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www.ildialogo.org OLTRE HEGEL E HEIDEGGER, CON FREUD E KANT. ALCUNI SEGNAVIA. Un breve saggio (in pdf, scaricabile) - di Federico La Sala,

LA CATASTROFE DELL’EUROPA: L’ASSASSINIO DI KANT E I CATTIVI MAESTRI “Come fu possibile la hitlerizzazione dell’Imperativo Categorico di Kant? E perché è ancora attuale oggi?” (Emil L. Fackenheim, Tiqqun. Riparare il mondo).
OLTRE HEGEL E HEIDEGGER, CON FREUD E KANT. ALCUNI SEGNAVIA. Un breve saggio (in pdf, scaricabile) - di Federico La Sala

ESSERE GIUSTI CON KANT - E CON FREUD. Ancora oggi (M. Ferraris, "Goodbye Kant!") , perché si vuole uccidere Kant?!


DISPONIBILE IN PDF - QUI IN FONDO (CLICCARE SULL’ICONA PER APRIRLO E, VOLENDO, STAMPARLO), UN BREVE SAGGIO (80 PAGINE) CHE PORTA ALLA LUCE NON SOLO UN FREUD PIU’ KANTIANO DI QUANTO NON SI PENSI E UN KANT ANCORA DEL TUTTO IMPENSATO MA, AL CONTEMPO, EVIDENZIA ANCHE QUANTO E COME SIA URGENTE RIPRENDERE IL LORO CAMMINO E IL LORO LAVORO. - Ciò che segue è una "nota introduttiva" e una nota del 2004, ripresa in "Appendice". Buona lettura! Federico La Sala


NOTA INTRODUTTIVA

ESSERE GIUSTI CON KANT - E CON FREUD.

Dopo le lezioni dei maestri del sospetto, e dei maestri del decostruzionismo, forse, è venuto il tempo di reinterrogarsi - come voleva Foucault - su “Che cos’ è l’Illuminismo? Che cos’è la Rivoluzione?” (1984), e riprendere - per capire meglio la portata della rivoluzione copernicana di Freud - la lezione di Kant, a partire dall’interpretazione de “i sogni di un visionario spiegati con i sogni della metafisica” (1766). In questo lavoro ‘pre-critico’, egli ha posto le premesse non solo per ‘pesare’ i sogni dei visionari e dei metafisici ma anche dato gli strumenti per non confonderli con i ‘sogni’ di chi ha cercato e ha lavorato a trovare - come Mosè (e come anche Marx) - la via per uscire “dallo stato di minorità”, dallo Stato del Faraone.

Sulle spalle dei suoi giganti, Newton e Rousseau, Kant ha aperto una via del tutto nuova, subito sommersa da montagne di sabbia proveniente dal deserto dei vecchi faraoni d’Egitto. Con una mossa, che ha alle spalle tutta la tradizione del “conosci te stesso” e dell’esame di coscienza (decisiva per Kant la lettura della “Professione di fede del vicario savoiardo” dell’ Emilio di Rousseau) e della tradizione astronomica (Storia naturale universale e teoria dei cieli, 1755) con la sua preziosa indicazione del metodo della parallasse, ha individuato (dentro di sé e fuori di sé) uno spazio di dialogo articolato con un’istanza superiore (la bilancia del commercio come dell’intelletto, che diventerà poi il tribunale della Ragione, il tribunale della Coscienza e la Legge morale) che lo porta sulla strada della “Critica” della ragione pura, della ragion pratica e del giudizio, di una conoscenza matura di “se stesso come un altro” e, finalmente, fuori dalla preistoria e dai suoi “totem e tabù”.

Dopo Copernico, contrariamente a quanto pensava Freud, non c’è Darwin e lo stesso Freud, ma - prima di tutti e due - Kant! E il frutto di tutto il suo eccezionale lavoro è un’acquisizione perenne per tutta l’umanità. L’unica strada possibile per uscire “dallo stato di minorità” (1784) e lavorare “per la pace perpetua” (1795) è quella del dialogo - con “se stesso come un altro”, alla luce della Legge morale. Tutte le altre portano da nessuna parte e, alla fine, solo allo sterminio totale!

Una lezione da Londra. Ieri come oggi, «il problema del nostro mondo è che è molto più facile creare un estremista che un uomo del dialogo, un ideologo che uno spirito critico. Ciò detto, solo gli uomini di dialogo sono uomini di pace e, siccome non si può vivere eternamente nel conflitto, sono loro che hanno le chiavi del futuro. Jonathan Sacks, grande rabbino di Londra, scriveva che, a memoria del passato, doveva ricordarsi delle atrocità commesse dai suoi nemici ma che, per costruire il futuro, il dialogo si imponeva come un imperativo morale: “Per l’amore dei miei figli e dei figli dei miei figli che non sono ancora nati, non potrei costruire il loro futuro sugli odi del passato, né insegnare loro che ameranno di più Dio amando meno le persone.” » (cfr.: Antoine Nouis, “Il dialogo, una relazione esigente”, “Réforme” - n. 3374, 24 giugno 2010). Questo il problema - dell’epoca già di Kant, come e ancor di più della nostra: l’imperativo categorico della legge morale del dialogo, non dell’ubbidienza cieca alla legge astuta del Super-io di turno - dentro di noi e fuori di noi!

Federico La Sala


Perché si vuole uccidere Kant?

Una breve nota sull’ultimo lavoro di Maurizio Ferraris, "Goodbye Kant!"

di Federico La Sala *

Ferraris si mangia la coda, e non se ne accorge: mangia "qualcosa, anche senza sapere con esattezza che cosa"! Almeno da quanto si comprende dal riassunto, fatto dallo stesso Autore ("Buonanotte, Immanuel", Il Sole-24 ore, Domenica, 31.10.2004), delle tesi di fondo del "Goodbye Kant! Cosa resta oggi della Critica della ragion pura" di Maurizio Ferraris (di prossima uscita nei Tascabili Bompiani), credo che - a questo punto - sia più da dire "Buonanotte, Maurizio", che "Buonanotte, Immanuel"!

A mio parere, l’eredità di Kant non mi sembra che stia nelle risposte sbagliate che ha dato ("asserendo che le leggi che la Mente dà al Mondo sono quelle della fisica, che offre la vera via di accesso a nozioni sicure quanto le operazioni matematiche, e dense, cioè piene di contenuto, come quelle che traiamo dall’esperienza"), ma nella domanda cruciale che si è e ha fatto. E la domanda fondamentale resta ancora e sempre quella: come è possibile la scienza?, come sono possibili giudizi sintetici a priori?, o, ancora e più radicalmente, come sono possibili quegli esseri che noi siamo -"fatto indubitabile" - due in uno?, come è possibile il soggetto?, come è possibile l’essere umano?

La fallacia di Kant, rimasta in piedi nell’ontologia, è rimasta in piedi solo nella testa di Ferraris - e, a quanto pare, egli è felice di ri-aggirarsi tra gli spettri e i fantasmi ... della risorta chiesa swedenborghiana del nuovo millennio!

Nella realtà, in Europa come nel mondo, ciò che oggi si aggira sempre più forte è il programma di Kant (come di Marx e dello stesso Lenin), il coraggio di sapere e l’uscita dallo stato di minorità - quello di un "altro" mondo (La pace perpetua), possibile!

O forse, mi sbaglio, Ferraris aspira a proporsi - visto che "al posto di individui maturi s’avanzan strani bambocci: adulti mostruosi e mai cresciuti che prendono la vita come un grande gioco, una parodia dei trastulli dei più piccoli"(Francesco Cataluccio) - come il teorico e il teologo dell’Immaturità di massa e ... del berluscattolicesimo aggressivo e galoppante? Boh?! E Bah?! "Con nostalgia e rispetto, ma anche senza nasconderne le debolezze, le macchinosità, i cetrioli e le Trabant", Goodbye Maurizio! Goodbye!

* Il Dialogo, Mercoledì, 03 novembre 2004

 


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Lunedì 11 Ottobre,2010 Ore: 12:16
 
 
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