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www.ildialogo.org NESSUNO ALLA SINISTRA DEL FIGLIO DELL’UOMO,di p. Ottavio Raimondo – sr. Giuseppina Barbato

NESSUNO ALLA SINISTRA DEL FIGLIO DELL’UOMO

di p. Ottavio Raimondo – sr. Giuseppina Barbato

Io giudicherò tra pecora e pecora (I lettura: Ez 34,11-12.15-17)

Consegnerà il Regno a Dio Padre (II lettura: 1 Cor 15,20-26.28)

Separerà gli uni dagli altri (III lettura: Mt 25,31-46)

Le comunità cristiane del Vangelo di Matteo

Il nostro vangelo inizia con Gesù che si mette in fila e si fa solidale con l’umanità oppressa dal male e termina con lo stesso Gesù che dichiara che il servizio amoroso ai piccoli, con i quali lui si identifica, è la strada sulla quale la comunità dei discepoli deve camminare. Sentiamo di essere la comunità che si fa solidale e che serve con amore i piccoli, ogni classe di persona emarginata.

Nel suo primo discorso, quello della montagna, Gesù aveva detto: “beati (felici) i poveri, i piccoli…”. Nel suo ultimo discorso prima della passione, morte e risurrezione, proclama “beati (benedetti) quanti soccorrono i poveri e i piccoli. Noi comunità di Matteo abbiamo la certezza che saremo giudicati per l’amore che ogni giorno avremo dato ai nostri fratelli e sorelle. Questo amore è ciò che noi chiamiamo ben volentieri “giustizia” del Regno. Amare è fare giustizia.

Le nostre comunità, chiamate ad accogliere gli ultimi, saranno giudicate sulla concreta solidarietà che sapranno manifestare loro.

Per noi questo discorso di Gesù non è una parabola, anche se racchiude l’esempio delle pecore e dei capri, ma è un insegnamento che ci dice come deve essere la nostra vita di comunità cristiana.

Le comunità cristiane oggi

Una persona decide di mettere alla prova un uomo saggio. Va da lui con una farfalla tra le mani e gli domanda: - “Ciò che ho in mano è qualcosa di vivo o di morto?”. L’uomo saggio, dopo un momento di silenzio, risponde: - “Dipende da te”. Se le mani le apri ciò che hai nelle mani sarà qualcosa di vivo. Ma se la mani le chiudi avrai tra le mani solo qualcosa di morto.

Le nostre comunità devono essere comunità unite ma devono vivere proiettate fuori di sé. Le loro preoccupazioni non possono ridursi all’ambito delle proprie necessità o alle esigenze delle proprie strutture. La missionarietà è testimoniare la venuta del Regno e organizzare la carità solidale con tutti.

Abbiamo camminato insieme durante tutto questo anno liturgico. Ci auguriamo di aprirle sempre le nostre mani perché la vita continui e cresca.

Nelle nostre mani c’è tutto. Lo stesso Gesù, che oggi ricordiamo con il titolo di “re”, è nelle nostre mani: è lui il pane, è lui il povero.

Sia coloro che avevano scelto di essere solidali, sia coloro che la solidarietà l’avevano rifiutata pensavano di incontrarlo per la prima volta il Signore mentre di fatto lo avevano incontrato ogni giorno. Proprio questo incontro apparentemente banale di ogni momento sarà per noi decisivo. In questo senso la data del giudizio e della venuta del Figlio dell’uomo è “oggi”.

Chi accoglie un bisognoso, pur non sapendolo, accoglie di fatto il Figlio dell’uomo, che non esita a dire “L’avete fatto a me”.

Terminiamo questo anno liturgico sapendo di trovarci di fronte a un grande mistero: il mistero del Dio che separa per salvare perché il nostro Dio è solo e sempre salvezza.

All’inizio dei tempi separa il cielo e la terra, poi la terra dai mari. Alla fine dei tempi il Figlio dell’uomo separa l’umanità al cui agire responsabile erano stati affidati il mondo e la storia.

Ci consola un particolare che normalmente ignoriamo. Nella parabola si dice che le pecore sono poste alla “sua” destra e i capri alla sinistra. Non alla sua sinistra. Il nostro Dio non mette mai nessuno alla sua sinistra! La comunità dei discepoli non può mettere nessuno alla sua sinistra!

Auguri sorelle e fratelli: siamo discepoli e inviati.

Suggerimento: te la senti di scrivere la frase del vangelo che più ti ha colpito durante questo anno liturgico? Sei disposto a scrivere anche un gesto o una scelta che in questo anno non avresti fatto se non fossi stato illuminato dal vangelo? Se vuoi invia la tua testimonianza agli indirizzi e-mail che trovi accanto ai nostri nomi.

p. Ottavio Raimondo oraimondo@emi.it – sr. Giuseppina Barbato gb.carrara57@gmail.com



Lunedì 14 Novembre,2011 Ore: 15:01
 
 
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