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www.ildialogo.org VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO, CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI,di p. José María CASTILLO

V DOMENICA DI PASQUA – 24 aprile 2016 - Commento al Vangelo
VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO, CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI

di p. José María CASTILLO

Gv 13,31-33a.34-35

Quando [Giuda] fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. […] Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 
  1. C’è stato un tempo, alla fine dell’antichità classica (secc. IV e V) che, quando è crollato l’impero romano, il cristianesimo è risultato essere il motore decisivo che ha reso possibile una nuova Europa. Quella è stata l’Europa segnata dalla religione. Ma è successo che, quando l’Europa di allora è stata segnata più dalla “religione” che dal “vangelo”, la storia d’Europa – come ben sappiamo – ha avuto tante luci ed anche molte ombre. La sua storia è stata una catena continua di umanità e di in-umanità, con l’enorme pericolo che questo comporta. Perché “le innumerevoli aggressioni dell’imperialismo sono state le responsabili della sua propria distruzione” (Peter Heather). Non può capitare qualcosa di simile all’Europa di oggi? Ed anche alla Chiesa di oggi?
  2. Come siamo arrivati a questo nel commentare questo vangelo? Qui Gesù ci dice che, proprio quando sarà “tradito” ed assassinato, allora sarà “glorificato”. Non tutti i fallimenti sono crolli. Ci sono fallimenti che effettivamente sono tutto il contrario di quello che sembrano. In realtà sono “esaltazioni”. Perché? Perché in loro trionfa la bontà sulla cattiveria, l’amore sull’odio e sull’indifferenza. E questo non entra nella nostra testa di mortali. Quando in realtà è sicuramente la lezione più geniale che Gesù ci abbia lasciato. Perché?
  3. Tutto si spiega e raggiunge una sorprendente luminosità nel “comandamento” dato da Gesù: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato”. Quando Gesù dice “io”, questo “io” è l’”io” di Gesù, certo. Ma è anche l’”io” di Dio. Dio è Amore (1 Gv 4,8.16). Ma Dio, quando si è incarnato, quando si è umanizzato, si è fatto amore umano. Perché l’amore divino e l’amore umano in Gesù si sono fusi in uno, in un solo e in uno stesso amore. Quello che succede è che la parola “amore” è troppo abusata e logora. E per questo motivo ha perso il suo valore e la sua forza. L’amore non è solo – e certamente – un’attrazione corporea. Come neppure è solo un’idealizzazione poetica o utopica. L’amore è una forza. È la forza che realmente muove il mondo. Perché comporta un’energia che si contagia, che mobilita l’essere umano intero e che gli dà una capacità di pazienza, di resistenza, di ricerca, di libertà e di audacia che non possiamo neanche immaginare. Per questo Gesù è stato così geniale. Ed in questo è radicata la genialità di coloro che seguono Gesù. Questa è la forza del Vangelo.



Lunedì 18 Aprile,2016 Ore: 23:50
 
 
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