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www.ildialogo.org Settimana sociale,di Enrico Sciarini

Settimana sociale

di Enrico Sciarini

Sarà certamente una mia manchevolezza non sapere che esiste la “Settimana sociale dei cattolici italiani”. Ho però saputo per tempo che a Cagliari dal 26 al 29 ottobre scorso si sarebbe svolta la 48ª “Settimana sociale”. Ho così avuto modo di seguirne le fasi salienti a partire dalla cerimonia inaugurale trasmessa in diretta televisiva su “Canale 2000” e poi gli interventi registrati su “You Tube”. La cosa principale da segnalare è che, per la prima volta, è intervenuto in diretta il Papa con un messaggio della durata di 13 minuti. Un più breve messaggio è stato inviato dal presidente della Repubblica Mattarella e, il 28 ottobre, è intervenuto personalmente il presidente del Consiglio Gentiloni con un discorso di 31 minuti. Il tema della “48ª Settimana” è stato: “Lavoro: libero, partecipativo, solidale”. Ecco la sintesi del messaggio di papa Bergoglio: Non tutti i lavori sono degni di tale nome; non lo sono quelli che servono per costruire armi, quelli con lo sfruttamento minorile, quello che discrimina le donne, quello in nero e quello precario. Non lo è neppure quello fatto a mezzo di appalti al massimo ribasso. Il vero lavoro deve possedere due virtù: - servire le persone, - formare comunità in cui la comunione prevale sulla competizione. Gentiloni ha invece detto: lavoro libero vuol dire abolizione del caporalato e riduzione del precariato. La quarta rivoluzione industriale porterà con sé molte incognite e sarà necessario avere più creatività e cultura. Partecipazione e solidarietà significa sostegno al volontariato, alle imprese sociali e a quello che include giovani e donne. Citando Primo Levi conclude dicendo: amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Che cosa si può dedurre da queste affermazioni? Per prima cosa sono andato a vedere quando si sono tenute le precedenti 47 “Settimane”. Ho così scoperto che sono iniziate nel 1907 su iniziativa del professor Giuseppe Toniolo, docente all’Università di Pisa che per la sua opera è stato beatificato nel 2012. Alterne le vicende che, nel corso di 110 anni, hanno segnato la storia delle “Settimane sociali”, contraddistinte da cicli annuali, da interruzioni e riprese. Sta di fatto che è indiscutibile merito del professor Toniolo l’aver allertato la chiesa cattolica sui cambiamenti in corso nella società industriale. E’ poi interessante andar a vedere di cosa si sono occupati i partecipanti alle “Settimane”. C’è di tutto; dall’organizzazione sindacale, a quella delle imprese; l’economia e l’educazione, la famiglia e le migrazioni. Detto in due parole, quello che ha fatto il professor Toniolo per il cattolicesimo è stato un nuovo “modello di riferimento” e, in una parola, un nuovo “paradigma” . Tale nuovo modello cambia la visione individualista della chiesa in una visione più sociale. Anche papa Bergoglio nel suo intervento propone un nuovo modello sociale di lavoro; quello che deve formare comunità in cui “la comunione prevale sulla competizione”. Malauguratamente quello che si è detto e proposto nella “Settimana” di Cagliari, (e quello che si è detto nelle 47 edizioni dei precedenti 110 anni) è rimasto ad uso e consumo delle alte gerarchie. Non ne hanno parlato i media nazionali, non ne hanno parlato neppure i sacerdoti che dovrebbero essere i primi a diffondere nelle parrocchie le indicazioni e le prospettive stabilite dai loro vescovi; e se il nuovo modello di riferimento non viene diffuso, se ne vanificano i suoi effetti.
Enrico Sciarini



Giovedì 16 Novembre,2017 Ore: 23:20
 
 
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