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www.ildialogo.org Lampedusa,di Serge Halimi

Le Monde Diplomatique, novembre 2013, pag 1
Lampedusa

di Serge Halimi

(Traduzione dal francese di José F. Padova)


La tragedia di Lampedusa ha mostrato fino a che punto può arrivare l'ipocrisia del mondo politico, italiano ed europeo. Dei coccodrilli non si sono viste neppure le lacrime. La politica ottusa della "fortezza impenetrabile" continua, come si vede, un esempio fra tanti, dal trafiletto sull'incontro fra Alfano e i "gendarmi" svizzeri.
Ormai anche sulla stampa "benpensante" (di sinistra?) europea mi è sempre più difficile trovare tracce di seria riflessione sui temi che colpiscono nel corpo e nell'anima il popolo vero, quello che si impoverisce e non vede avvenire per i propri figli: giustizia sociale, equa ripartizione del reddito complessivo, provvedimenti per il lavoro, pari diritti all'istruzione e quindi valorizzazione dei veri talenti, e tanti altri.
Posso proporvi la lettura del commento che fa il solito Monde Diplomatique sull'immigrazione.
JFPadova
Le Monde Diplomatique, novembre 2013, pag 1
Lampedusa
Serge Halimi
(Traduzione dal francese di José F. Padova)
Trent’anni fa la fuga dal sistema politico oppressivo del loro Paese valeva per i candidati all’esilio le lodi dei Paesi ricchi e della stampa. Allora si considerava che i rifugiati avevano «scelto la libertà», vale a dire l’Occidente. Così a Berlino un museo onora la memoria dei centotrentasei fuggitivi che fra il 1961 e il 1989 avevano trovato la morte tentando di superare il muro che divideva in due la città.
Le centinaia di migliaia di siriani, di somali, di eritrei che in questo momento «scelgono la libertà» non sono accolti con lo stesso fervore. A Lampedusa una gru è stata requisita, il 12 ottobre scorso, per caricare su una nave da guerra le spoglie di quasi trecento di loro. Il muro di Berlino di questo boat people è stato il mare; la Sicilia il loro cimitero. La nazionalità italiana è stata loro concessa a titolo postumo.
La loro morte sembra abbia dato ispirazione a responsabili politici europei. Il 15 ottobre scorso il signor Brice Hortefeux, ex ministro degli Interni francese, ritenne per esempio che i naufraghi di Lampedusa obbligavano a rispondere «a una prima urgenza: fare in modo che le politiche sociali dei nostri Paesi siano meno attraenti (1)». E se la prese con le prodigalità che, secondo lui, attirano i rifugiati verso le coste del Vecchio Continente: «L’aiuto sanitario di Stato permette a persone che sono venute sul [nostro] territorio senza rispettare le nostre regole di essere curate gratuitamente, mentre per i francesi ci possono essere fino a 50 euro di ticket».
Non gli restava che concludere: «La prospettiva di beneficiare di una politica sociale attraente è un elemento motore. Non si hanno più i mezzi per farlo». Non si sa se il sig. Hortefeux immagina anche che è a causa dell’attrattiva offerta dagli aiuti sociali pachistani che un milione e seicentomila afghani hanno trovato rifugio in quel Paese. O che è per approfittare delle prodigalità di un regno la cui ricchezza per abitante è sette volte inferiore a quella della Francia che più di cinquecentomila rifugiati siriani hanno ottenuto asilo in Giordania.
Trent’anni fa l’Occidente si valeva della sua prosperità e delle sue libertà come di un ariete ideologico contro i sistemi che combatteva. Alcuni dei suoi dirigenti utilizzano, fin da ora, la miseria dei migranti per affrettare lo smantellamento di tutti i sistemi di protezione sociale. Poco importa a tali manipolatori di disgrazie che la schiacciante maggioranza dei rifugiati del Pianeta siano quasi sempre accolti da Paesi appena meno miserabili dei loro.
L’Unione Europea, quando non intima a questi Stati, già vicini al punto di rottura, di «fare cessare il business indegno delle imbarcazioni di fortuna (2)», ingiunge loro di diventare Stati-cuscinetto, di proteggerla dagli indesiderabili braccandoli o imprigionandoli nei campi di detenzione (3). La cosa più sordida è che tutto questo non durerà che un tempo [limitato]. Perché, un giorno, il Vecchio Continente farà nuovamente appello a giovani immigrati per arginare il suo declino demografico. Allora le parti s’invertiranno, i muri cadranno, i mari si apriranno …
(1) RTL [emittente TV], 15 octobre 2013.
(2) Tweet della sig.ra Cecilia Malmström, Commissario europeo agli Affari interni, che metteva in causa la Libia e la Tunisia, l’11 ottobre 2013.

(3) Vedi Alain Morice e Claire Rodier, « Comment l’Union européenne enferme ses voisins » [Come l’ue rinchiude i suoi vicini], Le Monde diplomatique, juin 2010.



Lunedì 18 Novembre,2013 Ore: 19:31
 
 
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