- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (292) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org “Non sono dei nostri”!,di Aldo Antonelli

“Non sono dei nostri”!

di Aldo Antonelli

“Non sono dei nostri”!
Una bestemmia in bocca a coloro che, per vocazione, dovrebbero essere stati educati e a loro volta educare ad un mondo senza frontiere.
“Non sono dei nostri”!
Un tradimento nella coscienza di coloro che dell’ “altro” dovrebbero fare il “sacramento” della presenza di Dio.
Il racconto di Marco, che domenica ci verrà proposto alla meditazione, è molto illuminante. I discepoli vedono une “estraneo” che faceva guarigioni in nome di Gesù e volevano impedirglielo, perché non era del loro gruppo. Essi non sono preoccupati della salute della gente, ma del prestigio del gruppo. Pretendono, anzi, di monopolizzare il “bene”, credendo impossibile possa venire da “altri”!
Gesù respinge l’atteggiamento dei suoi discepoli e si pone in una logica radicalmente diversa. Lui vede le cose in un altro modo. A lui non interessa la crescita del gruppo, ma la diffusione della salute e del bene.
Anche perché la logica del “gruppo” è estremamente deleteria.
«La sindrome dell'accerchiamento – scriveva michele Serra su Repubblica del 28.2.2014 - rafforza assai la psicologia settaria. Individua all'interno del gruppo purezza e incorruttibilità; al suo esterno corruttela e meschinità. Più sale il coro delle critiche, più il nocciolo duro del movimento riterrà di essere nel giusto».
Ed Ernesto Balducci, a commento di questo episodio del Vangelo, iniziava la sua omelia con queste parole:
«Più si allargano le ragioni esterne del timore, dello smarrimento, della mancanza di prospettive e più cresce una specie di forza centripeta che ci coagula tra di noi, stringe il gruppo con vincoli più rigorosi, fissa le identità e le investe di una specie di aggressività verso l'esterno. Non ci dimentichiamo mai che, nonostante le nostre presunzioni di civilizzati, alle nostre radici scorre un'acqua scura che è quella della paura dell'esistere, la paura del mondo.  Questa struttura permanente diventa drammatica quando, per congiunture storiche, è sollecitata e amplificata.  Ecco perché il nostro tempo è il tempo in cui le parole che i nostri padri pronunciavano con fierezza, parole di dignità morale universale, - le parole della fraternità, dell'uguaglianza, della giustizia - sono cadute nel ludibrio. Non le possiamo ripetere se non con un qualche rossore, perché i fatti che son sotto i nostri occhi ci dicono che esse sono menzogna».
Beh, amiche ed amici, io ho l’impressione che tutti quei kilometri di filo spinato che stanno recintando molti dei nostri paesi “civilizzati” e “progrediti”, a noi, ci passano dentro le nostre coscienze.
Buona domenica!
Aldo Antonelli



Venerdì 25 Settembre,2015 Ore: 22:41
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il Vangelo della domenica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info