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www.ildialogo.org MENTRE LI BENEDICEVA VENIVA PORTATO VERSO IL CIELO,di p. José María CASTILLO

ASCENSIONE DEL SIGNORE – 8 maggio 2016 - Commento al Vangelo
MENTRE LI BENEDICEVA VENIVA PORTATO VERSO IL CIELO

di p. José María CASTILLO

Lc 24, 46-53
[In quel tempo] Gesù disse loro (=ai suoi discepoli): «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».    
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
  1. Per comprendere giustamente la festività dell’Ascensione del Signore, è importante ricordare il racconto che di questo fatto fa il libro degli Atti degli Apostoli (At 1,3-11). Questo racconto deve essere letto tenendo presente che non è – né può essere – un racconto storico, perché tutto quello che si racconta di Gesù dopo la sua morte è già fuori della storia. Le apparizioni e l’ascensione esprimono esperienze che hanno vissuto i primi discepoli di Gesù. Ebbene, quale esperienza su Gesù – e su Dio – è trasmessa a noi nel racconto dell’ascensione?
  2. Non si tratta dell’esperienza che vuole “localizzare” Dio “in alto”, in contrasto con noi uomini che restiamo “in basso”. Questo è assurdo. Perché Dio non si può localizzare in nessun luogo concreto. Diciamo che “Dio è in ogni luogo” ed è vero. Quindi, Dio sta anche su questa terra. Soprattutto, Dio sta in ogni essere umano, specialmente in coloro che soffrono, come ha detto Gesù quando ha spiegato il giudizio finale (Mt 25, 31-46). E l’ascensione non vuole dimostrare neanche che Gesù sta in cielo, poiché prima di morire ha detto ad uno dei condannati insieme a lui: “Oggi sarai con me in paradiso” (Lc 23,43). Gesù è andato in cielo il giorno stesso della sua morte.
  3. E l’aspetto più importante: non si deve interpretare l’ascensione come se fosse il ritorno del Figlio alla gloria del Padre. Se fosse così, l’incarnazione di Dio sarebbe stata una mera “rappresentazione” del “divino” tra gli uomini. Ma non sarebbe stata l’”incarnazione del divino nell’umano”. Non riusciamo a mandar giù e non accettiamo fino in fondo il fatto che nell’incarnazione di Dio in Gesù Dio si “è umanizzato”. In maniera tale che possiamo conoscerlo solo nell’umano e a partire dall’umano. Questo non significa abbassare Dio, ma rispettare Dio presente, visibile e tangibile in ogni essere umano. Quando rispettiamo ogni essere umano come rispettiamo Dio, in questo giorno noi ci siamo resi conto della genialità di Gesù e del cristianesimo. La cosa negativa e terribile è che ci va meglio sulla terra se teniamo Dio in cielo. Così rispettiamo Dio nei templi (anticamere del cielo). E questo (noi crediamo) ci dà il diritto di disprezzarlo, di maltrattarlo e persino di odiarlo in tanti esseri umani.



Lunedì 02 Maggio,2016 Ore: 23:24
 
 
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