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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org LA BI-CURIOSITA' DEGLI ADOLESCENTI E IL PROBLEMA DELL'IDENTITA'. Ricerche e domande sui mutamenti antropologici in corso. Un resoconto di Maria Novella De Luca e il parere di un endocrinologo raccolto da Arnaldo D'Amico,a cura di Federico La Sala

NATURA E CULTURA: ANTROPOLOGIA E FILOSOFIA. Al di là degli stereotipi dell’identità di genere (sessuale), verso l’identità di genere e di essere umano ...
LA BI-CURIOSITA' DEGLI ADOLESCENTI E IL PROBLEMA DELL'IDENTITA'. Ricerche e domande sui mutamenti antropologici in corso. Un resoconto di Maria Novella De Luca e il parere di un endocrinologo raccolto da Arnaldo D'Amico

"La bisessualità nell’adolescenza è sempre esistita, solo che ora non è più un tabù"(Federico Batini, ricercatore di Pedagogia).


a cura di Federico La Sala

  Sempre più adolescenti sperimentano l’omosessualità e 
  esplorano orgogliosamente territori di confine. Lontani 
  da scuola e famiglia, le loro confidenze viaggiano su 
  Internet. E ora gli specialisti si chiedono: 
  specchio dei tempi o semplice moda

  IDENTITA’ SESSUALE 
  Sotto il segno dell’ambiguità è la generazione "bi-curious"

  "La bisessualità nell’adolescenza è sempre esistita, 
  solo che ora non è più un tabù"

  di Maria Novella De Luca (la Repubblica, 09.03.2010)

Mutano, si nascondono, giocano con l’ambiguità. Ragazzi nell’età incerta, che scoprono se stessi, la sessualità, il corpo che cambia, e sperimentano sempre più territori di confine. Non solo "etero" dunque, ma anche "omo" e soprattutto "bisex". Hanno tra i quattordici e i diciotto anni e fanno parte di un movimento young-adult che in tutto il mondo ha fatto dell’ambiguità il proprio modo di amare. Le ragazze camminano mano nella mano, provano baci e carezze, i maschi si fermano ad abbracci più virili ma più espliciti di un tempo: più che bisex molti si definiscono bi-curious, curiosi doppiamente, si vestono con stile androgino, si ispirano all’inquieto movimento "Emo", si incontrano e si confidano in una galassia di siti e blog dove raccontano la loro ambiguità.

Un fenomeno così vasto e dichiarato, un outing così collettivo, che ormai da diversi mesi psicologi, sociologi, medici (ma anche cacciatori di tendenze) hanno messo il fenomeno dei teenager bisex sotto la lente di ingrandimento. Per capire se qualcosa è davvero cambiato nella sessualità dei giovani. O se invece gli adolescenti non abbiano semplicemente smesso di nascondere la loro indefinitezza sessuale. In una recente ricerca dell’Istituto di ortofonologia di Roma, è stato calcolato che tra gli undici e i sedici anni il 35 per cento delle ragazze, e addirittura il 60 per cento dei ragazzi, si è avvicinato o ha provato l’esperienza omosessuale.

Ma, al di là dei numeri, per Francesca Sartori, docente di Sociologia del genere all’università di Trento, tutto questo è la spia di un «forte cambiamento culturale». «L’adolescenza è l’età dell’onnipotenza, del voler provare tutto. La novità è che questa generazione sembra voler fare della propria ambiguità un modo di essere, una bandiera. Del resto questi teenager sono i figli di una società dove i ruoli tradizionali sono caduti, dove la confusione è forte, dove la moda, proprio sfruttando queste tendenze giovanili, propone immagini efebiche di maschi glabri e femmine senza seno, quasi indistinguibili. A mio parere però - aggiunge Sartori - è un azzardo parlare di gioventù bisex, perché è soltanto un’avanguardia trasgressiva che gioca con questi ruoli. E tra qualche anno capiremo se si tratta di "effetto età" o di un vero cambiamento. È certo, però, che gli adolescenti sperimentano una nuova libertà, ma anche un nuovo modo di non definirsi».

L’ultimo rapporto della Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia, segnala che gli adolescenti hanno le loro prime esperienze sessuali tra i quattordici e i sedici anni. Ed è in quel momento che la sperimentazione sessuale abbraccia più strade e più forme. E dove la scuola funge da terreno di conoscenza.

Un tema a cui Federico Batini, ricercatore di Pedagogia all’università di Perugia, ha dedicato L’identità sessuale a scuola. «La bisessualità nell’adolescenza è sempre esistita, ma adesso non è più un tabù. Però il vero problema è che ai ragazzi mancano gli strumenti per decodificare ciò che gli accade, della sessualità sanno ciò che scoprono su Internet, spesso in modo grossolano e non selezionato. In famiglia il discorso non viene affrontato e a scuola non se ne parla affatto. La verità - conclude - è che non esiste per i giovani una alfabetizzazione sessuale».

Legge invece il diffondersi della bisessualità tra gli adolescenti come un problema legato al riconoscimento di sé Simonetta Putti, psicologa e psicoterapeuta, curatrice di un saggio a più voci dal titolo: Chirone, dinamiche dell’identità di genere. «Il disagio esistenziale è oggi un dato diffuso anche tra adolescenti e ragazzi. E se la sessualità non costituisce più un’area di divieto da parte dei genitori, è l’area dell’affettività e del sentimento ad essere in difficoltà, e sempre più "tecnomediata" da Internet, mail, sms. E infatti, dietro questa crisi dell’identità di genere, c’è a mio parere la forte crisi di identità di questa generazione».



  L’ENDOCRINOLOGO

 

  Dalle ricerche l’allarme sulle sostanze che disturbano gli ormoni sessuali

  “Ma in realtà la confusione dei ragazzi dipende dalle sofferenze psicologiche"

  di Arnaldo D’Amico (la Repubblica, 09.03.2010)

Adolescenti confusi, è colpa degli ormoni? La domanda spunta dalle ultime ricerche che stanno scoprendo anche nella specie umana le influenze sulla fertilità, sui caratteri sessuali ma anche sul comportamento, osservati da tempo nel mondo animale. Sono causati dalla diffusione nell’ambiente di una particolare categoria sostanze - su cui la Food and Drug Administration americana la scorsa settimana ha lanciato l’allarme - che interferiscono negli equilibri degli ormoni sessuali.

Dai pesci di un fiume del Colorado in cui aumenta la percentuale di femmine passando dalle sorgenti alla foce, dove l’acqua è piena di scarichi industriali, alle rane di un lago africano in estinzione perché i maschi rimangono castrati chimicamente da un fitofarmaco diffuso nell’acqua. Sino alla ricerca di due settimane che ha scoperto una tendenza androgina su adolescenti maschi del nord Italia: riduzione delle dimensioni medie di pene e testicoli, aumento dei casi di "micropene", distribuzione del grasso tendente a quella di tipo femminile ed aumento di statura dovuto soprattutto ad allungamento delle gambe.

«Scoperta che non sorprende - dice il responsabile della Uo di Endocrinologia dell’Età evolutiva dell’ospedale Cervello di Palermo, Piernicola Garofalo, presidente dell’Associazione medici endrocrinologi, Ame - ci voleva solo più tempo perché gli effetti visti sugli animali si scoprissero anche nella specie umana: queste sostanze agiscono già in dosi minime, ma con tempi lunghi, di decenni. Si chiamano "interferenti endocrini" proprio perché, pur se nati con scopi diversi, come additivi delle plastiche, pesticidi, fitofarmaci, ecc, casualmente hanno la capacità di bloccare l’azione degli ormoni, in particolare gli androgeni, una volta nel corpo».

Quando agiscono e che effetto hanno?

«Agiscono durante lo sviluppo sessuale che inizia nel grembo materno e si conclude intorno ai venti anni, con fasi più o meno intense. In questo periodo gli organi riproduttivi si differenziano in maschili e femminili e poi maturano. Si acquisiscono i caratteri sessuali esterni corrispondenti, distribuzione dei peli, del grasso corporeo, tono della voce e dimensioni degli organi sessuali. Il tutto è scritto nei geni che plasmano il corpo in senso maschile o femminile attraverso gli ormoni sessuali. Ma gli interferenti endocrini, contrastando l’azione degli ormoni sessuali, frenano tutto il processo di sviluppo sessuale».

Influenzano anche il comportamento?

«Certo, il carattere maschile e femminile sono determinati dall’azione dei rispettivi ormoni sessuali sul cervello, soprattutto nelle prima fasi di sviluppo quando maggiore è la neuroplasticità».

Quindi le confusioni sulla identità sessuale degli adolescenti possono dipendere da squilibri ormonali?

«Il teoria si, perché in animali di laboratorio si può arrivare ad "invertire" l’aspetto sessuale con dosi massicce di ormoni del sesso opposto a quello dei geni. In pratica no, per due motivi. Primo, gli interferenti endocrini riducono i caratteri sessuali maschili e basta, non stimolano quelli femminili. E’ il fenomeno della androginia. Secondo, gli adolescenti che stanno a disagio nel proprio sesso hanno profili ormonali e tutto il resto perfetti 9 volte su 10. La causa sta in sofferenze psicologiche e esistenziali che si focalizzano sulla identità sessuale, che pertanto è solo un bersaglio. Parola di endocrinologo».


Sul tema, in rete, si cfr.:

  EUROPA: EDUCAZIONE SESSUALE ED EDUCAZIONE CIVICA. ITALIA "NON CLASSIFICATA"!!! 
  Per aggiornamento, un consiglio di Freud del 1907

  DONNE: IL CORAGGIO DI PRENDERE LA PAROLA

  Sulla spiaggia. Di fronte al mare... 
  CON KANT E FREUD, OLTRE. Un nuovo paradigma antropologico: 
  la decisiva indicazione di ELVIO FACHINELLI



Mercoledì 10 Marzo,2010 Ore: 10:04
 
 
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