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www.ildialogo.org GESÙ È LA NUOVA CREAZIONE,di p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato

8 gennaio 2012
GESÙ È LA NUOVA CREAZIONE

di p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato

Venite all’acqua: ascoltate e vivrete (I lettura: Is 55,1-11)

Lo Spirito, l’acqua e il sangue (II lettura: 1Gv 5,1-9

Tu sei il Figlio mio prediletto (III Lettura: Mc 1,7-11)

Il mondo in cui viviamo

Il Gruppo Europeo di Riflessione Teologica (GERT) dei Missionari Comboniani un mese fa, l’8 dicembre 2011, ha lanciato un appello a tutti i comboniani. Questo appello ritengo che sia valido per ciascuno di noi. Ne leggiamo alcuni brani. L’intero documento lo troviamo sul sito www.comboniani.org

“Carissimi confratelli, come gruppo siamo stati anche provocati da quanto sta avvenendo in Europa in campo economico-finanziario. Siamo davanti alla più grande crisi che ha colpito la Unione Europea (UE) nei suoi 60 anni di vita. … Riconosciamo in questo anche il contributo di noi cittadini al peccato del mondo per la nostra incapacità a tradurre in pratica il Vangelo di Gesù in campo economico. Come missionari siamo molto preoccupati per questa crisi finanziaria perché a pagarne le spese saranno la classi deboli e i giovani di questa Europa, ma soprattutto gli impoveriti del sud del mondo. I poveri saranno sempre più miserabili. Noi missionari siamo chiamati a leggere la tempesta finanziaria alla luce delle chiare e radicali parole di Gesù sul denaro e tentare di coniugarle nel complesso mondo economico-finanziario. Non possiamo vergognarci di proclamare sulla pubblica piazza quello che Gesù ha detto in questi campi. Come missionari siamo sfidati ad aiutare le comunità cristiane d’occidente a legare fede e vita, dandone noi stessi un esempio per primi. Infatti questa crisi rivela sempre di più la nostra schizofrenia religiosa. Ma ci conforta anche il fatto che tante comunità cristiane e gruppi impegnati rispondono con gesti di solidarietà e condivisione alle vittime di questa crisi... Anche le nostre comunità comboniane sono sfidate ad aprire il cuore alla condivisione con chi soffre attorno a noi. Questa crisi poi ci sfida ad un nuovo stile di vita più austero e sobrio, sia a livello personale che comunitario. Ci sfida soprattutto a verificare come gestiamo i nostri soldi e a quali banche li affidiamo. Ci accompagni la parola chiave di Gesù: “Vegliate”. È l’invito serio a leggere i segni dei tempi e ad impegnarsi a fianco di chi soffre”.

La Parola che ci è donata

“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”, leggiamo nel libro della Genesi nel versetto 2 del capitolo 1. Marco inizia il suo vangelo, la sua bella notizia, con la stessa identica parola: “In principio…” e poi presenta lo Spirito che “aleggia” come una colomba sopra l’acqua dalla quale era appena uscito Gesù.
Gesù è la nuova creazione. In Gesù Dio ricrea il mondo. Qui prende il via il nuovo inizio. Gesù è il nuovo inizio. E in Gesù l’uomo e la donna assumono la forma che Dio ha pensato per loro fin dall’origine. Nel battesimo di Gesù questa immagine diviene visibile, palpabile. Gesù è l’uomo quale Dio originariamente ha creato, il prediletto di Dio.

Ed è bello che Marco non aggiunge nulla all’affermazione “Tu sei il Figlio mio, in te ho posto il mio compiacimento”. Non dice: ascoltatelo, seguitelo, contemplatelo…

La Parola che oggi ci è donata ci porta ad ascoltare la voce del Padre, a sentirci, in Gesù, anche noi figli amati. È una parola che ci fa gioire perché nel mondo non esistono che “figli amati” nel Figlio amato.

Ci pensiamo su

Nelle nostre assemblee, lungo le vie della città in cui abitiamo, nelle nostre case, sempre e quindi anche in questo momento, ci possiamo guardare in faccia e dirci: lo sai che sei figlio amato? Non è sufficiente infatti che sia solo il Padre a dircelo, abbiamo bisogno di sentircelo dire da chi è accanto a noi e, chi è accanto a noi, ha bisogno di sentirselo dire da noi.

Dopo una tre giorni di spiritualità, un giovane torna a casa e dice al babbo: “babbo, Dio ti ama”. Al babbo viene spontaneo rispondere: “ma sei matto?”. E il giovane riprende la parola: “Anche se sono matto Dio ti ama lo stesso”. Il giorno seguente quel papà, che io non conoscevo dato che non frequentava la parrocchia, viene nel mio ufficio. Non sa come dire ciò che sente, poi vedo una lacrima sul suo volto apparentemente duro, mentre riesce a dire: “Mio figlio mi ha detto una cosa che nessuno mai mi aveva detto. Mi ha detto: “babbo, Dio ti ama”.

La prima creazione Dio l’ha realizzata senza il tuo e senza il mio contributo: lui solo. La nuova creazione Dio la realizza con il SI di Gesù ma anche con il tuo si. Non dimentichiamolo. Ce lo ricorda anche san Daniele Comboni

Daniele Comboni: 1000 vite per la missione

Nel mese di luglio 1881, tre mesi prima della sua morte, scrive una preziosa lettera a p. Giuseppe Sembianti rettore del suo seminario a Verona. La sua esperienza di essere figlio amato lo porta a riaffermare la sua fiducia in Dio e a vivere la sua missione fino alla fine.

“Lei, caro padre, si ricordi di una massima inculcatami dal P. Marani, ed era questa: "Chi confida in se stesso, confida nel più grande asino del mondo" e soggiungeva: "tutta la nostra confidenza deve essere in Dio". E in ciò vengono meno molte anime sante che io conosco, e tanti Gesuiti, e frati, e preti pii, e religiosi che si mettono il cilicio, e si battono il petto, e Trappisti e Certosini e anime di grande orazione etc. etc. i quali con una vita santa, e con molta orazione dicono di confidare in Dio (li ho veduti coi miei occhi e sentiti colle mie orecchie, e non solamente religiosi e preti, ma prelati, vescovi, e qualche cardinale), dicono Dio può tutto, Dio farà tutto, provvederà a tutto, portiamo la croce umiliamoci, annientiamoci, etc...... Ma quando capita la tempesta, vien meno la speranza umana, non vedono luccicare il denaro, tutto è croce, capita l'umiliazione, sentono che non han credito, etc. etc. allora cadono sotto il peso la fiducia in Dio è zero (confidavano nel più grande asino di questo mondo), e la vera e reale perfezione è andata in fumo…

Vedendomi così abbandonato e desolato, ebbi cento volte la più forte tentazione (ed anche eccitamenti da uomini pii, rispettabili, ma senza coraggio e fiducia in Dio) di abbandonar tutto, rassegnar l'opera alla Propaganda, e mettermi umile servo a disposizione della Santa Sede, o del Cardinale Prefetto, o di qualche Vescovo…”

p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato



Domenica 01 Gennaio,2012 Ore: 20:07
 
 
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