- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (272) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Disuguaglianza sociale<br>Società spaccata,

Die Zeit, Hamburg – 30 dicembre 2011
Disuguaglianza sociale
Società spaccata

 Quando leggo, e traduco, articoli come quello che allego e altri che seguiranno, ho la sensazione di ascoltare il sismografo della storia. Diventano sempre più pressanti le ammonizioni perché si provveda subito al cambiamento di rotta: l'ingiustizia nella ripartizione dei redditi diventa sempre più grande, l'allarme sociale per ora è un brontolio lontano (?!) di un terremoto che si avvicina. 
Sul ponte di comando ci sono però tanti Schettini, per ora.
Chi se non noi dovremmo cacciarli? Ma: con chi sostituirli? Il panorama politico è desolante. Perfino un De Gaulle potrebbe andare bene, se non ci sono gli Adenauer, i Marshall, i De Gasperi, anche.
Gli ufficiali del bestione semiaffondato si sono ammutinati al comandante inetto, pare. Un esempio?
J.F.Padova

Die Zeit, Hamburg – 30 dicembre 2011

Disuguaglianza sociale
Società spaccata
La frattura fra povero e ricco è aumentata negli ultimi tempi in misura particolarmente elevata. A questo la politica deve reagire.
(traduzione dal tedesco di José F. Padova)
http://www.zeit.de/2011/50/Soziale-Ungleichheit/seite-1

La notizia è allarmante: in Germania cresce la spaccatura fra poveri e ricchi. Negli ultimi anni i redditi sono andati alla deriva, allontanandosi gli uni dagli altri con una velocità che non si riscontra in nessun altro Paese industriale, come dimostra uno studio della OECD Organizzazione dei paesi industrializzati, secondo il quale nella società tedesca si apre  una frattura sempre più vasta. È questa una tendenza preoccupante che la politica non può non affrontare.

Da ultimo – i dati più recenti risalgono al 20068 – qui da noi il dieci percento più in alto nella gerarchia dei redditi disponeva di otto volte più denaro del dieci percento più in basso. In alto le entrate nette ammontavano in media a 57.300 euro all’anno, in basso a circa 7.400 euro. In questo calcolo sono compresi tutti i generi di reddito. Negli anni ’90 il distacco era ancora nettamente più piccolo. La tendenza è dunque evidente.

Per questo incremento vi è una serie di cause, che tuttavia non costituiscono giustificazioni per osservarle senza intervenire. Il fatto è che nei due ultimi decenni la ripartizione dei redditi in molti Paesi industrializzati si è divaricata. Considerando lo studio dell’OECD due cause colpiscono in modo particolare: in primo luogo il progresso tecnico. I computer e le altre macchine rendono più facilmente sostituibile soprattutto il lavoro elementare. Questo pesa sui salari dei lavoratori, mentre gli operatori altamente qualificati approfittano ancor più di una maggiore tecnologia. In secondo luogo gli stessi posti di lavoro si sono modificati: vi sono più posti di lavoro a tempo parziale, specialmente nel settore dei servizi, spesso occupati da donne e sovente pagati male. Anche questo conduce alla polarizzazione. Accanto a una serie di altre cause qui da noi può avere un forte influsso il fatto che la Germania ha dovuto e deve tuttora portare a termine la sua riunificazione.

D’altra parte un fattore di disuguaglianza, che viene subito in mente a molti, secondo l’OECD non ne fa parte: le riforme del mercato del lavoro. In molti Paesi i mercati del lavoro sono stati resi flessibili. Simili riforme, come spiegano dettagliatamente gli esperti dell’OECD, portano alla spaccatura, perché suscitano diversità di salari più elevate e nello stesso tempo hanno effetto contrario sulla divaricazione, perché gettano sul lastrico un maggior numero di persone. Nella maggior parte dei casi i due effetti si sarebbero annullati a vicenda. I calcoli dell’OECD fanno pensare che ciò valga anche per la Germania.

La politica può agire
Le cause dell’aumentata divaricazione dei redditi sono quindi più complesse di quanto frequentemente viene ammesso. E molte di queste cause – come il progresso tecnologico – non possono essere facilmente rimosse.

Tuttavia la disuguaglianza non è un cieco destino di fronte al quale la politica si trova impotente. Lo Stato dispone di molte leve per opporvisi. Il mezzo più semplice, ma anche molto efficace, sono le imposte. Ultimamente proprio le imposte su chi guadagna di più sono state abbassate e sarebbe possibile e giusto riportarle all’indietro di un bel pezzo, a ogni costo. La formazione – soprattutto per i meno privilegiati e per i disoccupati che si impegnano per riottenere il lavoro – è pure uno strumento per contrastare una polarizzazione. Per quanto riguarda le riforme del mercato del lavoro molti elementi suggeriscono di non modificare completamente l’attuale indirizzo, ma piuttosto di apportare oculate correzioni. Un salario minimo più basso, una migliore retribuzione per il lavoro temporaneamente “in affitto” – tutto ciò non dovrebbe costare posti di lavoro, ma potrebbe contribuire alla coesione sociale.

Non sono in assoluto necessarie riforme radicali, in quanto la Germania malgrado lo sviluppo degli anni scorsi è ancora lontana da una spaccatura sociale estrema. In un confronto su piano internazionale si pone addirittura nel gruppo di centro. La società tedesca è oggi all’incirca più o meno ugualitaria come quella francese, olandese o svizzera.

Tuttavia la tendenza osservata recentemente non può svilupparsi sfrenatamente. Oltre a ciò soprattutto i Paesi scandinavi dimostrano che una compensazione sociale è sempre e ancora possibile. La Germania è stata per lungo tempo un Paese che si presentava allo stesso modo, ma che nel frattempo ha perduto questo status speciale. Adesso occorre fare attenzione perché non si scivoli su una posizione dalla parte opposta dello spettro.


Ndt.: aggiungo un articolo che, anche se con tono non squisitamente scientifico "alla Monti", illustra la situazione in Italia (le relative statistiche si trovano sul sito della Banca d'Italia ):
Il vero stato della ricchezza in Italia (correggo il dato sul patrimonio complessivo delle famiglie italiane, che ammonta a circa 9.500 miliardi di euro e non 9 miliardi e mezzo)




Giovedì 19 Gennaio,2012 Ore: 21:43
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Stampa estera

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info