- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (333) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org I morti di Lampedusa sono già acqua passata,di Marlies Uken

Die Zeit online – 24 ottobre 2013-11-24
Vertice dell’Unione Europea

I morti di Lampedusa sono già acqua passata

di Marlies Uken

(Traduzione dal tedesco di José F. Padova)


Se dovessi cercare un termine per definire la nostra epoca, userei "superficiale". Tutti abbiamo visto i rappresentanti del governo italiano e di quello europeo (si fa per dire, l'Europa non ha un governo democraticamente eletto) impietriti davanti alle bare di Lampedusa. Se qualche lacrima è caduta, purtroppo dobbiamo pensare che si trattasse di una sceneggiata. Infatti, a che cosa sono servite le promesse di funerali di Stato e la concessione ai morti della cittadinanza italiana? Dopo un paio di giorni tutto si è dissolto nella nebbia ed è rimasta, per i futuri scampati ai naufragi, l'incriminazione per immigrazione illegale.
L'articolo che accludo e che è stato scritto da penna tedesca, di quel Paese che più si oppone a una nuova regolamentazione del diritto di accoglienza e di asilo, ne è la conferma.
JFPadova
Die Zeit online – 24 ottobre 2013-11-24
Vertice dell’Unione Europea
I morti di Lampedusa sono già acqua passata
I capi di governo dell’Unione Europea si sono riuniti per il primo vertice dopo la catastrofe degli immigrati morti a Lampedusa. Di una riforma del diritto di asilo non ne vogliono più sapere.
Marlies Uken
(Traduzione dal tedesco di José F. Padova)
zeit.de

Sono passate esattamente tre settimane dalla tragedia dei profughi davanti all’isola italiana di Lampedusa, con più di 380 morti. L’Europa era indignata e scioccata, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso osservava senza parole le centinaia di bare. All’unisono in tutte le capitali d’Europa i politici affermavano che lo stato di emergenza a Lampedura era di livello europeo, che non si poteva girare la testa dall’altra parte.

Giovedì si sono riuniti a Bruxelles i capi di Stato e di governo europei per il vertice. È il loro primo incontro dopo la catastrofe. Quando, se non adesso, i massimi rappresentanti dei 29 Stati europei avrebbero poturo giungere a una decisione su una nuova politica per i profughi?.
Il sindaco di Lampedusa; Giusi Nicolini, aveva fatto appello, giovedì mattina, ai capi di Stato e governo, ribadendo la necessità di una riforma della politica europea riguardo ai profughi. “La politica dell’asilo dell’Unione Europea deve essere cambiata”, aveva detto. “Senza un nuovo diritto di asilo e di immigrazione non sono soltanto gli immigranti, ma l’Europa intera che va a fondo davanti a Lampedusa”. Il capo del governo italiano Enrico Letta aveva già ripetutamente sollecitato una riforma del diritto di asilo. In un’intervista con Zeit online anche il ministro greco dell’Interno aveva chiesto una riforma; il suo Paese è particolarmente colpito dall’arrivo dei flussi di immigrazione.

Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo, aveva proposto a Bruxelles una legge europea sull’immigrazione. Inoltre sarebbe dovuto essere possibile invalidare temporaneamente l’attuale sistema di accoglienza quando i Paesi ai confini dell’Europa avessero raggiunto il limite della loro capacità. Nel caso della Grecia si è già arrivati a questo punto: la Germania e la Svezia non respingono più i fuggiaschi nei campi greci per profughi.
Eppure il prevedibile esito del vertice EU non soddisferà per niente Nicolini, Letta e i molti attivisti per i diritti umani che si battono per una nuova politica dell’immigrazione. Prescindendo dal fatto che lo spionaggio sul cellulare della Merkel la fa da padrone dei contenuti di vertice: già la bozza della dichiarazione finale mostra che per il momento i capi di governo non sono pronti a ridiscutere la politica sui rifugiati – nonostante le molte manifestazioni pubbliche d’indignazione dopo la tragedia di Lampedusa.

”Profondo rammarico” dopo la tragedia di Lampedusa
Nella bozza del documento finale il Consiglio esprime sì il suo “profondo rincrescimento” e chiede un’azione decisa per ridurre al minimo il numero dei morti in mare. Nel medesimo contesto, però, mette in evidenza che si tratta anche di una “ripartizione corretta degli oneri”. E questo significa chiaro e tondo: niente cambierà.
Con il termine ripartizione degli oneri s’intende la ripartizione dei profughi in Europa,ovvero in concreto: chi ne è competente. Già prima del vertice rappresentanti del governo di Berlino sottolineavano che il Regolamento di Dublino II, vecchio di dieci anni, non era in discussione. Esso stabilisce che il Paese che accoglie per primo un profugo ne è responsabile per il procedimento di concessione del diritto d’asilo e per il mantenimento.

Nella bozza è detto chiaramente: l’Europa si attiene alle sue istituzioni finora in atto e vuole preferibilmente discuterne in un contesto più ampio - e perciò inconsistente. I capi di governo si esprimono a favore di una più stretta cooperazione con l’Organizzazione per gli aiuti ai profughi delle Nazioni Unite. Inoltre, per risolvere il problema dei profughi, se ne dovrebbero migliorare le condizioni di vita nei Paesi di origine.

L’unica esortazione appena un poco concreta si rivolge alla cosiddetta Task Force, che all’inizio del mese i ministri degli Interni europei hanno messo in piedi. Essa dovrebbe prendere in esame aiuti finanziari, sostegno nella difesa dei confini e collaborazione con i Paesi africani d’origine. Il provvedimento avvia la continuazione della politica seguita finora.

Si andrà avanti soltanto a metà del 2014
Questa Task Force dovrebbe presentare i suoi primi risultati al prossimo vertice europeo. Poi in giugno 2014 si discuterà nuovamente sul tema asilo e rifugiati. Tuttavia ciò avverrà precisamente un mese dopo le elezioni del Parlamento Europeo – quando non c’è ancora una Commissione europea nel pieno dei suoi poteri e quindi nuovamente non verranno fuori risultati tangibili.
Come ben poco accada, non appena le telecamere se ne sono andate, lo dimostra anche il rapporto con le centinaia di morti di Lampedusa. In origine sarebbero dovuti essere seppelliti con il funerale di Stato, e ciò subisce ritardi. Soltanto l’11 novembre, come riferisce il giornale italiano Corriere della Sera, viene celebrato un semplice ufficio funebre. E questo avrà un amaro sapore: si onorano i morti con un atto ufficiale, sui naufraghi sopravvissuti pende la minaccia di una pena e l’espulsione per immigrazione illegale.



Lunedì 25 Novembre,2013 Ore: 16:09
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Stampa estera

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info