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www.ildialogo.org Terremoto prossimo su diocesi in Italia,di fra’ Calvino

La posta di fra' Calvino
Terremoto prossimo su diocesi in Italia

di fra’ Calvino

 Cari fratelli e sorelle,

non pensavo che il tema “accorpamento diocesi in Italia” (e in particolare quello della diocesi di Monreale con Palermo) dovesse provocare una discussione tanto accesa tra preti e non solo. Fatto sta che bombardato da lettere talvolta rasentanti l’invettiva verso personaggi (alcuni viventi), i quali avrebbero avuto potere di determinare, nel bene e nel male, la vita della chiesa in Italia, mi sono preoccupato di farne sintesi “rasserenante” senza perciò voler tacere su ritratti e notizie note o meno e ciò con la speranza di contribuire al non perpetuarsi di talune “magagne” come peraltro pare ferma volontà di Papa Francesco.

Intanto quanti hanno scritto, tutti concordano che gli accorpamenti si faranno: infatti, come pubblicato da “L’Osservatore Romano”, entro fine agosto 2016 le conferenze episcopali regionali, su richiesta della Congregazione per i vescovi, dovranno esprimere parere sul “progetto di riordino” delle diocesi in Italia.
La prima netta concordanza emergente dalle lettere è che i vescovi in Italia, anche dopo il Concilio, sono stati scelti seguendo il criterio di “uniformità” cosicché sono state perpetuate le “cordate” per mezzo delle quali non si è fatto discernimento tra i migliori (“flos florum” come diceva un vecchio professore di dommatica), anzi si è fatto in modo che le personalità con forte impronta venissero scartate secondo il criterio dell’appiattimento sulla figura del capo-cordata: abbiamo avuto negli ultimi 50 anni i “sosia” malriusciti (mai migliori del maestro almeno finché vivente o potente!) di coloro che avevano “mano” nei dicasteri romani, ovviamente soprattutto nella “congregazione dei vescovi”. E qui una sfilza di nomi, soprattutto di vescovi di Sicilia, in cui la nota predominante è quella di personaggi primieramente non spiccanti per sicura mascolinità ma purtuttavia “grigi burocrati” ossequienti, fedeli esecutori (vescovi come “prefetti” di Roma!): ancora si sussurra che lo “stampo” dei futuri vescovi è detenuto da talune “pontificie università”.
E qui un contributo personale: il vescovo (che non fece carriera!) era stato nominato al limitare dei 60 anni quando non se ne era potuto fare a meno (mezze figure di suoi allievi lo avevano preceduto!). Egli quasi a sminuire il ritardo della nomina: «sai, quando si deve nominare un vescovo non si guarda se il candidato eccelle in qualità e poi magari ha un piccolo neo e, perciò per tranquillità, si preferisce… la mediocrità». Era una conversazione a caldo di nomina e il neo vescovo mi confidava ancora: «il Cardinale Ruffini, ritenendomi indispensabile ha detto al Papa di non farmi vescovo! Paolo VI in persona me l’ha detto, alla prima udienza!» Non è che quel prete fosse indispensabile! Era ritenuto non conforme e pericoloso! E infatti fu il primo e forse l’unico tra i vescovi del tempo a contestare quanto asseriva con tracotante sicumera il cardinale che “la mafia, un’invenzione dei comunisti, non esisteva”. E poi, non era ancora uscita la “humanae vitae”, quella sera dal palco del teatrino della cittadina di mare il “buon pastore” aveva osato portare alla sua gente l’orientamento prevalente in Concilio: aveva parlato di paternità e maternità responsabile ed era stato subito contestato dai “duri fedelissimi di sacrestia”: «e allora… fate come i conigli»! aveva tuonato il vescovo. Perciò quando papa Francesco ha ri-pronunciato l’espressione, sono trasalito pensando che la sua elezione è stata preparata dal “filone silenzioso ma autentica maggioranza in Concilio e nella Chiesa Popolo di Dio”.
Quasi alla fine del breve servizio episcopale, al monsignore era toccato di scrivere la vita del Cardinale: «beh! Ne aveva di pregi! Ed a me quanto meno una cosa l’ha insegnata! Il cardinale Ruffini nei momenti alti soleva dire: “possa essere il più miserabile o il più straccione che a me si rivolge per iscritto, io uso sempre rispondere”».
Fra’ Calvino deve qui confessare, e non mi sembra fuor di luogo, che per un paio di volte, dinanzi alla “noncuranza di eccellenze ed eminenze” ho riferito della “buona abitudine del cardinale” e l’esito è stato il repentino risveglio dell’interpellato sia eccellente o meno!
… a richiesta, continua nel prossimo numero!
Affettuosamente vostro nel Signore,
fra’ Calvino.


 




Lunedì 29 Febbraio,2016 Ore: 19:33
 
 
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