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www.ildialogo.org SIAMO TESORO PERLA E RETE,di p. Ottavio Raimondo – suor Giuseppina Barbato

SIAMO TESORO PERLA E RETE

di p. Ottavio Raimondo – suor Giuseppina Barbato

Hai domandato per te la sapienza (I lettura: 1Re 3,5.7-12)

Predestinati ad essere conformi al suo Figlio (II lettura: Rm 8,28-30)

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo (III lettura: Mt 13,44-52)

Il vangelo di Matteo

Il brano fa da conclusione al discorso sul Mistero del Regno, le parabole del ‘tesoro nascosto’ e della ‘perla preziosa’ approfondiscono il tema del Regno come mistero. A coloro cui ne è data la conoscenza, cioè i piccoli, gli oppressi e gli affaticati, capiscono che il Regno è come il tesoro nascosto per il quale vale la pena vendere tutto per possederlo. Matteo parla di sé in questa parabola. Sono passati tre anni dalla sua chiamata, forse trenta dal momento in cui scrive. Matteo ci dice che sì, ha trovato il tesoro, ha venduto tutto per la perla e ha fatto bene, vale la pena investire tutto per il Regno. Nel regno di Dio tutto è già compiuto, ma tutto deve ancora compiersi e si compie ogni giorno, nella vita di ciascuno e di tutti con l’intervento congiunto, in Cristo Gesù, di Dio e dell’umanità. Regno e Chiesa non si identificano, necessariamente, non indicano la stessa realtà. Poiché nel contesto storico e sociologico di tutti i tempi, la Chiesa è stata ed è il terreno e tuttavia sempre ambiguo a causa del peccato, dove il regno lentamente si edifica. Esso non si fa imprigionare in nessuna realtà sociologica, neppure di carattere religioso, va sempre al di là di ogni realizzazione concreta in cui si manifesta.

Le comunità cristiane del vangelo di Matteo

Il tesoro nascosto e la perla di grande valore sono due motivi che troviamo spesso nei racconti del nostro tempo e dei popoli in mezzo ai quali viviamo.

Non importa se il Regno si presenta a partire da circostanze ambigue come è la storia dell’uomo che trova un tesoro in un campo altrui oppure se si presenta a partire da una scoperta quasi fortuita come la perla di grande valore.

Nei due casi la scoperta è possibile perché c’è qualcuno che è alla ricerca. Vogliamo che i membri delle nostre comunità siano persone alla ricerca, persone sveglie. E vogliamo anche che tutti comprendano che di fronte alla scoperta del tesoro e della perla non si possono rimandare le decisioni a domani.

Con la parabole della rete invece diciamo: abbasso alle intolleranze. Nella rete c’è posto per tutti. Non spetta a noi decidere chi si o chi no. Chi sia il pesce buono o il pesce cattivo. Nelle nostre comunità c’è posto per tutti appunto perché il nostro maestro è venuto a cercare tutti, non alcuni.

E, infine, con l’accenno allo scriba saggio invitiamo le nostre comunità ad attualizzare il messaggio ricevuto con nuove parabole e nuovi annunci. Rompiamo lo schema logico di prima il vecchio e poi il nuovo perché la nostra fede è viva e la vita non si ripete: ciò che abbiamo ricevuto e vissuto sarà punto di riferimento per verificare il nuovo ma è il nuovo il cuore della nostra comunità: lo Spirito che soffia e feconda oggi il mondo..

Le comunità cristiane oggi

Bonhoeffer parla del prezzo della grazia.

La grazia di Dio è gratuita, gratis ma è “cara”. Porta infatti a un impegno di vita: un vendere tutto ciò che possediamo per avere il tesoro il cui valore è inestimabile.

Chi vede colui che vende scuote la testa e dice: ma costui è matto. Mentre colui che vende tutto dice in cuor suo: sto facendo il più grande affare della mia vita, l’unico affare che dà senso a tutto.

A me non interessa il terreno, interessa il tesoro.

Il regno di Dio è un gioioso dono che per la sua dimensione e la sua bontà rende totalmente e assolutamente felici. Tutto impallidisce di fronte allo splendore e alla ricchezza di ciò che si è scoperto. Nessun sforzo per raggiungere il tesoro sembra eccessivo. L’impegno del distacco non è facoltativo.

“Ho venduto tutto e sono felice – mi diceva un medico nella cui casa ero stato ospitato ­–. La vita che vivo è del Signore, così la sposa, i figli, la casa, la macchina, il lavoro, le amicizie, tutto è del Signore. E in ogni momento gli chiedo: e tu come la vivresti questa vita, come mi chiedi di relazionarci con la sposa, con i figli e con tutto il resto? Questo stile di vita lo chiamo: la signoria di Gesù il Signore”.

Entrando in quella casa mi hanno fatto vedere un’immagine del Cuore di Gesù sopra la porta e in quel preciso momento, la sposa pronunciò queste parole: “Da 20 anni quest’immagine è in questo luogo ma da soli due anni Gesù è diventato colui che dirige questa casa”.

E la figlia maggiore di 19 anni aggiungeva: “Sa che cosa è successo da quel momento? La nostra casa non è più nostra, appartiene a tutti, è come una piccola chiesa domestica. Da noi c’è sempre spazio per tutti, cristiani e non cristiani, poveri e ricchi”.

Non fu necessario che mi dicessero che erano felici e che il tesoro e la perla preziosa nella misura in cui li accogli trasformano anche te in tesoro e in perla preziosa, in rete che non esclude nessuno.

Sia questa la nostra chiesa, la nostra comunità e ciascuno di noi.

Suggerimento: leggi durante l’estate un libro sulla Bibbia, sceglilo tu oppure consigliati o, se vuoi, telefonaci.

p. Ottavio Raimondo – suor Giuseppina Barbato



Luned́ 18 Luglio,2011 Ore: 15:52
 
 
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