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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org LA VITALITÀ DELLA SOCIETÀ CINESE, NELLA LETTERA RELAZIONE A LUIS NUNES, DI CLODOVIS BOFF, DEL 1988,,A CURA DI CARLO CASTELLINI.

LA VITALITÀ DELLA SOCIETÀ CINESE, NELLA LETTERA RELAZIONE A LUIS NUNES, DI CLODOVIS BOFF, DEL 1988,

A CURA DI CARLO CASTELLINI.

CHI È CLODOVIS BOFF
E' presbitero brasiliano, che appartiene alla congregazione dei Servi di Maria. Vive a Curitiba nello stato del Paranà, insegna nella pontificia università cattolica della città. Non è stato mai processato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma negli anni Ottanta perse la cattedra della Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro. E gli fu impedito di insegnare al Marianum, la facoltà teologica del suo ordine a Roma.
IL RESOCONTO DI CLODOVIS BOFF.
Ecco la mia seconda impressione in ordine di intensità: in CINA si viene a contatto con un popolo dinamico e lavoratore. Non si vedono da quelle parti gruppetti di gente oziosa intenta a chiacchierare per le strade o sulle piazze, se si escludono i vecchi in pensione che stanno a giocare a carte, scacchi o domino.
Nei campi tutto è coltivato ammodo. Pefino nelle piccole strisce di terra lungo i binari della ferrovia, si coltivano verdure. Risaie od orti arrivano praticamente a ridosso della città. Nelle città stesse i terreni liberi sono coltivati. Un terreno che rimanga incolto per 15 giorni viene espropriato per essere in qualche modo utilizzato.
Dà più nell'occhio naturalmente il movimento legato all'industria delle costruzioni. In tale settore la CINA si presenta come un gigantesco cantiere edile. Si costruisce da ogni parte, Basta spaziare con lo sguardo sulle città per vedere un gran numero di gru in azione. Il lavoro non cessa nemmeno di notte, come avemmo purtropppo occasione di costatare a nostre spese, dalla stanza del nostro hotel a PECHINO.
L'incremento del reddito nazionale è tra i più alti del mondo. Negli anni tra l'80 e 85 si è avvicinato al 10%; negli ultimi anni ha registrato una leggera flessione; (la previsione per quest'anno 1988 – è del 7,5 %. Tutto questo senza i dolorosi costi sociali a noi ben noti, come l'appiattimento salariale, la concentrazione del reddito e il deterioramento generale delle condizioni di vita per la maggior parte del popolo.
Con l'aumento dei salari (quasi raddoppiati negli ultimi dieci anni), sono aumentati anche i consumi. Lo si nota a prima vista dal movimento del commercio. Un mare di gente entra ed esce dai negozi, soprattutto di domenica. Tanto più che le vendite al minuto sono per l'80% nelle mani dell'iniziativa non statale.
Che dire poi dei veri fiumi di biciclette che all'inizio e al termine della giornata di lavoro, ma anche durante il giorno, trasportano persone, prodotti agricoli, mercanzie varie: frigoriferi, poltrone, armadi e il cielo sa quanti altri oggetti e come.....
Con una tale marea di gente, come impedire che le persone si urtino o si pestino i piedi? Eppure non è questo che capita. Pima di tutto infatti, nelle campagne dove vive il 70% della popolazione , i villaggi sono distribuiti in modo tale ( particolarmente nella zona orientale, dove il 40% della superficie comprende il 97% della popolazione), che non si verifica in CINA quella bruttura che noi chiamiamo “proliferazione urbana”. Viaggiando in aereo si notano villaggi di tre, quattro, cinquemila persone, dislocati nell'area coltivata a distanza di 2-3 chilometri l'uno dall'altro e collegati da strade e canali.
La stessa cosa si verifica nellacittà. Pur con tutto quel mondo in movimento, (“guardate” - celiava un compagno di viaggio - “è incredibile, cinquanta metri senza un cinese!”) non esiste l'accavallarsi di gente dei nostri centri urbani. Quella folla si muove con tanto ordine ed è ben distribuita come “burro spalmato sul pane”.
Tra coloro che camminano per le strade recandosi a far compere, letteralmente sommersi in quella marea umana, non si vedeva nessuno chiedere permesso o scusa :non ce n'era motivo! I cinesi si sono abituati fin da piccoli a vivere e a camminare in regime di moltitudine, così da muoversi in maniera calma e rispettosa, senza urti e senza grida, direi quasi come “ingranaggi ben lubrificati”.
L'altra Cina, quella di HONG KONG (TAIWAN non deve essere differente), col suo capitalismo elegante, certo, ma “selvaggio”, (non è una delle tigri dell'Asia?), presentava un movimento così frenetico da arrivare ad essere – così ci dissero -la terza città del mondo col più alto indice di “stress”, dopo BEIRUT E BELFAST.... città in guerra. Lei può farsene un'idea....!
Questa vitalità paradossalmente libera da preoccupazioni ha a che vedere col genio culturale cinese, ma anche col senso di sicurezza che il popolo sperimemnta quanto a fondamentali condizioni di vita. Perchè correre se non c'è da togliere dai guai
la propria famiglia? In altri termini, se non esiste pericolo, per esempio, di perdere il posto di lavoro? Questa garanzia morale compensa, d'altronde, in larga misura l'austerità dello standard generale di vita.
Non diceva il vecchio saggio:”Un tocco di pane secco con tranquillità è meglio di una casa piena di banchetti festosi e di discordia”:(Pr, 17, 1)? Per adattare la massima tradurrei di “insicurezza”.
E la sicurezza di girare per le strade al riparo da ogni tipo di rapina non assomiglia – in qualche modo – per dirla con una punta di esagerazione-al muoversi in casa propria? Se ne può avere un segno eloquente nei vestiti stesi ad asciugare sotto gli alberi, lungo i marciapiedi, tranquillamente appesi ai fili che vanno da un albero all'altro. Per non parlare di ciabattini, sarti e altri ancora che lavorano all'aria aperta. Di fronte alla propria casa, nelle strade piene di gente, con una sicurezza e una calma che ha davvero qualcosa di familiare.
E' vero che tutta questa vitalità deve molto alla nuova politica economica, praticata dal 1978 a oggi. Garantito il soddisfacimento delle necessità elementari, il resto viene liberamente affidato all'iniziativa di persone e di gruppi.
La proprietà sociale continua ad essere quella dominante, nella sua forma sia statale che collettiva. E' in vigore la pianificazione obbligatoria o almeno orientativa. Inoltre gran parte della proprietà statale o pubblica è oggi organizzata secondo il “sistema di responsabilità”, e ciò le dà una grande autonomia amministrativa.
Come lei vede, proprietà e amministrazione sono tra loro dissociate. La proprietà privata, a sua volta, può essere familiare o capitalista. E' un settore considerato complementare , ma anche necessario per rendere più dinamica l'economia nella sua globalità.
Il popolo in Cina, chiama il primo tipo col nome di ECONOMIA DELLA SCODELLA DI FERRO, il secondo col nome di ECONOMIA DELLA SCODELLA DI PORCELLANA , precisamente, perchè quella, benchè austera, è più sicura quanto a garanzie sociali. Soprattutto di lavoro; quest'ultima, al contrario, promette di guadagnare più denaro, ma senza offre la sicurezza sociale della prima: si rompe e si guasta più facilmente.
Negli ultimi anni la politica economica è definita in base all'apertura (KAI FANG), all'opposto di quella di prima, che si fondava sul principio dell'autonomia (FAN SHEN o del “fare assegnamento sulle proprie forze”.
Tutto questo fa sì che si avverta ora in tutta la Cina un vigoroso processo di accelerazione economica. Le parole d'ordine non sono più “rivoluzione” o “lotta di classe”, ma “produzione” e “modernizzazione”. Ciò che conta nella fase attuale è lo sviluppo economico (sempre nel quadro del socialismo) e non il progressismo politico. La competenza vale più dell'ideologia.
DENG XIAOPING, come Lei sa, è l'uomo forte del regime, (pur non essendo né presidente, né primo ministro, né segretario generale del Partito), ed è il personaggio simbolo della politica di “apertura”.
Di lui si cita spesso il detto:”La verità a partire dai fatti”. Lei conoscerà la sua battuta:”Non importa se il gatto è rosso o nero; l'importante è che prenda i topi”. Da qui la fama di “pragmatismo” di cui la politica cinese gode oggi in occidente; così, del resto, è sempre stato conosciuto l'antico genio cinese. (CLODOVIS BOFF, a cura di Carlo Castellini).



Giovedì 15 Giugno,2017 Ore: 23:19
 
 
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