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Die Zeit, Hamburg
Vaticano

Gli atti segreti dei Legionari di Cristo

Il Vaticano ha ispezionato per mesi i Legionari di Cristo. Ora in Vaticano ne vengono discussi i risultati – a porte chiuse.
(Traduzione dal tedesco di José F. Padova)


Nel luglio 2009 cinque vescovi si misero in viaggio. Avevano l’incarico di visitare le 150 sedi dei Legionari di Cristo, sparse in tutto il mondo,. Benedetto XVI li aveva inviati in Visita Apostolica. Essi avevano il compito di stabilire se quell’Ordine cattolico fosse deviato dalla retta via.
I resoconti degli arcivescovi Charles Chaput di Denver, Ricardo Ezzatti di Concepcion, Cile, e Ricardo Blázquez Pérez di Valladolid e dei vescovi Ricardo Watty Urquidi di Tepic in Messico e Giuseppe Versaldi di Alessandria, Italia, devono essere presi in esame a Roma questo venerdì [ndt.: il 30 aprile 2010]. Il Segretario di Stato Tarcisio Bertone si incontra a porte chiuse con i cinque dignitari. Già alla vigilia dell’incontro l’addetto stampa vaticano aveva comunicato che i risultati dei colloqui non sarebbero stati resi pubblici, ma sarebbero state comunicate unicamente le ripercussioni delle inchieste. Quali conseguenze e provvedimenti stabilirà il Papa, lo farà da solo. Per fare questo potrà prendersi del tempo.
Bertone il 10 marzo aveva già informato il Superiore dell’Ordine dei Legionari, Álvaro Corcuera, circa l’imminente indagine. Era il giorno del compleanno di Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo. Ufficialmente con una Visita Apostolica la Santa Sede si impegna a dare un’occhiata sulla vita dell’Ordine. Tuttavia, diversamente da quanto la definizione suggerirebbe, non si tratta di un innocuo rendez-vous. Una Visita Apostolica è più un’inchiesta di una semplice visita, più un’ispezione di un incontro per un caffè. Un Visitatore dispone di ampi poteri e prende autonomamente le decisioni in conformità ai fini dell’indagine stabiliti dal Vaticano. Così egli può porre ai membri dell’Ordine domande a sua scelta, esaminare la documentazione dell’Ordine e prendere parte alla sua attività quotidiana.
Anche in Germania l’arcivescovo Ricardo Blázquez Pérez aveva fatto visita all’Ordine nel dicembre 2009. I Legionari di Cristo dispongono a Bad Münstereifel, nei pressi di Euskirchen, di un noviziato nel quale vengono formati al sacerdozio 21 giovani. L’Ordine è presente in Germania con 40 membri all’incirca.
Il fondatore dei Legionari, Maciel, era da lungo tempo sotto tiro del Vaticano. Egli è accusato di aver violentato seminaristi, di aver procreato tre figli con due donne e infine di aver abusato dei suoi stessi figli. Maciel potrebbe anche essere stato dipendente da sostanze stupefacenti. Il vertice dell’Ordine in un primo tempo pretendeva di essere venuto a conoscenza delle trasgressioni di quella vita un poco alla volta. Nel febbraio dell’anno scorso l’Ordine si dichiarò “sorpreso” per le “umane debolezze” del fondatore. Alla fine nel marzo scorso seguì l’ammissione: “Chiediamo perdono a tutti coloro che in passato lo avevano accusato e ai quali non si prestò fede o non vennero ascoltati; a quell’epoca semplicemente non potevamo immaginare questi comportamenti del nostro fondatore”. Un fondatore di Ordine pedofilo e dipendente da morfina e una direzione dell’Ordine stesso che da principio non voleva saperne niente – così presso i Legionari qualcosa era uscito dalla retta via.
I documenti segreti dei Legionari di Cristo
Ufficialmente le accuse contro il fondatore dell’Ordine erano note già fin dalla fine degli anni ’90. a quel tempo otto ex membri della congregazione avevano inoltrato al Vaticano una protesta formale, informando di essere stati violentati da Maciel in età dai 10 ai 16 anni. Alcuni di loro raccontarono persino che Maciel aveva affermato che il papa Pio XII gli aveva attribuito il diritto ad avere rapporti sessuali – per lenire i suoi dolori alla pancia. Eppure il papa Giovanni Paolo II aveva tenuto fino all’ultimo la sua mano protettrice sul fondatore dell’Ordine. In parte perché si distingueva per procacciare regolarmente offerte [di denaro], in parte perché il Legionario di Cristo Maciel illustrava la pura dottrina del cattolicesimo, che il solerte credente, il quale aveva fondato l’Ordine in Messico nel 1941 ed era stato ordinato prete nel 1944, aveva riassunto in un libro, la cui lettura era sempre consigliato da Giovanni Paolo II. Soltanto dopo la morte del carismatico Papa venne fuori che il libro era un plagio.
Lo spirito di lealtà e lealismo verso il Papa avrebbe indotto il cardinale Joseph Ratzinger, quale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a interrompere nel 2002 una prima indagine iniziata nel 1999. Soltanto nei mesi precedenti la morte di Giovanni Paolo II il futuro Papa aprì una nuova inchiesta – ancora nel novembre 2004 il papa Giovanni Paolo II aveva affidato ai Legionari di Cristo la responsabilità dell’Istituto papale Notre Dame Center a Gerusalemme.
 
Quando il papa polacco fu in punto di morte, l’attuale capo dell’accusa [ndt.: equivale alla funzione di pubblico ministero nella giurisdizione italiana]presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Charles Scicluna, si mise in viaggio verso il Messico, per interrogare 20 persone, fra le quali anche coloro che si erano dichiarati vittime. Un anno dopo che papa Benedetto XVI ebbe preso posto sulla Cattedra di Pietro, la Congregazione per la Dottrina della Fede spedì Marcial Maciel in una “vita ritirata di preghiera e di penitenza”. Il suo cattivo stato di salute salvò Maciel da un sicuro processo secondo il diritto ecclesiastico. Alla fine morì nel gennaio 2008, negli Stati Uniti.
Qualsiasi decisione prenda ora papa Benedetto XVI potrebbe avere per i Legionari di Cristo vaste conseguenze. “Per esperienza sappiamo”, dice un portavoce dei Legionari tedeschi, “che un Ordine può essere posto sotto la guida di un commissario, sia esterno che interno”. È anche verosimile che il Papa costringa l’intera direzione dell’Ordine alle dimissioni. Nel caso peggiore l’Ordine è minacciato dallo scioglimento. Se questo possa accadere è però incerto.
Il Vaticano ha tentato sulle prime di sgombrare il terreno da supposizioni circa la connivenza di papa Giovanni Paolo II. Così il quotidiano italiano Il Giornale pubblicò una lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede ai prelati della Canonizzazione. Nel messaggio l’attuale prefetto cardinale William Joseph Levada comunica che evidentemente papa Giovanno Paolo II non è stato esaurientemente informato circa le accuse rivolte contro Maciel. Tuttavia lo scritto conferma che ci sono state lettere dirette al Papa con accuse contro Maciel. Dalla lettera non traspare se questi messaggi siano giunte nelle mani dell’allora Capo della Chiesa.


Lunedì 03 Maggio,2010 Ore: 14:43
 
 
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