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www.ildialogo.org LO RICONOBBERO NELLO SPEZZARE IL PANE,di p. José Maria CASTILLO

III DOMENICA DI PASQUA - 4 maggio 2014 - Commento al Vangelo
LO RICONOBBERO NELLO SPEZZARE IL PANE

di p. José Maria CASTILLO

Lc 24, 13-35
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

1. Quando spieghiamo le apparizioni di Gesù risorto e ci riferiamo ai pasti di Gesù con i discepoli (così come se ne parla nei vangeli di Luca e di Giovanni) è frequente collegare questi pasti con le origini dell’Eucaristia. Ed ampliando di più l’orizzonte di questa riflessione, i pasti del Gesù storico si vedono come una chiave di lettura dei vangeli e del Regno. Per molti studiosi (J. Breech, E. P. Sanders, R. Horsley, M. Borg, J. D. Crossan, B. Chilton, J. P. Meier) si riafferma l’idea che Gesù offriva il Regno agli emarginati attraverso la sua mensa di fraternità (D. E. Smith). Ed in questo bisogna cercare le origini dei pasti dei primi cristiani, che sono state le prime forme della celebrazione eucaristica.
2. Questo è certo. E non si deve metterlo in dubbio. Ma, se ci limitiamo a questa spiegazione del “senso totale” dei pasti di Gesù, non ci rendiamo conto di quello che quei pasti rappresentano per noi “in questo momento”. I pasti di Gesù non sono stati né rappresentano solamente un atto religioso o un rituale sacro. Né il loro significato ci rimanda unicamente al passato. Quello che adesso ci interessa, soprattutto, è capire il significato di quei pasti, con ogni tipo di gente alla pari, in questo momento.
3. Stiamo vivendo “la crisi più grave” vissuta dall’umanità negli ultimi duecento anni. Non è solo crisi economica. È crisi politica, ecologica, sociale, culturale, giuridica, morale, religiosa. Il mondo produce beni di consumo per sostentare circa 3.000 milioni di abitanti. Per l’anno 2050 nel mondo vivranno (se possono) più di 7.000 milioni. Come sarà possibile questo? Si avvicinano cataclismi inimmaginabili. Ci ingannano dicendo che questa è una crisi economica dalla quale stiamo per uscire presto. Quello che si sta gestendo è un mondo con disuguaglianze ogni giorno sempre più grandi. L’unica soluzione possibile è impedire “l’impero di pochi sugli altri”. I pasti di Gesù, le eucaristie devono “aprirci gli occhi per riconoscere la presenza di Gesù” (Lc 24,31) in questo caos. Oggi il Vangelo è più necessario che mai. A patto che ne traiamo le dovute conseguenze.
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Traduzione di Lorenzo TOMMASELLI da:
- JOSE’ MARIA CASTILLO, La religión de Jesús. Comentario al Evangelio diario, CICLO A (2013-2014), Desclée De Brouwer, 2013, pp. 315-316.

 



Lunedì 28 Aprile,2014 Ore: 22:05
 
 
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