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www.ildialogo.org TUTTI INVIATI E TUTTI INVITATI,di p. Ottavio Raimondo –suor Giuseppina Barbato

TUTTI INVIATI E TUTTI INVITATI

di p. Ottavio Raimondo –suor Giuseppina Barbato

 

Il Signore asciugherà le lacrime su ogni volto (I lettura: Is 25,6-10)

Tutto posso in colui che mi dà forza (II lettura: Fil 4,12-14.19-20)

Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze (II lettura: Mt 22,1-14)

Il vangelo di Matteo

Chi non si affretta ad accettare un invito a nozze? Un re che deve chiamare per due volte gli invitati e questi che reagiscono con l’indifferenza, se non ostilità; la repressione dei ribelli la cui città viene data alle fiamme; i nuovi commensali raccolti a caso lungo le strade per riempire la sala del banchetto; e per finire il povero diavolo che viene buttato fuori anche se nell’impossibilità di procurarsi il necessario per partecipare alle nozze. Inverosimile. Tuttavia Matteo vuole dipanarci simbolicamente lo sviluppo della storia della salvezza: il rifiuto e l’ostilità di Israele di fronte all’invito dei profeti e dei giusti, l’annuncio del Vangelo da parte di Gesù e i suoi apostoli; la distruzione di Gerusalemme (70d.C) che assunse valore simbolico agli occhi delle prime comunità cristiane; l’espansione della chiesa tra i ‘pagani’. E’ una chiara chiamata ad una vocazione universale, per il popolo di Dio, perché si lanci sulle vie del mondo, invitando l’umanità a far festa. “Signore, l’umile straniero che io sono, fa che non sia privato di te, o creatore!...Accoglimi nella sala del banchetto: fa che possa conoscerti e dividere con te, maestro buono, la gioia senza fine. Amen! (Simeone il Nuovo teologo, Inno XLV)

Le comunità cristiane del Vangelo di Matteo

Per noi è importante quanto presentiamo in questa ultima parte del vangelo sull’avvento definitivo del Regno di Dio. Proprio per questo abbiamo unito due parabole quella del banchetto disertato dagli invitati e quella di chi si presenta senza l’abito nuziale..
Ambedue le parabole le abbiamo riportate per sottolineare la dimensione della vigilanza: potrebbe succedere che tu non sia pronto ad accogliere l’invito o che il tuo stile di vita non sia in sintonia con la festa di nozze.

Il massacro di cui parliamo si riferisce alla mentalità dell’ambiente in cui viviamo e contemporaneamente alla presa di Gerusalemme. Non si riferisce certo all’immagine che noi abbiamo di Dio il quale vuole che al banchetto ci siano tutti non importa se storpi o zoppi..

Il rifiuto di pochi o di molti che siano è l’occasione per aprire la festa a tutti.

Le comunità cristiane oggi

Se Diogene girava per le strade e le piazze della città con una candela accesa in mano per trovare l’uomo, il cristiano gira per le strade e le piazze con la luce della Parola per invitare tutti a entrare al banchetto.

Tra questi “tutti quelli che troverete” ci saranno certamente anche i vignaioli omicidi, il figlio che aveva detto “si” e poi aveva fatto “no”; i capi e gli anziani del popolo, i venditori scacciati dal tempio. Ci saranno le moltitudini alle quali era stato detto “beati voi i poveri, i miti, i misericordiosi, i costruttori di giustizia… Ci saranno “i furbi” che hanno cercato di costruire un mondo secondo i propri schemi e interessi.

Ci saremo tutti, proprio tutti così come ci dice anche la sura 2,148 del Corano: “Dio vi riunirà tutti. In verità Dio è l’onnipotente” e nella sura 5,48 si afferma ancora: “Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali divergete”.

In quel banchetto delle nozze di Dio con l’umanità ci troveremo tutti gomito a gomito: credenti e non credenti, europei e africani, asiatici, oceanici e americani: i cinque continenti nessuno escluso.

E allora ci permettiamo di pensare che l’abito nuziale di Gesù e dei suoi discepoli sia uno strano abito nuziale ricco di tutti i colori dell’umanità.

Un mese fa si chiudeva ad Ancona il XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Noi della “Tenda dell’Ascolto” abbiamo fatto tanto volantinaggio. Avvicinando le persone della città di Ancona, i turisti, gli immigrati, i giovani e le persone adulte ci sentivamo proprio come inviati a dire a tutti “entrate”. Sotto il sole caldo dell’inizio di settembre, sudando a più non posso sentivamo la gioia di essere inviati. A volte giungeva qualche persona che diceva: sono venuto perché mi avete invitato. Leggendo come gruppo di volontari questo brano del vangelo, un volontario si domandava: ma dove sono mai andati a finire gli inviati che invitavano tutti a entrare al banchetto? La risposta la diede Marco: - Io li penso banchettando con tutti gli altri perché tutti noi siamo inviati e invitati nello stesso tempo. L’invio e l’invito si intrecciano e si realizzano insieme.

È il pensiero che papa Benedetto ci lascia nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale: “La missione universale coinvolge tutti, tutto e sempre. Il Vangelo non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare. E questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati, i quali sono “stirpe eletta, … gente santa, popolo che Dio si è acquistato” (1 Pt 2,9), perché proclami le sue opere meravigliose”.

Suggerimento: In questo mese missionario procurati un libro missionario o sottoscrivi l’abbonamento a una rivista missionaria per non essere anche tu uno di coloro che dicono: “ero abbonato…”. Non si vive del passato.

p. Ottavio Raimondo –suor Giuseppina Barbato



Giovedì 06 Ottobre,2011 Ore: 13:49
 
 
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