- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (444) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org L’OCCASIONE PERDUTA,di P.Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato

4 marzo 2012
L’OCCASIONE PERDUTA

di P.Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato

Il sacrificio del nostro padre Abramo (I lettura: Gen. 22, 1-2.9.10-13.15-18)

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio (II lettura: Rm 8,31-34)

Questi è il mio figlio prediletto (III lettura: Mc 9,2-10)

LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

La parola che ci è donata

Gesù, quei tre discepoli, li prende con sé. Pertanto l’iniziativa è sua e tutte le sue iniziative e parole, ci portano a qualcosa di importante, di bello. Cerchiamo di scoprirlo e di viverlo. Ci soffermiamo su tre punti: luce, personaggi, voce.

Tutto è luce: la luce della creazione, la luce del roveto ardente, la luce del Sinai e di Mosè dal volto raggiante, … Ma quella di cui è avvolto Gesù è una luce che nessuno in questo mondo può realizzare. Tutte queste luci sono segni, Gesù solo è la realtà, la Luce.

I tre personaggi non parlano tra di loro ma due di loro, Mosè ed Elia, parlano con Gesù che diventa il punto di riferimento, il centro, il cuore di tutto.

La voce “Questo è il mio Figlio, l’Amato: ascoltatelo” non è rivolta ai tre discepoli ma a Mosè a ad Elia. E, attraverso di loro, al Popolo d’Israele, a ogni popolo, a ogni Legge e ad ogni Profeta.

Pensiamoci su

Per Pietro, Giacomo e Giovanni tutto questo si trasforma in un’occasione perduta.

Non riescono a scoprire il volto di Gesù che rimane per loro solo il “rabbì”, il maestro in Israele.

Non riescono a scoprire che Gesù non è continuazione di Mosè ed Elia ma colui che dà senso ai due, alla legge e ai profeti, che prima si incontravano con Yahweh e ora si incontrano con Gesù.

Non riescono a uscire dal nazionalismo di Israele per fare spazio all’universalismo di Gesù.

E neppure riescono a fare entrare nei loro calcoli l’idea messianica che includeva la morte e assicurava il trionfo della risurrezione.

Un cammino lungo che dobbiamo percorrere in questa quaresima e in tutta la nostra vita. È il deserto da cui, come Gesù, usciremo solo con la morte.

Daniele Comboni: 1000 vite per la missione

San Daniele Comboni quasi alla fine della sua vita aveva capito il senso e il valore della croce come cammino di strafigurazione. Ascoltiamo cosa scrive al card Giovanni Simeoni: “Ma io, o E.mo Principe, non ho paura di nessuno al mondo, fuorché di me stesso, che esamino ogni giorno, e raccomando fervidamente al Cuore di Gesù, di Maria, e di Giuseppe; conosco assai bene i nemici della mia opera; e non ho nessun timore di essi, benché m'hanno fatto e forse mi faranno ancora e in Italia, e in Francia e in Germania del danno; perché le bugie e le poco ponderate relazioni hanno le gambe corte, e perché le Opere di Dio, che hanno per oggetto la divina gloria e la salute dell'anime, devono passare pel crogiuolo della Croce, che sola è simbolo di salute e di vittoria”. (Scritti, 6437)

P.. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato



Lunedì 27 Febbraio,2012 Ore: 15:18
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il Vangelo della domenica

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info