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Spagna
I SEGUACI DI GESŲ DI FRONTE AI TAGLI SOCIALI

di Movimento per il celibato opzionale

da Adista Documenti n. 30 del 01/09/2012


Settimana dopo settimana il governo della nazione ci punisce con nuovi tagli sociali e nuovi aumenti delle tasse, che colpiscono soprattutto le sociali più deboli: persone che hanno perso il lavoro, giovani senza impiego, pensionati, disabili, ecc.

Tali tagli contrastano con una mancata lotta alla frode fiscale (stimata in 70.000 milioni di euro), con l’amnistia fiscale agli evasori, con i benefici concessi alle grandi fortune, ai banchieri, agli imprenditori e agli speculatori.

Gli organismi finanziari mondiali (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, ecc.) hanno assunto il governo del mondo e instaurato una dittatura dei mercati, sottomettendo il potere politico, con la conseguente perdita di sovranità statale e a prezzo di un grave deficit democratico. Il governo della nazione non sembra più essere al servizio del bene comune del suo popolo, ma appare subordinato agli interessi di chi realmente comanda (per quanto il presidente cerchi di scusarsi affermando di non avere libertà di scelta o di dover scegliere tra un male che non vorrebbe e uno peggiore).

In questo scenario, la gerarchia cattolica spagnola mantiene un silenzio complice di fronte alla sofferenza delle vittime di questa crisi, mostrandosi incapace di iniziative o gesti che rivelerebbero sensibilità e solidarietà nei confronti del dolore di tante persone. Con il suo silenzio, sembra aver preso partito, appoggiandosi al potere e tenendosi ben stretti i suoi privilegi (contributi statali, esenzione dall’Iva e da altre imposte).

Fortunatamente, non tutta la Chiesa cattolica porta avanti tale atteggiamento. Vi sono numerosi cristiani e cristiane che condividono il peso dei tagli e mostrano indignazione di fronte all’ingiustizia di riforme antisociali sofferta dalla popolazione, sostenendo le mobilitazioni popolari di protesta e rivendicando politiche più rispettose delle persone. L’Azione Cattolica, la Caritas, Redes Cristianas e altri gruppi cristiani di base alzano la loro voce di denuncia contro queste ingiustizie, si impegnano nelle mobilitazioni popolari e, nella misura delle loro possibilità, assistono le vittime. La loro esperienza e il loro contributo non sono solo in termini di denuncia, ma anche di speranza e di solidarietà, puntando su alternative che rendano possibili un’altra società, un’altra politica, un’altra economia.

Crediamo che il criterio evangelico secondo cui non si può servire Dio e il denaro debba guidare nell’assunzione di opzioni e impegni da parte di quanti si professano seguaci di Gesù di Nazareth. Se l’attuale sistema neoliberista assolutizza il denaro ponendolo al di sopra delle persone e il governo segue le stesse direttrici, il Vangelo ci orienta a schierarci contro il sistema capitalista e per l’umanizzazione dell’economia, abbracciando l’opzione per gli ultimi di questo mondo (le vittime), nella convinzione che sia questa la priorità del progetto di Dio.

Il Moceop, come movimento ecclesiale, denuncia l’atteggiamento della gerarchia ecclesiastica e la invita a rivedere le proprie posizioni, mostrando con gesti concreti la propria carità cristiana nei riguardi delle vittime di questa crisi. E incoraggia i cristiani e le cristiane di base ad unirsi alle mobilitazioni sociali di protesta contro i tagli che colpiscono le fasce più vulnerabili, optando decisamente per l’utopia evangelica di una società in cui gli ultimi saranno i primi.

Articolo tratto da
ADISTA
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Giovedė 06 Settembre,2012 Ore: 17:22
 
 
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