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www.ildialogo.org ORA E SEMPRE RESISTENZA. LA LEZIONE DI ALBERT CAMUS: "QUESTA LOTTA VI RIGUARDA. Corrispondenze per ’Combat’ 1944-1947". Una nota di Francesco Tomatis,a c. di Federico La Sala

"IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS". CONTRO LA MENZOGNA E LA VIOLENZA, PAROLE DI GIUSTIZIA E CARITA' ("CHARITAS")...
ORA E SEMPRE RESISTENZA. LA LEZIONE DI ALBERT CAMUS: "QUESTA LOTTA VI RIGUARDA. Corrispondenze per ’Combat’ 1944-1947". Una nota di Francesco Tomatis

(...) confessa Tarrou ne La peste , «ho capito come tutte le disgrazie degli uomini derivino dal non tenere un linguaggio chiaro»: al­lora «basta dire la verità perché la menzogna stessa si sgonfi» (...)


a c. di Federico La Sala

 

La «lotta» di Camus: opporsi alla violenza con la parola

In volume tutte le corrispondenze dello scrittore per «Combat», rivista della Resistenza francese, nelle quali cercò di contrapporre una voce nitida alla Babele del terrore

DI FRANCESCO TOMATIS (Avvenire, 11.12.2010)*

«Attraverso i cinque conti­nenti, negli anni a veni­re, verrà ingaggiata una lotta senza quartiere tra la violenza e la parola. È vero che le possibilità di vittoria della prima sono mille volte superiori a quelle della seconda. Ma ho sempre pensato che se chi spera nella condizione umana è un pazzo, chi dispera degli eventi è un vile. E or­mai l’unico motivo d’onore sarà ingaggiare quella formidabile scom­messa che deciderà una buona volta se le parole sono più forti delle pallottole». Concludeva così, il 30 novembre 1946 su ’Combat’, uno dei suoi incisi­vi interventi Albert Camus, il quale dall’agosto 1944 al giugno 1947 colla­borò alla rivista della Resistenza fran­cese.

A cinquant’anni dalla scomparsa dello scrittore e pensatore francese e­sce in Italia l’edizione critica completa dei suoi articoli usciti su ’Combat’. La raccolta è uno straordinario punto d’osservazione degli avvenimenti dell’epoca, visti certamente in diretta quotidiana, senza quindi la possibilità di visione d’insieme e maggiormente documentata, propria invece allo sto­rico, tuttavia attraverso la profonda, indipendente, originale sensibilità giornalistica, etica, umana in genere del giovane scrittore, chiamato dalla propria coscienza alla ricerca di giu­stizia attraverso la difficile e rischiosa indagine di verità nella quotidiana prosa giornalistica.

Al di là delle molte pagine e discussioni memorabili, come il protratto dialogo e confronto con lo scrittore cattolico François Mauriac sui temi della giustizia e della carità, dell’epurazione o del perdono rispetto ai crimini commessi nel pe­riodo bellico, oppure il compiacimen­to per il messaggio di papa Pio XII per il Natale del 1944, pur nel rammarico per non averlo potuto udire prima, in cui la democrazia è indicata quale for­ma politica capace di assicurare li­bertà ai popoli, o ancora il ricorrente richiamo alla trasformazione della ri­volta in rivoluzione, innanzitutto mo­rale, contro ogni ideologia, capitalista o nazista o comunista, quello che più colpisce, ricorrente seppur poco evi­denziato, è l’impe­gno di Camus a for­mulare e «contrap­porre parole chiare alla Babele del terro­re ».

In un periodo di guerra mondiale fra differenti nazioni e persino di guerra ci­vile fra concittadini, di lotta totale che non distinse milizie belligeranti e perso­ne comuni, soldati armati da donne e bambini, ecco che l’impegno ad alle­stire un giornale clandestino come ’Combat’, che giunse sino alle 350.000 copie, comportò il rischio del­la vita non solo per creare una rete comunicativa fra resistenti, ma per ricer­care, proprio nell’urgenza stessa della lotta, nel turbine obnubilante dell’a­zione e della violenza, parole chiare, nette, veritiere, responsabili, capaci di delineare un linguaggio propiziatore di vita anziché confusamente o tacita­mente mortale.

È per Camus il lin­guaggio dell’uomo contro quello della propaganda ideologica, formulato personalmente ma condivisibile con ogni altro uomo, così da far incontrare e dialogare tutti senza che ciascuno debba rinunciare alle proprie diffe­renze. Forse se, come confessa Tarrou ne La peste, «ho capito come tutte le disgrazie degli uomini derivino dal non tenere un linguaggio chiaro»: allora «basta dire la verità perché la menzogna stessa si sgonfi».

*

-  Albert Camus

-  QUESTA LOTTA VI RIGUARDA
-  Corrispondenze per ’Combat’ 1944-1947

-  Bompiani. Pagine 630. Euro 19 ,50


SUL TEMA, nei nostri giorni, NEL SITO SI CFR.:

 

-  LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica") e canta "Forza Italia", con il suo "Popolo della libertà" (1994-2010). 



Lunedì 13 Dicembre,2010 Ore: 16:53
 
 
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