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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org SCIOGLIERE E LASCIARE ANDARE,di Suor Giuseppina Barbato - p. Ottavio Raimondo

SCIOGLIERE E LASCIARE ANDARE

di Suor Giuseppina Barbato - p. Ottavio Raimondo

La risurrezione di Lazzaro 
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete (I lettura: Ez 37,12-14)
Lo Spirito di Dio abita in voi (II lettura: Rm 8,8-11)
Scioglietelo e lasciatelo andare (III lettura: Gv 11,1-45)
 
Il vangelo di Giovanni
La resurrezione di Lazzaro è l’ultimo e il più grande segno operato da Gesù prima della sua morte, ed è anche il motivo più immediato della sua condanna a morte (Gv 11,47-55) Molti temi s’intrecciano nel racconto: l’amore di Gesù a Lazzaro e alle sue sorelle, il presentimento della sua morte imminente, la resurrezione, l’auto rivelazione di Gesù come risurrezione e vita, ma soprattutto la manifestazione della sua gloria e la fede corrispondente. Quando è ancora lontano, all’annuncio della malattia di Lazzaro, Gesù afferma che questo è per la gloria di Dio, perché sia glorificato il Figlio di Dio, lo scopo della morte di Lazzaro è che ‘crediate’. L’incontro con Marta e Maria è tutto centrato sulla fede e la speranza nella resurrezione, che è Cristo stesso. Infine, nella resurrezione di Lazzaro troviamo una frase che riassume il duplice tema: ‘Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?’ Ecco quindi l’importanza del miracolo che viene narrato da Giovanni, essa sta soprattutto nel suo valore di segno: la vita ridata a Lazzaro indica un’altra vita, quella che viene data a chi crede
Le comunità del vangelo di Giovanni
Noi che formiamo le comunità del vangelo di Giovanni siamo coscienti di aver ricevuto la vita definitiva ma facciamo difficoltà a percepirne la qualità e perciò ci angustiamo facilmente dinnanzi alle difficoltà e soprattutto alla morte.
Proprio per questo abbiamo sentito il bisogno di riflettere sulla vita definitiva grazie alla quale quella pietra che impedisce di entrare di uscire, viene rimossa.
Ma siamo anche le comunità che non hanno ancora capito Gesù in tutta la sua ricchezza di vita. Ne siamo ben coscienti. Ci sentiamo molto legati al Dio di Israele, l’Altissimo e l’Unico e facciamo difficoltà ad accettare che questo Gesù che chiamiamo “Signore”, lui sia l’Altissimo, l’Unico 
Rischiamo di fermarci dove è giunta Maria, la sorella di Lazzaro, che non esita a dire a Gesù: “qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà” e a proclamarlo “Figlio di Dio” senza arrivare a vederlo come colui che è uno con il Dio d’Israele.
Quando Gesù si rivolge al Padre, nel nostro vangelo, non usiamo mai la parola “preghiera” intesa come richiesta. Gesù non chiede, insegna a noi a chiedere. Gesù semplicemente ringrazia il Padre. Il suo rivolgersi al Padre rivela che lui e il Padre sono una cosa sola, unico è il loro disegno e la loro azione.
Non ci siamo soffermati a raccontare le reazioni dei vari personaggi, né se Lazzaro mandasse per davvero “cattivo odore”. A noi importa soffermarci sul fatto che molti “credettero in lui”.
Le comunità cristiane oggi
“Lazzaro vieni fuori”
Gesù grida a gran voce e noi? Nessuno deve rimanere nella tomba! Tutti devono sentire la nostra voce, la voce della comunità cristiana che grida a gran voce: “Vieni fuori”
Ma attenti: non basta gridare “vieni fuori” dobbiamo anche pronunciare il nome della persona o della realtà che chiamiamo a uscire, a venire fuori… Oggi gli inviti e richiami a lasciare l’ingiustizia, la discriminazione, l’opulenza e tante altre morti non mancano. Ciò che manca è il coraggio di unire a questi inviti nomi e cognomi che potrebbero essere anche i nostri stessi nomi e cognomi. Non è detto che proprio io non mi trovi al di là di una pietra che non toglie il “cattivo odore” ma semplicemente lo tappa.
Chi grida ad alta voce “Lazzaro vieni fuori è Gesù” il pastore che chiama ad alta voce la sua pecora per la quale rischia la propria vita. Ma la pecora è incapace di liberarsi da sola. E allora Gesù dà un ultimo ordine: “Scioglietelo e lasciatelo andare”. L’ordine non è rivolto a nessuno in particolare.
È certo che la vita non è pienamente ristabilita se non sciogliamo i legacci con cui abbiamo imprigionato persone e cose. Da qui la necessità di nuovi rapporti umani, di nuove relazioni con la natura, di nuovi stili di vita.
Camminare verso la Pasqua è tutto questo. E il Padre che ci ha donato il Figlio è con noi.
Suggerimento. Avvicina una persona e dalle un annuncio di speranza, daglielo in alta voce.
Suor Giuseppina Barbato, b.giuseppina@yahoo.co.uk - p. Ottavio Raimondo, oraimondo@emi.it


Luned́ 04 Aprile,2011 Ore: 08:44
 
 
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