Mt 3,13-17
[In quel tempo,] Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
1. Un fatto indiscutibile: se i vangeli contengono qualcosa di vero, è fuori di discussione che il battesimo ricevuto dalle mani di Giovanni ha rappresentato per Gesù un cambiamento totale nella sua maniera di vivere, nel suo progetto di vita e probabilmente nella sua idea di Dio e della religione. La cosa più probabile è che, fino al battesimo, Gesù sia stato uno dei tanti israeliti, semplici e modesti contadini, tra i tanti che c’erano in Galilea. Questo sembra dire il racconto di Mc 6,1-6, nel quale si dice che, quando Gesù si trovò tra la sua gente (Nazareth) per la prima volta dopo il battesimo, i parenti ed i vicini furono stupefatti per il cambiamento che notarono in lui.
2. Gesù cambiò vita a partire dal momento in cui ebbe una profonda esperienza di Dio. Sentì la presenza dello Spirito di Dio. Ascoltò la voce di Dio. E prese coscienza che Dio lo amava. E lo amava con predilezione. Quale coscienza di Dio aveva Gesù prima del battesimo? Non possiamo saperlo. L’unica cosa che sappiamo è che in Gesù “il trascendente” si è fatto presente, si è fatto sentire, si è fuso con “l’immanente”. Cioè, “il divino” e “l’umano” si sono uniti in maniera tale che Gesù (che era pienamente umano) ha iniziato a far conoscere il divino. Così Gesù ci ha fatto conoscere, in forma umana, quello che per noi rappresenta Dio, il Trascendente, quello che appartiene ad “un ordine assolutamente diverso”, l’«incommensurabile» (S. Bordmann).
3. Ma l’elemento più sorprendente è che Gesù è vissuto, ha sentito, ha percepito, ha compreso che quel Dio, che lui aveva sentito e vissuto, non si comunicava per messo di “rituali”, “sacrifici”, “cerimonie dell’altare”, etc, etc. Gesù ha dovuto sentire questo perché non si è dedicato a nulla di tutto ciò. Cosa ha fatto? Alleviare sofferenze, vivere con i poveri, curare gli infermi, mangiare con ogni categoria di persone, parlare della bontà, del rispetto, del diritto. Cioè, Gesù ha capito che non incontriamo Dio nei dogmi dei teologi né nei riti dei sacerdoti, ma nella bontà e nella rettitudine morale delle persone buone. Questa è la grande lezione del battesimo di Gesù.
Traduzione di Lorenzo TOMMASELLI da:

•  JOSE’ MARIA CASTILLO, La religión de Jesús. Comentario al Evangelio diario, CICLO A (2013-2014), Desclée De Brouwer, 2013, pp. 87-88.

Lunedì 06 Gennaio,2014 Ore: 17:31