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www.ildialogo.org LA DISCRIMINAZIONE È VINTA,di p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato)

domenica 12 febbraio 2012
LA DISCRIMINAZIONE È VINTA

di p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato)

12 febbraio 2012

Il lebbroso abiterà fuori dell’accampamento (I lettura: Lv 13,1-2.45-46)

Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo (II lettura: I Cor 10,31-11,1)

La lebbra scomparve ed egli guarì (III lettura: Mc 1,40-45)

Il mondo in cui viviamo

L’Italia è una "democrazia bloccata", un Paese dove tutti si aspettano il peggio e nessuno ha più fiducia in niente e in nessuno. Un sistema che sarebbe troppo facile definire "bacato" per colpa della sua classe dirigente, dal momento che moltissimi, nel loro piccolo, contribuiscono a un sommerso che ha ormai raggiunto quota 540 miliardi, pari al 35% del  Pil ufficiale, e a un'evasione fiscale di almeno 230/250 miliardi l'anno. Cifre alle quali si unisce una florida economia criminale dal valore di oltre 200 miliardi l'anno. Non c'è da stupirsi che in un Paese così, come emerge dal 24° Rapporto Italia dell'Eurispes, presentato a Roma il 26 gennaio 2012, solo il 9,5% riponga "molta" o "abbastanza" fiducia nel Parlamento (nel 2004 era al 36,5%), e appena il 21,1% la riponga nel governo.
Il 63,2% degli italiani si dichiara "sfiduciato". Il 59,5% si sente "limitato" dalla situazione del Paese. Una percentuale analoga si sente "poco" o "per niente" stimolata a impegnarsi per la ripresa dell'Italia (contro un 38,3% che invece è pronto a farlo). Un Paese alla deriva, attaccato più a quel che resta del proprio benessere che al desiderio di rimboccarsi le mani per far risollevare le sorti dell'economia e della società civile.

La Parola che ci è donata.

Gesù annuncia ovunque l’amore di Dio e chi annuncia l’amore di Dio annuncia vita per tutti.

Gesù con il suo agire afferma che non ci deve essere spazio in Israele per le emarginazioni. Il regno di Dio è per davvero universale.

Il lebbroso non ha un nome, non viene indicata la sua provenienza e incontra Gesù in un tempo e in un luogo imprecisato. Del lebbroso non si dice che venne curato ma che venne “purificato”. E di Gesù si dice che ne sentì compassione. Un sentimento divino quello di Gesù. Infatti il verbo usato in tutto il nuovo testamento viene applicato solo a Dio e a Gesù.

Ma ciò che è meraviglioso è il fatto che il quell’uomo, purificato diventa evangelizzatore.

Ci pensiamo su

Se manca la proclamazione dell’amore di Dio mancherà anche l’accorrere delle persone emarginate. Siamo convinti che la strada maestra per vincere ogni emarginazione è l’esperienza dell’amore di Dio?

Quando quell’uomo esce dall’emarginazione in cui la società lo aveva costretto, quando prende coscienza che è libero, solo allora ogni prescrizione è superata ed è “libero per”dirlo a tutti.

Ricordo che a evangelizzare inviavamo membri della comunità che avevano fatto esperienza di una vera liberazione. Non ci chiedevamo cosa sapevano ma quale esperienza avevano fatto. Serve a poco dire che Dio “purifica” se non posso dire che Dio ha purificato me. Forse ogni cristiano e ogni confessione cristiana dovrebbe parlare meno di fede e parlare di più della sua esperienza di fede.

E non dimentichiamo, lo affermiamo come conclusione, che solo chi accetta di essere emarginato può fare sentire all’emarginato che è dalla sua parte e può contribuire a far nascere il mondo nuovo che Dio sogna e per la cui nascita continua a purificarci..

Daniele Comboni: 1000 vite per la missione

Daniele Comboni non si limita a denunciare la schiavitù ma crede negli schiavi liberati e li mette in grado di ricostruire la propria vita e fonda per loro un villaggio. Ascoltiamolo: “Sono cose orribili quelle di cui noi siamo testimoni che si commettono contro questi poveri negri. Ma stiamo lavorando, nei ritagli di tempo che rubiamo alle occupazioni nostre, una relazione all'E. V. sugli orrori della schiavitù e della tratta dei negri, che è nel massimo vigore. Il Cuore di Gesù ci aiuterà a compiere bene questa parte della missione del Vicariato. Ho comperato e pagato un terreno magrissimo a un'ora da El-Obeid, per mandarvi a lavorare, e vivere del prodotto di esso gli schiavi liberati. Il terreno è grande come dalla Propaganda alla Basilica di S. Pietro al Vaticano. Produce nel tempo delle piogge dal maggio al novembre. Ho pure comprata e pagata una nuova casa a pochi passi dalla Missione, che ho destinata per le Suore, che ora devono essere partite dal Cairo. Spero che in due anni la missione del Cordofan non avrà che pochissimo bisogno dell'Europa per sussistere. Noi ora siam lieti di soffrire per far risparmi per la Missione: non beviamo mai vino, e il nostro regime di vita è parco; ma è più conforme a questo clima, ed a conservarci sani nell'anima e nel corpo. Tutto si farà colla protezione del S. Cuore di Gesù. (Gli Scritti, 3379)

p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato



Lunedì 06 Febbraio,2012 Ore: 14:48
 
 
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