- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (446) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Epifania: La luce eccentrica (*),di Aldo Antonelli

Epifania: La luce eccentrica (*)

di Aldo Antonelli

La dovizia di salutari provocazioni che mi vengono dalle letture che la liturgia dell’Epifania offre alla meditazione corre il rischio di restare come strozzata dentro le ganasce della tradizione festaiola, dell’attaccamento alle abitudini e della presunzione ideologica.
Alcuni Magi giunsero… domandavano…videro
Il messaggio, liberato dall’involucro ornamentale del romanticismo bucolico nel quale la tradizione lo ha ingessato, apre il suo scrigno a quanti vengono da lontano, si mettono in cammino, cercano, si informano. Per costoro c’è sempre una stella che splende, una meta che si avvicina, un incontro che si celebra, un volto che interpella. I doni offerti si tramutano in doni ricevuti perché il dono non arricchisce solo chi lo riceve ma rende ricco anche chi lo offre. Il tutto parte dall’ “interessamento” (I care!) cui segue la ricerca.
Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese
“Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. L’incontro con l’Altro ti cambia, non ti lascia così come ti trova; la strada di ritorno è diversa perché tu sei diverso. Il tuo referente non è più il potere (Erode) ma il Sogno. Ma, soprattutto, l’incontro con l’Altro ti rilascia, non ti sequestra. Questi magnifici pellegrini di cui ci parla la scrittura se ne sono tornati al loro paese, non hanno arricchito l’anagrafe cattolica, direbbe Ernesto Balducci. Il messaggio è chiaro, soprattutto per quanti del cristianesimo ne fanno un’arma da conquista e della religione un motivo di dominio. Non ci è lecito presumere di portare l’universo alle nostre misure ma dobbiamo essere noi a subordinare noi stessi alle misure dell’universo. L’Altro! Solo una stella può condurci ad esso, solo la coscienza della nostra “povertà” può aprirci alla ricchezza della sua diversità. Un regime che non fornisce agli esseri umani ragioni profonde per interessarsi gli uni degli altri non può mantenere per molto tempo la propria legittimità. Una società che si chiude in se stessa, criminalizzando l’”Altro”, emarginando il “diverso”, in se ipsa marcescit, deteriorandosi in un mondo di solitudini in comunicanti, in un cielo buio senza stelle.
E’ quanto avviene sull’altro versante della narrazione.
Il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme…
Su questo versante, a cascata, inizia una litania di espressioni che configurano nell’insieme un quadro fosco di violenze e di connivenze, di gelosie e di paure che è bene evidenziare.
“Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia” (Mt. 2,4)
E’ forse questo il primo sequestro della teologia da parte del potere? Inizia forse già da qui l’uso ideologico della divinità a consacrazione di consolidati regimi? La scienza a servizio del potere ha generato la bomba atomica; la verità a servizio del potere genera gli assolutismi.
“Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella” (Mt.2,7)
Non stride forse la lucentezza della stella con la plumbea oscurità di segrete trame?
Anche Erode, come i Magi, cerca e domanda, ma per ben altri motivi! Sui sentieri dei profeti oggi passeggiano i ragionieri dell’intrigo.
“Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo” (Mt.2,8)
Non è nuovo, ma antico come le montagne, il connubio tra l’ambizione e l’adorazione, il matrimonio tra la riverenza e la falsità.
I tuoi figli vengono da lontano
Siamo di fronte ad un arrovesciamento di consunte dinamiche: i lontani si fanno vicini (“Verranno da Oriente…” Lc. 13,29) e i vicini si fanno lontani. Gli estranei diventano “domestici” e i “familiari” diventano estranei (“Inimici hominis domestici eius” Mt. 10,36)
Aldo Antonelli
(*)Sono brevi rilflessioni che scrissi per Adista nel 2007 e che furono pubblicate sul N. 87 del 2007



Lunedì 06 Gennaio,2014 Ore: 17:45
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il Vangelo della domenica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info