente non si sa se abbia dato più danno che utile.

Intanto, pur vivendo lui l’incarnazione nel suo rapporto con i poveri cercando il consenso dall’Istituzione, la contraddiceva come progetto, dando alla Chiesa quella credibilità davanti ai poveri che poi essa avrebbe usato per ingrassare se stessa, cosa che continua tuttora.

Poi anche la sua concezione della povertà, il suo modo di viverla secondo me, non era in sintonia con il messaggio-testimonianza del Signore, che propone il necessario e la gioia, e non la povertà, la preghiera il sacrificio di purificazione. La povertà del Signore non è miseria, ma disponibilità del necessario, la vita non è penitenza e dolore, ma gioia nel fare la gioia degli altri.

Detto questo, caro papa Francesco, cerca di stare in campana. Ti accreditano di esserti fatto povero e di aver vissuto coi poveri, ma c’è, purtroppo, modo e modo di stare con loro.

Farsi povero non basta. San Francesco lo fece; il vertice della istituzione ne era la bestemmia semovente; le due realtà convissero pur bestemmiandosi strutturalmente fra di loro. È proprio questa la logica che bisogna rompere: l’uso del soggettivo positivo per sostenere lo strutturale maligno.

Oltre che farsi poveri bisogna anche coscientizzare il prossimo sulla causa della povertà, che non è certo secondo il progetto di Dio. Dom Helder Camara diceva che quando aiutava i poveri stando zitto, veniva considerato un Santo; quando si poneva alla ricerca della causa della povertà, veniva accusato di comunismo. Essendo la povertà del mondo frutto dell’ingiustizia, e dallo sfruttamento che essa genera, è necessario andare alle radici dei meccanismi maligni che strutturalmente producono la povertà; ed essi hanno dei nomi precisi: capitalismo, mercato e competizione; e questa denuncia è fondamentale per creare coerenza ed efficacia fra il soggettivo e lo strutturale.

Si può stare con i poveri per rincoglionirli, facendoli pregare con gli occhi rivolti al cielo, e questo atteggiamento è stato prevalente nella storia della Chiesa; si può stare con loro coscientizzandosi con loro, insieme a loro organizzandosi con loro per contrastare l’ingiustizia, la violenza, lo sfruttamento di cui essi sono vittime. Qualche esempio c’è, vedi Santo Romero d’America.

San Francesco è forte perché è paradigma di compassione, del sapersi mettere dalla parte del prossimo, delle vittime dei briganti; ma lui è a sua volta vittima di una lettura religiosa di Dio, per cui Lo vede come un modello da imitare senza rendersi conto di essere in Lui, di essere Suo corpo a materializzare amore e condivisione.

Se avesse preso alla lettera il Vangelo, e avesse sputtanato la casta succube fino allora e fino ad oggi di mammona, l’avrebbero bruciato, come facevano a quel tempo con coloro che il Vangelo lo prendevano sul serio, denunciando sia la ricchezza che la religione che la benedice.

La chiesa se ne è servita per secoli, lo ha usato per conquistarsi i poveri, ha lanciato il messaggio che si può servire contemporaneamente Dio e mammona, ha usato questi ultimi per aiutare i poveri stessi in modo che la carità dei poveri in favore dei più poveri di loro permettesse a lei di accumulare ricchezze e privilegi; oggi ne usa per la prima volta il nome, promettendo in questo modo di incamminarsi verso la povertà evangelica.

Tu, papa Francesco, cerca di fare in modo che non ti succeda la stessa cosa, di non svolgere la stessa funzione del Poverello di Assisi. Ci riuscirai a far capire che la ricchezza è una condizione maligna; che lo Stato del Vaticano è una bestemmia storica dalla quale bisogna liberarsi; che i concordati coi poteri di questo mondo con Nostro Signore non hanno nulla da spartire; che la povertà evangelica (cultura del necessario), è la precondizione per la credibilità di un messaggio che deve coinvolgere sia le persone che la forma di organizzazione economica della società, in modo che i credenti nel Signore scelgano liberamente e per amore una economia di comunione?

Quando non eri papa dicevi: vorrei una chiesa povera e per i poveri; ora riuscirai a passare dal “vorrei” al “voglio”? Ti faccio tanti auguri, perché l’avventura è complessa e il nemico è fortissimo, dentro e fuori di noi. Se ti incamminerai sulla strada buona, sarà una tale rivoluzione che dovrai stare attento a quando fai le scale, che non ti facciano inciampare…

È vero che, fisiologicamente, i vertici della casta hanno sempre nutrito per i generali e gli uomini della Provvidenza ed hanno sempre la povertà a livello soggettivo e virtuale; ma non si può mai dire. Con Romero, lo Spirito riuscì a farsi strada, riuscì a passare…

Bisogna avere speranza, e vigilare…

Mario Mariotti




Sabato 30 Marzo,2013 Ore: 19:38
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
isabelle charlier varese 02/4/2013 14.44
Titolo:Il suo articolo ha proprio toccato un importante punto fondamentale
"....Oltre che farsi poveri bisogna anche coscientizzare il prossimo sulla causa della povertà..." Assolutamente! altrimenti rimarrà soltanto un perfetto imbroglio.

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La chiesa di Papa Francesco

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