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www.ildialogo.org L’Italia si vergogna del suo penoso sovrano,Di Hans-Jürgen Schlamp

Der Spiegel – 9 febbraio 2011
Incriminazione di Berlusconi

L’Italia si vergogna del suo penoso sovrano

Di Hans-Jürgen Schlamp

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)


 
E adesso concussione e sesso con una minorenne: il Presidente del Consiglio italiano Berlusconi ha sulla testa l’ennesima accusa. Ha già superato 16 processi e anche questo non gli causerà alcun problema serio. Eppure qualcosa è cambiato – il suo popolo comincia a vergognarsi di lui.
 
Milano – per Silvio Berlusconi, pieno di gioia di vivere, le cose diventano sempre più sgradevoli. Mercoledì la Procura milanese ha avviato contro di lui un processo a rito immediato. Il giudice [per le indagini preliminari] competente deve ora ed entro i prossimi giorni decidere se si fa un nuovo processo a Berlusconi. Questa volta si tratta di sesso a pagamento con una minorenne e di concussione. Se Berlusconi subisse una condanna, diversi anni di carcere pendono sulla sua testa.
 
Il 74enne magnate dei media ha definito il procedere della Procura come illegale, “uno scandalo”, tutto sarebbe soltanto una campagna di fango, per cacciare lui e il suo governo dalle cariche che ricoprono. Il suo avvocato parla di “violazione della Costituzione”.
 
Al contrario i Pubblici Ministeri milanesi vogliono disporre di prove sufficienti per dimostrare che Berlusconi ha pagato in cambio di sesso numerose giovani donne, fra le quali anche la danzatrice di night-club “Ruby”, che alla sua prima volta con Berlusconi era ancora diciassettenne  e che in casa del premier avrebbe partecipato più volte a orge. Quando “Ruby” fu arrestata per furto dalla polizia, Berlusconi telefonò personalmente pretendendo la sua liberazione e spiegando ai poliziotti che si trattava della nipote del presidente Mubarak.
 
Sia “Ruby” sia il potenziale “cliente” contestano di essere stati intimi. E Berlusconi si ostina ad affermare di non avere mai pagato una donna per prestazioni sessuali. Adesso la giustizia deve stabilire che cosa è successo veramente in casa del presidente del Consiglio, che cosa hanno combinato la schiera di giovani belle ragazze e Berlusconi con i suoi ospiti durante e dopo le cene.
 
Penoso sovrano
Invece è chiaro da tempo che l’Italia ha un regnante più che pietoso. Ogni giorno i quotidiani riferiscono lubrici dettagli circa le effettive o presunte faccende sessuali del premier e del suo club di vecchioni, citano voluttuosamente intercettazioni telefoniche con dame mercenarie, le quali si lasciano andare al di là del lecito alla corte del Gran Maestro italiano.
 
L’uomo possiede o controlla ampi settori della televisione pubblica e privata, è il sovrano assoluto del maggior partito italiano, il PdL (“Popolo delle Libertà”), possiede un patrimonio personale miliardario e ha vinto nettamente le ultime elezioni. Ma non è più presentabile.
 
Già da molto tempo è sgradito a molti suoi colleghi nell’ambito dei capi di governo dell’Unione Europea – nonostante la sua grande riserva di barzellette e intermezzi esibizionistici. Anche se nessuno osa dirlo ad alta voce. Perché l’Italia è un Paese grande e importante. Si tratti della cancelliera tedesca, del presidente francese o del premier britannico, essi hanno abbastanza bisogno di Berlusconi per realizzare i loro obiettivi. Là soltanto in privato si ride dei giochetti “bunga-bunga” dell’Italiano.
 
Scampato a 16 processi
Berlusconi non è ancora effettivamente sotto accusa, men che meno condannato. Presumibilmente non lo diventerà – comunque. Finora è scampato a 16 processi, le accuse andavano dall’evasione fiscale fino alla corruzione. Due [ndt.: in realtà tre] processi sono ancora in corso. Gli altri sono finiti con l’assoluzione, la prescrizione, l’archiviazione.
 
All’occasione la sua coalizione di maggioranza lo ha aiutato contro l’assalto della giustizia con piccole variazioni della legge. Per Berlusconi e i suoi amici tutte le accuse e incriminazioni erano sempre attacchi delle “toghe rosse” motivati politicamente. Anche adesso tutto per lui è “soltanto porcheria”.
 
Tuttavia sembra ora si sgretoli fortemente il numero di italiani che gli concedono tutto questo. Sabato scorso a Milano si sono riunite decine di migliaia di persone con il motto “Basta”, ovvero: “Berlusconi, dimettiti!”. In molte città si raccolgono firme per elezioni anticipate. Domenica prossima le donne organizzano a Roma una grande dimostrazione – “per gridare basta”. Con questo capo del governo esse si sentono “come in un cattivo film degli anni ‘50”, si sono lamentate le organizzatrici. Ulteriori manifestazioni, organizzate soprattutto da donne – finora le più fedeli spettatrici dei pomeridiani polpettoni sentimentali mandati in onda dalle sue TV private – avranno luogo in più di cento città italiane. Nei forum su Internet e sulle reti sociali scorrono campagne “Basta Berlusconi”.
 
L’Italia comincia a vergognarsi
Nel corso degli anni gli italiani hanno perdonato molte cose a Berlusconi. Hanno guardato altrove e tappato le orecchie, quando la magistratura formulava le sue accuse. Per la maggior parte di essi ciò costituiva “il male minore”. Ma Berlusconi è ricco a sufficienza, non deve più allungare le mani sulle casse dello Stato, come altri farebbero.
 
Circa le operazioni di chirurgia estetica e il reimpianto di capelli, che fanno del 74enne una sorta di giovane zombie, gli italiani hanno riso sotto i baffi. “Ma ha un buon aspetto per la sua età!”, hanno detto le sue fan. E a molti uomini piace l’affettazione berlusconiana da macho. L’opposizione, eternamente in lite e brontolante, replica che si tratta di tutt’altro che di glamour.
 
Ma ora si comincia a provare vergogna.
 
I media britannici o tedeschi su Berlusconi non inveiscono più, ma ne ridono e lo prendono in giro, e ciò colpisce l’anima popolare. Il loro caposquadra deve pur sempre fare “bella figura” [in italiano nel testo]. A casa sua e all’estero.
 
Per Berlusconi questo cambiamento del clima potrebbe diventare molto più pericoloso del prossimo processo in tribunale. Anche perché potrebbe danneggiarlo molto più rapidamente – infatti le ruote della giustizia girano in Italia ancora molto, ma molto più lente che altrove in Europa.


Lunedì 14 Febbraio,2011 Ore: 16:36
 
 
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