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www.ildialogo.org LA CARNE E IL SANGUE,di Suor Giuseppina Barbato- p. Ottavio Raimondo

LA CARNE E IL SANGUE

di Suor Giuseppina Barbato- p. Ottavio Raimondo

La carne e il sangueTi ha nutrito di un cibo che non conoscevi (I lettura: Dt 8,2-3.14b-16a)

Poiché vi è un solo pane, noi siamo un solo corpo (II lettura: 1 Cor 10,16-17)

La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda (III lettura: Gv 6,51-58)  

Il vangelo di Giovanni

Non è una festa ‘facile’ quella dell’Eucarestia. Da sempre l’uomo carnale e dubbioso che ciascun porta dentro di sé si è scontrato con questa problematica realtà: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” L’Eucarestia che non sarà mai un mezzo per fare propaganda alla fede è annunciata sin dall’Antico Testamento, attraverso varie iniziative divine che preparano il cuore dei poveri e vanno incontro ai loro desideri inespressi. ‘Non dimenticare… ricordati…’ Così l’autore del Deuteronomio invita a considerare l’amore di Dio, sperimentato nel passato e garanzia per il presente e per il futuro. Allora ricordiamo l’esperienza prodigiosa che Israele fece dell’efficacia della parola divina: uscita dalla bocca di Dio, essa non ritorna a lui senza aver ottenuto ciò che voleva. Ricordiamo il delinearsi sempre più definitivo del progetto divino di sposare l’umanità, di essere presente alla vita del suo popolo, di stabilire in esso la sua dimora, con tutta l’intensità di comunione vitale che questo comporta. Un’intensità di comunione che San Paolo ci delinea così chiaramente nei due versetti della lettera ai Corinzi, proposti dalla Liturgia odierna, condividere il pane, mangiare insieme, sono segni di comunione di vita. Quindi la ‘comunione’ del corpo di Cristo non è semplicemente un rito, ma è prova e segno di unità, di amicizia, di fraternità, di comunione di vita.

‘C’è vera evangelizzazione quando un mendicante indica a un altro dove tutti e due possono trovare da mangiare’ (Assemblea Ecumenica di Nairobi). Ovvero, chi partecipa all’eucarestia deve fare da ponte tra l’eucarestia e la vita.

Le comunità del vangelo di Giovanni

Noi presentiamo Gesù come colui che ci sorprende sempre. La Legge pur nella sua ricchezza non è stata capace di portare il popolo d’Israele alla comunione con Dio, né lo ha reso capace di realizzare il sogno di Dio, ossia, di costruire una società di donne e uomini liberi dalla tentazione dell’accumulare e capace di eliminare emarginazioni, paure ed esclusioni.

Gesù ci parla di mangiare, o forse meglio di “masticare” la sua umanità, la sua carne e di bere il suo sangue. In questo masticare e bere si realizza per noi la promessa di vivere per sempre, di dimorare (rimanere) in lui

Siamo di fronte a tre affermazioni forti:

la forza del pane di vita è liberare dalla morte; la promessa è vivere per sempre; il percorso o condizione è mangiare il pane che è l’eucaristia.

Il sangue è la vita e nessuno poteva berne. E il Gesù che noi presentiamo e che illumina le nostre vite è il Gesù che ci offre il suo sangue grazie al quale la corrente di vita che sgorga dal Padre arriva a chi mastica la carne e beve il sangue.

Il linguaggio è duro e non ci meravigliano le mormorazioni di fronte alle quali noi non cediamo alla tentazione di tenere per noi le parole di Gesù o di attenuarle. Le viviamo e le proclamiamo con forza: sono parte di noi stessi!
 

Le comunità cristiane di oggi

L’Eucaristia è un mistero (prova a sostituire la parola “mistero” con la parola “ricchezza”) di vita donata, della “vita offerta” che diventa pane per il mondo. È il mistero di un Dio che abbraccia per amore la nostra storia, subendone gli insulti fino a quello della morte. L’Eucaristia è Gesù che è comunione e missione: comunione senza esclusioni, missione senza confini. E se tu mangi e bevi anche tu diventi persona di comunione e di missione, senza esclusioni e senza confini.

Ce lo dicono i vescovi delle chiese d’Asia:

“La comunione con Cristo nasce dal condividere personalmente la sua passione, morte e risurrezione nel mistero pasquale, così come è vissuto concretamente dalla comunità, una comunità che lotta contro il male, soffre i dolori e l’angoscia di un popolo, muore e risuscita a nuova vita. L’essere radicati in Cristo significa comunione con Lui e con il suo Popolo” (Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche, Tokyo 1986)

Ce lo assicura nella sua fede semplice un gruppo di giovani del Sud del mondo:

“Abbiamo fame” mi diceva un piccolo gruppo di giovani che alle nove di sera aveva bussato alla porta della nostra abitazione. Di fronte alla mia perplessità, uno di loro aggiunge: “Non abbiamo fame di tortillas ma dell’Eucaristia. Oggi siamo stati a scuola e poi siamo andati a un incontro di evangelizzazione. Prima di tornare alle nostre case ci dà l’Eucaristia?”.

Lo Spirito e il si di Maria hanno dato vita a Gesù. Oggi lo stesso Spirito e il si della comunità dei discepoli fanno l’Eucaristia.

Nella celebrazione dell’Eucaristia lo Spirito Santo viene invocato due volte: sul pane e sul vino perché li trasformi nel corpo e sangue di Gesù donato per tutti; sulla comunità perché “ci riunisca in un solo corpo” condizione essenziale perché “il mondo creda” e la missione raggiunga il suo fine.

”Fate questo in memoria di me”: il mondo ha bisogno di donne e di uomini che offrano sé stessi, come ha fatto Gesù, il Signore; di discepoli che siano comunità, famiglia. Questa capacità di comunione e missione nasce ancora una volta dallo Spirito.

Partecipando all’eucaristia anch’io mi sento spinto con Gesù e come Gesù a dire al mondo: prendi e mangia la mia carne, bevi il mio sangue. È la carne e il sangue del Maestro ed è la carne e il sangue del discepolo attraverso il quale Gesù t’incontra oggi perché anche tu abbia vita eterna.

Vi svelo un segreto che forse non è tale perché ognuno di voi già lo vive: da quando sono stato in Messico, ossia dal 1979, per me celebrare l’eucaristia è sempre una fatica grande che mi stanca. Josè, un indio mi diceva: “Come ti immaginate Pietro se non come un uomo con guaraches (sandali) e vestito alla meglio?” e poi aggiungeva: “E sai come io immagino te e i preti? Me li immagino come persone tutte a brandelli, persone mangiate, masticate da noi i poveri ai quali continuate a dire prendete e mangiate”.

Suggerimento: Dal 3 all’11 settembre ad Ancona (Italia) celebreremo il Congresso Eucaristico Nazionale.(www.congressoeucaristico.it) Visita il sito e cerca di scoprirne i contenuti soprattutto leggendo la lettera dei Vescovi Italiani. Soffermati anche sull’iniziativa “La tenda dell’ascolto”.

Suor Giuseppina Barbato, b.giuseppina@yahoo.co.uk - p. Ottavio Raimondo, oraimondo@emi.it
 



Luned́ 20 Giugno,2011 Ore: 12:05
 
 
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