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www.ildialogo.org LA CROCE,di p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato

Domenica 28 agosto 2011
LA CROCE

di p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato

La croceMi hai sedotto, Signore (I lettura: Ger 20,7-9)

Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente (II lettura: Rm 12,1-2)

Chi vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso (III lettura: Mt 16,21-27)

Il vangelo di Matteo

Pietro cominciò a rimproverarlo’ Rimproverare nel termine greco è la stessa parola che indica quanto Gesù fa con i demoni. E’ quanto Pietro fa con Gesù. Pietro, l’impulsivo, spinto da un amore poco illuminato, si ribella all’apparente crudeltà del piano divino. Che ne è del Cristo, del Dio vivente se è un perdente? E’ come bestemmiare contro ( ciò che pensa Pietro) la Gloria. Ma Gesù ‘voltatosi’ mostra il suo volto a Pietro che non stava parlando con lui faccia a faccia e si era messo ‘davanti’ a Gesù per condurlo a fare la propria volontà, come satana. Gesù non lo respinge, ma gli indica la posizione giusta ‘mettiti dietro a me’. E’ l’invito per i discepoli di tutti i tempi, seguire il Maestro, sapendo che, come Lui, non si può eliminare dalla propria vita la croce della salvezza. Davvero i pensieri di Dio non sono quelli degli uomini. “Non bisogna salvare la propria anima come si salva un tesoro, bisogna salvarla come si perde un tesoro: spendendola.” (Ch. Pèguy)

Le comunità cristiane del vangelo di Matteo

La croce l’hanno inventata i romani come strumento di conquista e di dominio per soggiogare e difendere i privilegi di pochi.

Noi delle comunità di Matteo questo lo sappiamo bene. Di croci ne abbiamo viste tante alzate nei posti più visibili per dire a tutti: non ci sono alternative o ti allinei o diventerai un tutt’uno con questi due pali.

Di proposito abbiamo messo sulla bocca di Gesù l’invito ai discepoli di prenderla la croce, la croce al singolare, la croce di un “disordine” costituito che aveva come mito la pax romana, l’eternità di Roma e il culto all’imperatore.

Ciò che più ci ha scossi è il fatto che questo clima di dominio si era infiltrato anche nella vita del nostro popolo, nelle istituzioni religiose, nel tempio che amavamo tanto così da esserne assidui frequentatori. Nel momento della scelta di fedeltà al Signore abbiamo preferito prendere la croce dell’esilio.

Noi la croce non la imponiamo a nessuno: se lo facessimo saremmo dalla parte del dominio economico o politico e sappiamo bene che non possiamo servire Dio e mammona. Ma neppure permettiamo che nessuno ce la imponga perché non siamo schiavi.

La croce la prendiamo come l’ha presa il nostro maestro che non si è piegato al regno di questo mondo. Il suo Spirito ci ha donato la forza di non allinearci ed ora siamo qui sulle alture del Golan. Voi cristiani del terzo millennio dove siete?

Le comunità cristiane oggi

Dio non vuole la croce, non è il Dio del potere che macina e riduce in polvere tutto ciò che gli si oppone. Il nostro Dio è il Dio della felicità e della libertà.

Un signore, uscendo nella notte dalla stanza illuminata in cui ci trovavamo per le confessioni, di fronte al buio del giardino che aveva davanti, alza le braccia e grida “Sono libero”.

Una signora vedova che aveva trovato in un professionista che la visitava di frequente il modo per sfamare i figli, ha il coraggio di non aprirgli più la porta e anche lei grida “Sono libera”.

Un giovane al quale viene offerta una ghiotta opportunità di guadagno quando si accorge che tutto gira attorno a bustarelle lascia la città e va altrove e anche lui grida: “Sono libero”.

Un giudice riceve una telefonata dall’alto: “Non dia questa sentenza, si brucia”. La sentenza viene emessa e il giudice grida “Sono libero”.

E a questo prete che ha vissuto e predicato la croce, insegnando con la vita e le parole che la vita o è vita per tutti o non lo è per nessuno, ognuno di noi può dargli un nome: non importa se lo chiami con il nome di don Milani, don Puglisi, don Mazzolari, don Ciotti, p. Turoldo, p. Zanotelli., … Anche questo prete grida: “Sono libero”.

Prendi la tua croce, la croce del costruttore, missionario del Regno di Dio. Prendila questa croce.

Prendi la croce e anche tu dirai: “Sono libero”. E molti altri potranno dire: “Siamo liberi” come in quel mattino di Pasqua in cui il sepolcro è rimasto vuoto.

Comunità cristiana di oggi, grazie perché lo Spirito sta soffiando su di te e sta facendo crescere in te uomini e donne che gridano “Siamo liberi”; uomini e donne che scoprono ogni giorno che milioni di persone amate da Dio e appartenenti ad altre culture e religioni stanno facendo lo stesso cammino. Tra di loro oggi mettiamo in primo piano i nostri amici dell’Islam che fra due giorni termineranno il mese del Ramadan. E perdonateci perché noi cristiani di oggi stiamo attraversando le vostre terre come i romani hanno attraversato le terre della Giudea e della Galilea. Pregate per noi perché incominciamo ad attraversale come le ha attraversate Gesù che voi chiamate “figlio di Maria” e “Messia”.

Suggerimento: Ad Ancona, durante il Congresso Eucaristico ci vedremo a LA TENDA DELL’ASCOLTO e pregheremo insieme lasciandoci avvolgere dallo Spirito che ci rende capaci di prendere la croce e di gridare: “Sono libero”.

p. Ottavio Raimondo – Suor Giuseppina Barbato



Luned́ 22 Agosto,2011 Ore: 16:43
 
 
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