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www.ildialogo.org DIECI GIORNI DI CINEMA FESTIVAL AFRICANO,di JESSICA CUGINI

DIECI GIORNI DI CINEMA FESTIVAL AFRICANO

di JESSICA CUGINI

DONNE FUORI DALLE REGOLE, PROTAGONISTE OLTRE LA CINEPRESA AL FSTIVAL DEL CINEMA AFRICANO DI VERONA, DI JESSICA CUGINI, VERONA 15-24 NOVEMBRE 2013, A CURA DI CARLO CASTELLINI.
Una donna multi sfaccettata. Come se il suo volto, ritratto dalla grande fotografa camerunese ANGELE ETOUNDI ESSAMBA, fosse sotto lo sguardo di un KALEIDOSCOPE (tema scelto per la XXXIII edizione del Festival dei Cinema Africano di Verona). E' questa l'immagine che ha accompagnato la dieci giorni scaligera dedicata alla cinematografia delle Afriche, lo scorso mese di novembre.
Un'immagine quasi profetica. Se si tiene conto che quest'anno le le registe autrici di film, corti e documentari in concorso erano ben quindici. E se si aggiunge a questo che due dei tre componenti della nuova direzione artistica sono donne: VANESSA LANARI, e GIUSI BUEMI (per par condicio, nominiamo anche la quota azzurra STEFANO GAIGA).
Si potrebbe ben dire dunque, che è stato un Festival al femminile questo del 2013. Molti film hanno parlato di donne, donne capaci di mostrare la loro tenacia, con un protagonismo spesso inaspettato, nelle situazioni più disparate, in culture che nel nostro immaginario occidentale vengono rappresentate sempre in maniera poco dinamica, soprattutto quando si tratta di situazioni al femminile.
IL VELO DELL'AUTODETERMINAZIONE.
La XXXIII edizione ha saputo mettere in mostra quanto sia in fermento l'AFRICA delle donne. Quanto le donne non seguano supinamente le regole imposte dai poteri, dalle religioni o dalle tradizioni, ma incidano con le loro scelte su una società che dovrà tenere conto del fatto che ci sono anche loro, che vogliono dare e dire il proprio punto di vista, incidere sul cammino delle loro collettività e delle proprie famiglie.
Ne è dimostrazione la prima proiezione MILLEFEUILLE, del regista tunisino NOURI BOUZID, che attraverso la vita quotidiana di due amiche AICHA E ZEINAB, mostra il volto inedito della primavera tunisina, quella del gennaio 2011, che aspira ad uno Stato laico e democratico, mentre vive in una società caotica, stratificata – dalle “MILLE FOGLIE” APPUNTO – in cui modernità e tradizione cercano ancora una modalità per coesistere.
AICHA E ZEINAB, sono l'emblema della rivolta. Le loro storie di resistenza personale contro uomini che vorrebbero che portassero o togliessero l'HIJAB
(IL VELO) si mescolano alle immagini di un Paese in piazza per rovesciare il regime.
Le due giovani donne rappresentano il cambiamento che avanza, fanno parte di quella generazione che rivendica la libertà di scelta.
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AICHA che lavora per mantenere le sorelle, ha deciso di mettere l'HIJAB,
non ostante il proprietario della pasticceria faccia di tutto per convincerla a toglierlo e offrire ai clienti in sala un'immagine più seducente. ZEINAB invee il velo non lo vuole mettere, non ostante le richieste della famiglia e le pressioni del fidanzato, un imprenditore che, dopo essersi arricchito sotto il regime di BEN ALI e trasferitosi in Francia, pensa a una carriera politica e non gradisce l'idea di una futura moglie non velata.
Le due, pur nella diversa scelta, sono complici. Determinate e fiere delle proprie posizioni, scendono in piazza per mano, rivendicando un'unica libertà l'autodeterminazione di essere sé stesse. Un aspetto che NOURI BOUZID, ha voluto sottolineare:”Dopo la rivoluzione, ha raccontato il regista in un'intervista, c'è stata una crescita sorprendente di donne che portano l'HIJAB, come forma di incarnazione di un impegno politico, in un paese in cui il velo era quasi proibito”.
PICCOLE SCELTE RIVOLUZIONARIE.
E la determinazione femminile è ancora più d'impatto quando a incarnarla è una bambina che si ribella a una tradizione che vieta alle donne di presenziare alle esequie dei propri cari. Sarà per questo che, quando la giuria ufficiale, proclama il cortometraggio marocchino QUAND ILS DORMENT, di MARIANNE TOUZANI, vincitore della sezione AFRICA SHORT, in sala scoppia un applauso commosso.
“La tenerezza della vicenda narrata attraverso gli occhi di una bambina che, con disincanto e dolcezza, viene a contatto per la prima volta con il tema della morte,
rende il filmato un poetico momento cinematografico”, spiegano i giurati. E se si pensa alla storia di SARA, che non vuole rinunciare alla per un'ultima volta quel nonno che le ha fatto da padre, che non ci sta a seguire delle regole che le vietano di starle accanto, non si può non ritrovarsi in questa motivazione. La piccola, cui viene proibita la veglia, aspetta. Attende che sia notte fonda, e “QUANDO LORO DORMONO”, si avvicina al nonno HASHEM, per trascorrere con lui ancora un ultimo momento.
E' un momento toccante, poetico, che mostra la perseveranza della bambina, che ha capito che ci sono imposizioni che non possono né devono frapporsi ai sentimenti. Che le regole si possono infrangere quando sono inspiegabili al cuore. SARA è l'unica donna a salutare HASHEM E' la rappresentazione della donna di domani., è la speranza che riponiamo nelle bambine che sanno guardare l'oggi con occhi, anche grazie a uomini che per primi non tramandano uno sguardo patriarcale su di loro.
Il grande schermo del Festival mostra tanti gesti che potrebbero apparire semplici, ma che manifestano la determinazione di chi sene l'imposizione come un'ingiustizia. Di chi non ci sta a a seguire regole che non comprende. E anche la scelta della giovane professionista, protagonista del cortometraggio di HELMY NOUH,
“PAPER BOAT”, che osa per la prima volta, uscire di notte da sola, per bere una birra e per discutere con uno sconosciuto il destino del loro Paese, l'Egitto, è un piccolo segno di cambiamento.
Una concessione di una libertà che ha la forma della “barchetta di carta”, che lo sconosciuto costruisce mentre fantasticano insieme di un futuro differente. Un futuro che nasce dall'audacia delle donne cui le regole vanno strette. (JESSICA CUGINI).



Martedì 21 Gennaio,2014 Ore: 20:16
 
 
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