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www.ildialogo.org PENTITOSI ANDO’.<br />I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI<br />NEL REGNO DI DIO,di p. José Maria CASTILLO

XXVI TEMPO ORDINARIO – 28 settembre 2014 - Commento al Vangelo
PENTITOSI ANDO’.
I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI
NEL REGNO DI DIO

di p. José Maria CASTILLO

Mt 21,28-32
[In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:] «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

1. La prima cosa – ed una delle cose che più impressionano nel leggere questa parabola – è che Gesù ha raccontato questa storia ai sommi sacerdoti ed ai senatori (gli anziani del popolo) alla vigilia della passione. Ossia, a quelli che lo condanneranno a morte, ai più alti dirigenti della religione e della politica ha detto loro in faccia che la loro condotta era peggiore di quella dei pubblicani e delle prostitute. Evidentemente quel rimprovero pubblico ai più alti responsabili della vita pubblica, nella capitale Gerusalemme è stata una provocazione che superava i limiti di quello che ognuno avrebbe considerato prudente ed opportuno. Senza alcun dubbio, la libertà di Gesù è stata molto più sorprendente di quanto possiamo immaginare.
2. D’altra parte, questo racconto sottolinea che per Gesù l’aspetto importante nella vita non è “quello che si dice” ma “quello che si fa”. Allo stesso modo è chiaro che quello che Gesù più apprezzava non era “il titolo” o “la dignità” sociale delle persone, ma “la buona
volontà” della gente, anche se si trattava di soggetti o gruppi mal visti nella società, persino disprezzati e per molti disprezzabili.
3. Ma soprattutto quello che è impressiona di più in questo racconto è che nella mentalità di Gesù quello che dà dignità alle persone non è la loro condizione sacra, la loro dignità religiosa, il loro presunto potere divino. Tutto questo è quello che avevano i sommi sacerdoti. Ed a giudizio di Gesù nulla di ciò serviva loro per fare la volontà di Dio. Al contrario, stavano facendo la volontà di Dio i pubblicani e le prostitute. Forse tutti quelli si erano convertiti a partire dalla predicazione di Giovanni Battista? Non c’è nessuna traccia che indichi una simile conversione di massa. L’unico aspetto indubitabile è che Gesù apprezza ed ama quelli che “cercano” e “si sentono disprezzati e disprezzabili”, mentre quelli che si vedono come i possessori della verità e del bene, quelli che si considerano gli eletti ed i degni, quelli che impongono la loro volontà come volontà di Dio, questi sono quelli che frequentemente dicono a Dio una cosa e stanno facendo esattamente il contrario di quello che piace a Dio. Ecco il grande “disordine” religioso che ci ha presentato Gesù, al posto dell’ipocrita “ordine” religioso dei professionisti della religione. Per questo Gesù ha lasciato detto: quello che importa nella vita e quello che Dio desidera è il cuore buono, l’umiltà sentita e vissuta, il fatto che ognuno deve considerare se stesso come ultimo. In questo sta il centro della mistica di Gesù.
______________________________________________________
Traduzione di Lorenzo TOMMASELLI da:
- JOSE’ MARIA CASTILLO, La religión de Jesús. Comentario al Evangelio diario, CICLO A (2013-2014), Desclée De Brouwer, 2013, pp. 608-609.



Martedì 23 Settembre,2014 Ore: 18:35
 
 
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