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www.ildialogo.org WALL STREET E LA POTENZA DELLA PAROLA: «M»ILLION, NON «B»ILLION. Per l'errore di scrittura di una lettera, crollo dell'Indice Dow Jones - con chiusura a -3,26%!!!,a cura di Federico La Sala

FILOLOGIA, FINANZA, E TEOLOGIA!!! Per la critica dell'economia politica e della teologia "mammonica" ("caritas") ... e il buon-uso della parola e della teologia evangelica ("charitas")!!!
WALL STREET E LA POTENZA DELLA PAROLA: «M»ILLION, NON «B»ILLION. Per l'errore di scrittura di una lettera, crollo dell'Indice Dow Jones - con chiusura a -3,26%!!!

(...) mentre il panico si scatenava tra gli operatori, qualcuno è riuscito a capire che quella folle corsa a vendere era stata causata da un «refuso», un errore di scrittura di un trader nell’ordine di vendita. Lo spiega la Cnbc, secondo cui l’operatore distratto avrebbe digitato una «b» di billion al posto di una «m» di million mandando in tilt il sistema ma, soprattutto, facendo scattare il panico sui mercati di tutto il mondo


a cura di Federico La Sala

APERTA UN’INDAGINE INTERNA

Wall Street, il crollo del Dow Jones 

 per colpa di un refuso in un ordine

  Un operatore avrebbe digitato una «b» di billion al posto di una «m» di million. Chiusura: Dow Jones -3,26%  *

NEW YORK - Possibile che Wall Street bruci nel giro di quindici minuti i guadagni accumulati in oltre un anno di contrattazioni? Possibile. Ma soltanto per poco: 15 minuti di paura che rischiavano di costare carissimi agli equilibri della finanza mondiale, già fin troppo scossi in questi giorni. Il crack non era vero. O meglio, il crollo era vero, reale e stava per essere fatale. Ma non c’era motivo perché avvenisse. La causa, infatti, era in un errore di trascrizione, o trasmissione di un dato.

«M»ILLION, NON «B»ILLION - Alla fine Wall Street ha tirato un sospiro di sollievo, ma con una prova della propria fragilità che può far tremare i polsi. L’indice Dow Jones, infatti, in quei 15 minuti ha perso ben 700 punti, crollando 100 punti sotto i 10mila. Per le statistiche, sarebbe stato il crollo più forte dal 2008. Sarebbe stato, perché, mentre il panico si scatenava tra gli operatori , qualcuno è riuscito a capire che quella folle corsa a vendere era stata causata da un «refuso», un errore di scrittura di un trader nell’ordine di vendita. Lo spiega la Cnbc, secondo cui l’operatore distratto avrebbe digitato una «b» di billion al posto di una «m» di million mandando in tilt il sistema ma, soprattutto, facendo scattare il panico sui mercati di tutto il mondo.

Secondo alcune fonti, CitiGroup avrebbe aperto un’inchiesta interna sull’accaduto, cosa che fa pensare che sia un operatore di quel gruppo a causare il costosissimo errore. Il Nasdaq ha avviato una sua inchiesta interna per stabilire eventuali errori negli scambi fra le ore 14.40 e le 15.00 di new York. Le conseguenze dell’episodio, dal punto di vista delle procedure, saranno da valutare. Dal punto di vista del mercato, per fortuna, glin operatore, tirato un sospiro di sollievo, hanno subito quasi riassestato l’indice della Borsa Usa: dalle 15 alle 15.20, il Dow Jones ha recuperato 600 punti. Non abbstanza però per non ristentire del contraccolpo: la chiusura ha fatto segnare un -3,26%.

  Redazione online

* Corriere della Sera, 06 maggio 2010 (ultima modifica: 07 maggio 2010)

___________________________

Su tema, in rete, si cfr.:

 

LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

"CARITAS IN VERITATE": FINE DEL CRISTIANESIMO.

FILOLOGIA E TEOLOGIA. A KAROL WOJTYLA, IN MEMORIA. "Se mi sbalio, mi coriggerete" (Giovanni Paolo II) 
  PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. L’Acca in fuga - a cura di Federico La Sala 
  Il teologo Ratzinger, dopo aver tolto ( come da tradizione del "latinorum") la "h" dalla parola "Charitas" (Amore), ha precisato: "Gesù di Nazaret" si scrive "senza acca".... e si è "sposato" con Berlusconi. Don Paolo Farinella ha scritto una "lettera di ripudio", a quando la Sua, della Gerarchia, e della CEI?!

 



Venerdì 07 Maggio,2010 Ore: 16:14
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 07/5/2010 17.15
Titolo:Incubo contagio, le Borse nel panico. Le tv Usa: un errore tecnico...
Incubo contagio, le Borse nel panico




Wall Street arriva a perdere il 9%,
poi risale a fine seduta. Le tv Usa:
un errore tecnico. Milano a picco *


NEW YORK
Un errore di trading e Wall Street brucia nel giro di quindici minuti i guadagni accumulati in oltre un anno di contrattazioni. Poi i listini risalgono e il Dow chiude con un calo contenuto al 3,27% a quota 10.512.

Lo S&P 500 ha perso il 3,17% chiudendo a 1.128 punti mentre il Nasdaq ha ceduto il 3,44% a quota 3.319. La responsabilità del crollo improvviso dei listini di Wall Street di oggi ricadrebbe, secondo la Cnbc, su una grande istituzione finanziaria, che avrebbe commesso un errore di trading. Nessuna indiscrezione, al momento sul nome della società, ma si tratterebbe di una delle maggiori istituzioni di Wall Street.

Un errore che, per quasi un’ora, ha portato gli analisti alla ricerca di una spiegazione per il clamoroso collasso dei mercati, cercando di capire se fossero state le preoccupazioni sulla crisi del debito della Grecia ad affondare anche la borsa americana, con il Dow Jones finito quota 10.000 prima di recuperare terreno. Il Dow ha perso 700 punti in quindici minuti, recuperandone 600 nei successivi venti. Qualcuno ha avanzato nei primi minuti addirittura l’ipotesi che possa essersi trattato di un guasto al New York Stock Exchange. Ma il Nyse, dopo avere fatto le necessarie verifiche ha escluso che questo sia accaduto.

Un operatore distratto avrebbe digitato una "b" di billion al posto di una "m" di million mandando in tilt il sistema e facendo scattare il panico sui mercati di tutto il mondo. Il blackout però c’è stato per davvero, l’ondata di vendite è cominciata poco prima delle 15, le 21 in Italia, in un’atmosfera già tesissima sul floor e in una giornata dai volumi di scambio altissimi. I segnali che hanno spinto alcuni analisti a parlare di un glitch, un errore di sistema nei computer della borsa? L’andamento di alcuni titoli, come Procter & Gamble, arrivata fino a un minimo di 45,29 dollari, senza precedenti, crollando del 50% in cinque minuti, o Apple, che ha perso quasi il 20 per cento nel giro di pochi secondi, scendendo fino a 200 dollari.

Il Dow Jones ha perso quasi 998,50 punti prima di recuperare. È il maggior calo intraday di sempre, in termini di punti. Il precedente record negativo il 29 settembre del 2008 per il fallimento di Lehman Brothers. Per alcuni minuti Wall Street ha rivissuto le sensazioni dei giorni più disperati della crisi finanziaria del 2008. Le emittenti televisive avevano le telecamere fisse sui tabelloni luminosi del Nyse, alternate alle drammatiche immagini delle manifestazioni di protesta nelle strade di Atene.

La nube della speculazione intanto continua a intossicare l’Europa e dopo la Spagna e il Portogallo, colpite nei giorni scorsi dai timori di infezione della crisi greca, oggi è toccato all’Italia essere contagiata dalla paura. Piazza Affari ha chiuso in calo del 4,2% mentre la forbice dei rendimenti tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi si è ulteriormente allargata. L’euro è sceso a 1,25 dollari. Una reazione dei mercati che fonti della Banca d’Italia, in serata, hanno definito «ingiustificata», sottolineando come sia frutto del «clima di incertezza che precede il vertice» europeo di domani a Bruxelles e come «il sistema bancario italiano dispone di una quantità di titoli stanziabili sufficiente a fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancario e della provvista all’ingrosso».

L’attacco è partito dopo un report di Moody’s che ha allineato le banche del nostro Paese a quelle spagnole, portoghesi, irlandesi e della Gran Bretagna: tutte considerate a rischio di contagio se, scrive l’agenzia di rating, «le pressioni dei mercati sui rating sovrani (cioè i giudizio sulla sostenibilità del debito degli Stati, ndr) aumenterà». Piazza Affari, dove il peso dei titoli bancari è preponderante, ha chiuso con un crollo dell’indice Ftse Mib del 4,2% piombando ai minimi degli ultimi dieci mesi in una seduta che ha richiamato alla mente i collassi che hanno accompagnato il fallimento di Lehman Brothers. Colossi bancari come Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno chiuso con ribassi superiori al 7% dopo aver toccato minimi dell’11%. Le vendite non hanno risparmiato nessuno: Telecom è crollata del 6,2%, Generali del 5,3%, l’Eni del 3,4%. Ma sotto pressione sono finiti anche i titoli di stato italiani per i quali si continua ad allargare il differenziale di rendimento (spread) rispetto alle obbligazioni tedesche.

I timori di contagio allineano ormai le oscillazioni giornaliere del rendimento dei titoli di stato italiani a quelli agli altri Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna). Il differenziale Bund-Btp decennale è aumentato oggi di circa 30 punti base, in linea con i movimenti di Irlanda e Spagna e un pò meno dei 40 del Portogallo. Ma se oggi gli investitori si sono accaniti sull’Italia, è tutta l’area euro che resta in balia della speculazione. Come dimostra la caduta libera della moneta unica, che è piombata sotto la soglia di 1,26 sul dollaro, ai minimi dal 10 marzo 2009. E come dimostra l’andamento delle altre borse, tutte ancora una volta in deciso calo, con la singolare eccezione di Atene. Nelle ultime tre sedute, mentre la paura da contagio si diffondeva, i listini azionari hanno bruciato quasi 260 miliardi di euro di capitalizzazione. E se Milano ha perso il 4%, gli altri mercati non hanno avuto di che gioire: Parigi ha perso il 2,2%, Londra l’1,5%, Madrid quasi il 3%, Lisbona il 2,1%, Dublino il 2,4%. Solo Francoforte (-0,8%), al cui governo tutti guardano per arginare la crisi, è riuscita a contenere la furia della speculazione.


* La Stampa, 06.05.2010
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 07/5/2010 23.33
Titolo:Trichet: "È una crisi sistemica"
-CRISI


-Eurogruppo, sì a piano da 110 mld
-Trichet: "È una crisi sistemica"

-Il vertice ha ratificato gli aiuti alla Grecia e le misure per dare sostegno alla stabilità dell'euro. In piedi nei prossimi giorni un meccanismo per aiutare Spagna e Portogallo. Obama e Merkel d'accordo "sull'importanza di una risposta politica forte" *

BRUXELLES - I 16 capi di Stato e di governo dell'Eurozona, riuniti a Bruxelles, hanno ratificato gli aiuti per 100 miliardi di euro per la Grecia in tre anni e si sono d'accordo sul rafforzamento delle regole di governo dei bilanci pubblici. L'Europa ha quindi raccolto l'appello formulato dal presidente Barack Obama e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo i quali la risposta politica da parte dei paesi interessati e quella finanziaria dalla comunità internazionale deve essere "forte". Anche per il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, i leader dell'Eurozona devono prendere decisioni perché - ha detto durante la riunione - "siamo in emergenza".

Il monito di Trichet. Al vertice subito il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha messo in guardia i leader: "Attenzione, siamo di fronte ad una crisi sistemica". Trichet - riferiscono fonti - è intervenuto dopo il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso e il presidente francese Nicolas Sarkozy, che hanno entrambi espresso insoddisfazione per il testo di dichiarazione che dovrebbe uscire dal Vertice. Secondo Barroso e Sarkozy, il messaggio "è troppo debole" e "non contiene segnali abbastanza forti per un'azione rapida, così come richiesto dalla situazione". Barroso e Sarkozy hanno chiesto ai partner "un linguaggio più forte" e "impegni più fermi".

Il documento. Il testo - secondo fonti spagnole - contiene "un forte messaggio sul sostegno alla Grecia, il secondo riguarda la disciplina di bilancio dell'eurozona, che include anche una dichiarazione dei leader dei 16 paesi a prendere anche misure aggiuntive", se sarà necessario per rispettare gli obiettivi di rientro dai deficit eccessivi. Il terzo messaggio riguarda il rafforzamento della governance economica dell'eurozona, mentre il quarto riguarda i mercati, e probabimente anche le agenzie di rating.

Le stesse fonti hanno chiarito che le conclusioni "saranno basate principalmente sulla lettera congiunta Merkel-Sarkozy" che la cancelliera tedesca e il presidente francese hanno inviato al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e al presidente della Commissione Jose Manuel Durao Barroso, nella quale hanno chiesto un rafforzamento del Patto di stabilità, l'estensione della sorveglianza strutturale a questioni strutturali e di competitività e la creazione di un meccanismo permanente di soluzione delle crisi. Il premier greco Giorgio Papandreou arrivando al summit ha già detto che i leader dell'eurozona oggi intendono "ribadire la fiducia nelle nostre economie e nella moneta comune".

Oltre a questo una delle ipotesi a cui si starebbe lavorando in queste ore a Bruxelles riguarderebbe un meccanismo di "intervento rapido" da mettere in piedi già nei prossimi giorni per essere pronti ad aiutare Paesi della zona euro come Spagna e Portogallo. Il meccanismo potrebbe prevedere l'intervento della Bce e l'adozione di strumenti come l'emissione di titoli di debito pubblico europeo, i cosiddetti eurobond.

Gli incontri preliminari. Il vertice, preceduto da ben quattro ore di consultazioni bilaterali, nel corso delle quali tutti hanno parlato con tutti in incontri vorticosi che hanno indicato chiaramente quanto la situazione sia complessa e potenzialmente esplosiva, si può già considerare storico. I leader sono determinati a concludere l'incontro con un "messaggio forte e condiviso" di stabilità dell'eurozona e con concrete misure di contrasto ai rischi di eventuali nuove crisi. Nel pomeriggio la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva già ribadito la necessità di un "inasprimento della disciplina di bilancio" e un'"accelerazione" degli sforzi di regolamentazione del settore finanziario. Il messaggio che i leader intendono inviare ai mercati dal vertice dell'Eurogruppo "non è sufficientemente forte" neanche per il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Durao Barroso. "Barroso sta lavorando per rafforzare la dichiarazione che deve lanciare ai mercati un messaggio per una volontà politica forte, qui e ora", hanno spiegato le fonti. I due punti su cui Barroso non è soddisfatto sono la creazione del meccanismo permanente per prevenire crisi future e il rafforzamento del governo comune dell'economia. "Il presidente ritiene che è arrivano il momento di fare quello di cui da tempo si discute". Anche secondo Berlusconi servono "misure chiare, concrete ed efficaci per difendere l'euro, rafforzare l'Europa e l'Unione monetaria", ha detto il premier negli incontri bilaterali avuti oggi a Bruxelles. "Oggi - ha aggiunto - non è più il momento di lanciare solo messaggi di buone intenzioni".

Obama: forte risposta. E sulla forza del messaggio l'ultima parola è stata quella del presidente americano, Barack Obama. "Siamo entrambi d'accordo sull'importanza di una risposta politica forte da parte dei paesi interessati e di una forte risposta finanziaria da parte della comunità internazionale", ha dichiarato da Washington. "Ho detto chiaramente che gli Stati Uniti sostengono gli sforzi intrapresi e in questo periodo critico vogliamo continuare a collaborare con i leader europei e con il Fmi", ha aggiunto.

Tremonti: incontro "storico". Per il ministro delle finanze "questa è una crisi globale e non si fermerà al nostro continente. Quella in atto a bruxelles è una discussione tra capi di stato e di governo di rilevanza storica - ha detto Tremonti -. Il ruolo dei capi di stato e di governo è fondamentale in questo momento. La discussione fra i membri del G7 è fondamentale". Tremonti ha concluso osservando che "se c'è la forza di una visione comune per capire che la speculazione è solo una parte del problema, credo che ci siano ragioni per essere fortemente ottimisti, altrimenti lo scenario può essere diverso".


* la Repubblica, 07 maggio 2010

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