Se non è un caso di omonimia, ma non pare proprio, è stato nominato vescovo di Pescia  l'autore di una ottimo libretto "Il vangelo della pace. Caso serio di credibilità" (pazzini@pazzinieditore). Qualche titolo di capitoli: la pace, croce e speranza dei cristiani; una storia di compromessi e mediazioni; la svolta della Pacem in terris; l'opzione per la teoria e la pratica della nonviolenza. Don Filippini volle chiedermi una introduzione al suo libro, pubblicata, nella quale riconosco tutta la serietà con cui assume il conflitto morale tra il dovere di non uccidere e il dovere di difendere chi sta per essere ucciso. Come pochi altri scrittori cattolici sulla pace, Filippini afferma chiaramente che la chiesa cattolica darebbe maggiore credibilità ai suoi proclami di pace "sposando decisamente la causa della nonviolenza" e "uscendo dall'aporetico dilemma morale tra pacifismo evangelico e responsabilità storica". Il vangelo può "ispirare atteggiamenti sociali coerenti e scelte politiche creative per disinnescare la violenza distruttiva senza raddoppiarla con una violenza simmetrica" (p. 102).
A don Filippini rallegramenti, auguri e caloroso sostegno di preghiera e di amicizia nel suo nuovo ministero di vescovo. 
Enrico Peyretti