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www.ildialogo.org LA NUOVA UMANITÀ,p. Octavio Raimondo – h.na Josefina Barbato.”

19 febbraio 2012
LA NUOVA UMANITÀ

p. Octavio Raimondo – h.na Josefina Barbato.”

Per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati (I lettura: Is 43,18-19.21-25)

Gesù non fu sì e no; in lui c’è stato il sì (II lettura 2 Cor 1,18-22)

Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati (III lettura: Mc 2,1-12)

Il mondo in cui viviamo

Il 28 gennaio ho partecipato a un seminario sul tema della “memoria”. I numerosi presenti provenivano da diverse parti della Puglia. Tutti dimostravano il loro interesse per il tema e il desiderio di documentarsi meglio arricchendosi vicendevolmente.

Dopo numerosi interventi anch’io ho chiesto la parola e ho sottolineato due dimensioni. Quella della “riconciliazione” di cui il Sud del mondo ci dà una bella testimonianza. La riconciliazione consiste nell’incontrare l’altro accogliendolo come persona per condividere le motivazioni delle scelte fatte sapendo che nessuno cerca il male ma ognuno cerca il bene forse in modo sbagliato.

La seconda dimensione che ho sottolineato è di chiederci se abbiamo il coraggio di verificare se oggi, per caso, non stiamo facendo scelte altrettanto sbagliate che producono altrettanti emarginati e altrettante morti. Pensiamo alla tragedia dei grandi laghi in Congo, pensiamo alle guerre in atto e a una globalizzazione selvaggia che uccide persone e ambiente!

La Parola che ci è donata

Gesù non entra nella casa così come era entrato nella sinagoga, ma Gesù è lì nella casa.

La casa è il popolo d’Israele nel quale gli scribi si erano seduti. Un popolo la cui vocazione era di essere “errante” per la realizzazione del regno di Dio diventa un popolo “seduto” capace solo di aggrapparsi alle tradizioni e di difenderle; chiuso al nuovo e soprattutto all’emarginato. E allora c’è bisogno di scoperchiare il tetto.

E ancora una volta Gesù presenta il nuovo volto del Dio “abbà” e lo fa a partire dalla presenza del povero (il paralitico) e di coloro che con lui sono solidali.

Nella liturgia di oggi il brano termina al versetto 12 ma di per sé la conclusione la troviamo nel versetto 13. Quella folla che, meravigliata, si era messa a lodare Dio per l’accaduto non si ferma lì, ma segue Gesù che va sulla riva del mare.

Ci pensiamo su

Scoperchiare la casa è un gesto che dobbiamo compiere anche oggi: attraverso la porta risulta difficile entrare e le finestre sono troppo piccole. Gli spazi si sono ristretti perché troppo spesso ci siamo seduti. Ma, attenzione, non c’è spazio per i rimpianti. C’è spazio solo per quella fantasia che è realizzazione delle parole di Pietro in Pentecoste: “i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni”.

La prova del nove per scoprire se il cambiamento nella nostra vita è autentico è vedere se sappiamo incontrarci in riva al mare, vale a dire, se sappiamo vivere la missione. Se abbiamo compreso che il Dio “abbà” è il Dio che vuole vita e vita in pienezza per tutti. Questa è la nuova umanità.

Daniele Comboni: 1000 vite per la missione

Con soddisfazione, san Daniele Comboni dà buone notizie dei suoi Istituti, sottolineando soprattutto la validità di quello della sacra Famiglia: la scuola con insegnanti africane. Stava nascendo un’Africa nuova, si stava realizzando il progetto: salvare l’Africa con l’Africa. Ascoltiamolo:

“Quanto a me e all'opera mia, le dirò che ho molto sofferto, goduto, e lavorato, e che il Signore va benedicendo sotto i miei occhi. Ciò che mi dà un'immensa consolazione è il terzo Istituto che ho testé fondato per ordine di S. E. R.ma Mgr. Arciv.o d'Irenopoli Delegato Ap.lico dell'Egitto, Istituto che fa un gran bene in mezzo ai 25,000 abitanti, ond'è popolato il Cairo vecchio. Questa scuola femminile diretta dalla M.e Caterina Valerio, aiutata da 4 maestre more, tra cui v'è Domitilla, è frequentata da giovani di tutte le religioni, anche da musulmane, che imparano il catechismo e la morale cristiana. Oltre all'esercizio che fanno le maestre more, questa scuola ha fatto grande impressione in Cairo per essere more le maestre: è un mezzo per rialzare nella riputazione la razza negra calpestata da tutti. Taccio delle frequenti conversioni, e delle anime che ogni settimana si mandano in paradiso, o si convertono per opera dei tre Istituti”. (Scritti 1926-1927).

P. Ottavio Raimondo – suor Giuseppina Barbato.

Daniele Comboni: 1000 vite per la missione

Con soddisfazione, san Daniele Comboni dà buone notizie dei suoi Istituti, sottolineando soprattutto la validità di quello della sacra Famiglia: la scuola con insegnanti africane. Stava nascendo un’Africa nuova, si stava realizzando il progetto: salvare l’Africa con l’Africa. Ascoltiamolo:

As for me and my work, I will tell you I have suffered a lot, enjoyed a lot and worked a lot, and that the Lord sends blessings before my eyes. What gives me immense consolation is the third Institute I have just founded at the order of His MostReverend Excellency the Archbishop of Irenopoli and Apostolic Delegate in Egypt. It is an Institute which does great good to the 25,000 inhabitants of Old Cairo. This girls’ school directed by Mother Caterina Valerio with the help of 4 African teachers, one of whom is Domitilla, is attended by youths of all religions, even Muslims, who learn the catechism and Christian morality. Apart from the work the African teachers do, this school has made a great impression in Cairo because the teachers are African: it is a means to raise the reputation of the black race which is downtrodden by all. I will not mention the frequent conversions and the souls that are sent to heaven every week or are converted by the work of the three Institutes. Writings 1926 – 1927)

P. Ottavio Raimondo – suor Giuseppina Barbato.

Daniele Comboni: 1000 vite per la missione

Con soddisfazione, san Daniele Comboni dà buone notizie dei suoi Istituti, sottolineando soprattutto la validità di quello della sacra Famiglia: la scuola con insegnanti africane. Stava nascendo un’Africa nuova, si stava realizzando il progetto: salvare l’Africa con l’Africa. Ascoltiamolo:

En cuanto a mí y a mi obra, le diré que he sufrido, gozado y trabajado mucho con ella, y que el Señor la va bendiciendo ante mis ojos. Lo que me da una inmensa satisfacción es el tercer Instituto que recientemente he fundado por orden de S. E. Rma. el Arzobispo de Irenópolis y Delegado Apostólico de Egipto, Instituto que hace un gran bien en medio de los veinticinco mil habitantes que pueblan el Viejo Cairo. Esta escuela femenina, que dirige la M. Catalina Valerio con la ayuda de cuatro maestras negras, entre ellas Domitila, es frecuentada por jóvenes de todas las religiones, incluso por musulmanas, que aprenden el catecismo y la moral cristiana. Aparte de la labor que desarrollan las maestras negras, esta escuela ha producido gran impresión en El Cairo precisamente por el color de las maestras: es un modo de mejorar la reputación de la raza negra, pisoteada por todos. No hablo de las frecuentes conversiones, ni de las almas que cada semana alcanzan el paraíso o se convierten por obra de los tres Institutos. (Escritos, 1926-1927)

p. Octavio Raimondo – h.na Josefina Barbato.”  



Luned́ 13 Febbraio,2012 Ore: 17:50
 
 
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