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www.ildialogo.org I Rom: europei di seconda classe,di Hans-Hagen Bremer

Der Tagesspiegel – 22 agosto 2010
I Rom: europei di seconda classe

di Hans-Hagen Bremer

I loro diritti civili sono pesantemente limitati, essi sono posti sotto controllo e perfino assassinati – tre esempi in Stati membri dell’Unione Europea. (traduzione dal tedesco di José F. Padova)


Malafede, egoismo, anche malvagità sono le guide spirituali di una destra spadroneggiante ormai quasi in tutta l'Europa. Coloro che, come me, hanno visto con i loro occhi il risultato di teorie razziste portate al parossismo - ricordiamo che il nazismo assassinò, oltre agli ebrei, un numero di rom o zingari vicino al milione - non credono più che politiche come quelle leghiste non possano arrivare a quelle tragiche, orribili conclusioni. Il biascicare bossiano non cela più provincialismo folcloristico. La coltre calata da Maroni & C. sui "respingimenti", leggi: assassini in mare, inganna soltanto chi vuole esserlo ("Ah, i libici hanno sparato perché credevano che il natante fosse pieno di clandestini"). E intanto continua il match Bersani-D'Alema-Veltroni-Franceschini. Eccetera.(J.F.Padova)
UNGHERIA
Razzismo nella vita quotidiana
Berlino – In Ungheria vivono circa 700.000 Rom che costituiscono di gran lunga la più grande minoranza nel Paese. Dopo il Crollo del Muro, in Ungheria furono gli zingari i primi a trovarsi dalla parte dei perdenti – senza lavoro, con scarsa istruzione e in accampamenti provvisori. Sono famigerati insediamenti di Rom simili a ghetti, come quello alla periferia della città industriale di Ozd nel nordovest del Paese, dove la disoccupazione è particolarmente alta. Tutto questo costituisce terreno di coltura per il partito di estrema destra Jobbik, che istiga contro omosessuali, Rom ed ebrei. Alle elezioni dello scorso aprile il partito Jobbik è entrato per la prima volta nel Parlamento ungherese.
Che in Ungheria i Rom siano sempre più sottoposti ad attacchi di violenza verbale e fisica non da ultimo è causato dalla crisi economica. Durante la scorsa primavera la percentuale di disoccupati è salita all’undici percento. Dalla maggioranza della popolazione magiara viene sempre più forte nei confronti dei Rom il rimprovero di sfruttare il sistema di assistenza sociale. Nel febbraio 2009 il Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto secondo il quale lo spirito di persecuzione contro i Rom troverebbe sempre più aderenti nella popolazione. Il partito Jobbik ha introdotto il concetto di «criminalità zingara» nel discorso politico e successivamente, alle elezioni europee del giugno 2009, dal nulla ha ottenuto quasi il 15 percento dei voti.
Negli anni 2008 e 2009 l’Ungheria è stata scossa da una serie di assassini di zingari. Gli omicidi sorprendevano le loro vittime nel sonno, di notte. Nel villaggio di Tatarszentgyörgy nei pressi di Budapest un uomo e suo figlio di cinque anni sono stati colpiti a morte mentre tentavano di scappare dalla loro casa in fiamme. Nell’agosto 2009 la polizia, che per lungo tempo aveva negato un retroscena razzista per questi crimini, ha arrestato diversi sospetti – fra i quali un ex poliziotto con orientamento di estrema destra.
ITALIA
Lontano dalla vista
Roma – Per molto tempo l’Italia non si è occupata degli zingari. Li si trattava politicamente con menefreghismo e privatamente con piccole offerte cristiano-caritatevoli. Però due anni fa il governo di centrodestra di Silvio Berlusconi ha collegato lo «stato di emergenza nella sicurezza» con il «problema dei criminali stranieri e dei nomadi»; il ministro dell’Interno ha da poco dato man forte a Sarkozy. Da allora, soprattutto nel destrorso Nord dell’Italia vengono demoliti senza sosta campi illegali di Rom – con il risultato che essi vanno a stabilirsi un paio di chilometri più lontano. I piani di smantellamento sono decisi a tavolino. Tutto ciò manda ogni volta all’aria promettenti progetti locali d’integrazione realizzati da comunità parrocchiali o associazioni di volontari.
Una propria via segue la città di Roma, dove vivrebbero 6.000 “nomadi”. In febbraio è stata demolita la «più grande favela d’Europa», un campo proliferato da 40 anni, dove 600 Rom, provenienti soprattutto dall’ex Jugoslavia, vivevano in condizioni igieniche catastrofiche. Entro la fine dell’anno il sindaco, di destra, Gianni Alemanno vuole chiudere tutti gli altri campi illegali, ma – al contrario di quanto avviene a Milano – non vuole mettere sulla strada gli occupanti, bensì sistemarli in complessi residenziali attrezzati con container provvisti di corrente elettrica, acqua e fognatura.
I Rom e le organizzazioni umanitarie sono divisi. Lodano gli «alloggi degni delle persone» promessi, ma criticano il fatto che essi sono distanti dal centro cittadino e dalla rete dei trasporti pubblici, le scuole sono raggiungibili con difficoltà e sui verdi prati non vi sono praticamente possibilità di lavoro.
FRANCIA
Gli zingari buoni e i cattivi
Parigi – Sono tutti Rom, ma gli uni non vogliono avere nulla a che fare con gli altri. In Francia vivono stabilmente circa 400.000 appartenenti a questa minoranza etnica. Di questi la stragrande maggioranza è nata in Francia, quindi essi sono francesi e godono dei medesimi diritti e hanno gli stessi doveri di tutti gli altri cittadini della Repubblica Francese. Vi sono inoltre circa 20.000 Rom che sono venuti in Francia dal sudest europeo, soprattutto da Romania e Bulgaria. I Rom di casa definiscono sé stessi in contrasto con gli immigrati. “Noi siamo francesi, non siamo zingari, siamo civilizzati”, ha chiarito uno capoclan, che in questi giorni litiga con l’amministrazione comunale di Bordeaux per ottenere un parcheggio adatto alla sua carovana di roulotte.
Due terzi degli zingari francesi sono considerati stanziali. Ciò non è in contraddizione con la definizione burocratica di “popolo viaggiante” (gens du voyage). Chi non ha un alloggio fisso, ma si stabilisce temporaneamente nelle periferie cittadine con le roulotte deve portare con sé un “libretto di viaggio” (carnet de circulation), che è timbrato regolarmente dalla polizia e che permette l’accesso alle piazzole che i comuni devono allestire per i Rom, secondo la legge vigente. Gli zingari provenienti dai Balcani sono senza dubbio cittadini dell’Unione Europea, ma godono di limitata libertà di movimento. Chi rimane in Francia più a lungo di tre mesi e non può dimostrare di avere lavoro, o di studiare o di disporre di mezzi propri di sostentamento viene respinto.
(N.d.t.: Un interessante articolo che ripercorre la storia del popolo rom in Europa e particolarmente in Francia si trova in: http://infokiosques.net/imprimersans2.php3?id_article=356)


Venerdì 24 Settembre,2010 Ore: 15:08
 
 
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