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www.ildialogo.org Prima del vertice europeo sulla crisi “L’Italia – peggio della Grecia”,di Cerstin Gammelin, Bruxelles e Andrea Bachstein, Roma

Sueddeutsche Zeitung online 20 ottobre 2011
Prima del vertice europeo sulla crisi “L’Italia – peggio della Grecia”

di Cerstin Gammelin, Bruxelles e Andrea Bachstein, Roma

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)


 Si è visto come si è concretizzata l'accelerazione impressa dai due governi-traino dell'Europa alla (quasi disperata) ricerca della soluzione alla crisi: le risate alla conferenza stampa. Che hanno scandalizzato molti, con due conseguenze possibili: indignazione per l'affronto o presa di coscienza di una situazione insostenibile. Rimando su questo all'editoriale di "Repubblica", firmato da Barbara Spinelli: Lo sberleffo della verità - Repubblica.it
http://www.repubblica.it/
Eppure già giovedì 20 ottobre l'autorevole quotidiano bavarese Sueddeutsche Zeitung pubblicava un articolo che avrebbe fatto riflettere, tutti, eccetto il governo (?) e i partiti italici. Vi si intravvede ciò che sarebbe successo e, forse, quello che sta succedendo in queste ore.
J.F.Padova

http://www.sueddeutsche.de/

Una canzonetta qui, una barzelletta là. Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi prende tutto alla leggera. I capi degli Stati e dei governi dell’Unione Europea qualche tempo fa trovavano ancora tutto ciò “molto rilassante”. Ma il clima è cambiato. Nel vertice europeo già fissato essi vogliono salvare l’euro, soltanto Berlusconi sembra essere disinteressato. Il “fattore Italia” causa ai diplomatici dell’Unione Europea i sudori freddi.
Finora il premier italiano Silvio Berlusconi è andato agli incontri di vertice di Bruxelles con il bagaglio leggero. Se i suoi colleghi europei si azzannavano in dibattiti molto seri lui tirava fuori i suoi pensierini. Una volta intonava inaspettatamente una canzoncina, un’altra interrompeva con una barzelletta – ciò che suscitava non soltanto silenzi imbarazzati.

Ancora due anni fa ai piani alti della Commissione Europea si trovava “molto distensivo” trovarsi un Berlusconi nella cerchia dei capi europei di Stato e di governo. Alla fin fine uno “che non prende tutto così sul serio”, si diceva.

Nel frattempo quello che fu l’apprezzamento della disinvoltura italiana si è rovesciato in un incubo. L’Italia è “il più grande problema dell’Eurozona, peggiore di quello della Grecia”, dice un alto diplomatico dell’Unione Europea a Bruxelles, prima del vertice di crisi che da venerdì per tre giorni si svolgerà nella capitale europea.

Eppure non sono i debiti da record del terzo Paese europeo per importanza che danno i sudori freddi ai salvatori dell’euro e neppure la sua situazione economica infiacchita. Invece è il governo a Roma, per il quale evidentemente tutto questo è indifferente, che continua ad agire come se la crisi internazionale fosse uno scenario secondario della politica – e che così porta l’intera comunità monetaria in una difficile situazione.

”L’Italia è il tema principale del vertice”

Da lungo tempo la disinvoltura italiana fa male agli altri partner dell’Euro. Vi è per esempio il Belgio, un Paese ricco, che nonostante la crisi di governo nei mesi scorsi ha realizzato una crescita da record e che fra poco avrà un governo adatto, il quale già ha annunciato di comprimere il nuovo indebitamento al disotto del consentito tre percento riferito al tasso di sviluppo economico.

Persino questo sviluppo positivo sarà oscurato dal grande vicino Italia, che per leggerezza perde ogni fiducia da parte dei cittadini e dei mercati. “Il fattore italiano gioca un grande ruolo sul mercato e quindi nella valutazione di tutti i Paesi europei”, dicono i negoziatori a Bruxelles.

Quando Berlusconi in questo fine settimana verrà al vertice sulla crisi a Bruxelles i suoi colleghi si aspettano che egli metta sul tavolo impegni e fatti. “L’Italia è il tema principale del vertice”, si dice a porte chiuse. Infatti soltanto se Berlusconi finalmente collabora a risolvere la crisi, introducendo riforme e riduzioni di spese, la Comunità monetaria [dell’euro], unita, riuscirebbe a superare la crisi.

Altri diplomatici dell’Unione Europea diventano ancor più inequivocabili. L’Italia non può “contare sul fatto che noi in caso di emergenza salviamo il Paese, se questo non lo fa da sé”. Essi si lamentano perché i negoziatori italiani tacciono, quando a Bruxelles i loro colleghi di tutti gli altri Paesi lottano sui compromessi. Perfino l’euroscettica Gran Bretagna presenta “più proposte costruttive dell’Italia”.

Berlusconi si mostra restio

I governi dell’Euro in questo fine settimana vogliono strappare a Berlusconi almeno due promesse impegnative. Il premier deve promettere di attuare finalmente il pacchetto di risparmi e riforme di 52 miliardi di euro deciso in agosto. Finora tutto rimane sulla carta, ma questo non è sufficiente. Oltre a ciò Berlusconi deve dichiararsi disposto a mettere mano a ulteriori provvedimenti, per raggiungere gli obiettivi indicati da Bruxelles. “Noi ci aspettiamo che il governo italiano ci descriva il più chiaramente possibile la sua strategia di politica finanziaria”, dice un alto funzionario dell’Unione Europea.

Però Berlusconi si dimostra ulteriormente non intenzionato. La sera di martedì si è nuovamente allontanato dai suoi propri obiettivi. Il denaro per incentivare l’economia “non c’è”, ha dichiarato a Roma. Il governo tenta di “escogitare qualcosa”. E non accenna al fatto che proprio l’affidabilità creditizia di dodici banche del suo Paese è stata degradata. Non ha neppure detto se quegli istituti finanziari sono attrezzati per reggere alle perdite derivanti dai titoli greci. Da poco industrie, assicurazioni, banche e altri settori hanno presentato un manifesto con cinque punti di misure da prendere. Il governo non ha risposto. Berlusconi ha soltanto fatto dire che un programma per la crescita sarà presentato quando si sarà elaborato un contenuto convincente. “Non ho particolarmente fretta”.



Martedì 25 Ottobre,2011 Ore: 12:02
 
 
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