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www.ildialogo.org VENNE A CAFARNAO PERCHE’ SI COMPISSE CIO’ CHE ERA STATO DETTO PER MEZZO DEL PROFETA ISAIA,di p. José Maria CASTILLO

III TEMPO ORDINARIO – 26 gennaio 2014 - Commento al Vangelo
VENNE A CAFARNAO PERCHE’ SI COMPISSE CIO’ CHE ERA STATO DETTO PER MEZZO DEL PROFETA ISAIA

di p. José Maria CASTILLO

Mt 4,12-23
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

1. Con il testo di questo vangelo Matteo inizia il grande racconto del progetto portato avanti da Gesù nella vita pubblica. Si tratta quindi di alcune parole che, in qualche modo, sono programmatiche. Cioè, qui si propone il programma di lavoro, l’intenzione e quello che in definitiva Gesù voleva realizzare nella sua vita.
2. Per mettere in pratica il suo progetto, Gesù non andò alla capitale, Gerusalemme. Neanche si fermò a risiedere ed a predicare in Giudea, la regione importante e ricca della Palestina di allora. Gesù scelse di recarsi in Galilea, dove si fermò quasi fino alla fine dei suoi giorni, se ci atteniamo ai racconti di Matteo e Marco. Quello che fa il vangelo di Luca, è costruire la sua opera come un racconto di “viaggio”: il viaggio o spostamento di Gesù dalla Galilea a Gerusalemme. Come è logico, dietro a queste localizzazioni dei luoghi nei quali Gesù si rendeva presente, c’è una teologia, cioè c’è un insegnamento religioso che risulta molto eloquente. Perché?
3. La Galilea era la regione del nord della Palestina. Era la regione dei poveri (contadini, pescatori ed enormi quantità di mendicanti….). Si chiamava “Galilea dei gentili”, in ricordo delle invasioni dei popoli assiro e caldeo, che avevano causato una mescolanza di popolazioni di diverse credenze. Questo rendeva i galilei più disprezzabili agli occhi del puritanesimo e dell’integrismo dei giudei. Gesù quindi andò verso il più difficile, il più complicato. Perché, a giudizio di Matteo, vide che si compiva l’annuncio del profeta Isaia: “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce” (Is 9,1). Nel linguaggio simbolico della Bibbia, le “tenebre” indicano il caos precedente alla creazione (Gn 1,2), l’oppressione sofferta dagli schiavi in Egitto (Es 10,21.22; 14,20), il dominio assiro (Is 8,22), l’esilio in Babilonia (Is 42,7; 47,5; 49,9) (W. Carter). La Galilea, poi, era la rappresentazione di un popolo in rovina ed in miseria. E lì si reca Gesù. Lì dove la presenza di Gesù trasforma la rovina in speranza. Questo è il vangelo, l’annuncio del Regno di Dio. Nei luoghi in cui la Chiesa non ripete quello che ha fatto Gesù, la Chiesa serve solo per intrattenere la gente e per tranquillizzare falsamente coscienze ingannate.
Traduzione di Lorenzo TOMMASELLI da:
- JOSE’ MARIA CASTILLO, La religión de Jesús. Comentario al Evangelio diario, CICLO A (2013-2014), Desclée De Brouwer, 2013, pp. 115-116.



Lunedì 20 Gennaio,2014 Ore: 18:47
 
 
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