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www.ildialogo.org TRASFIGURAZIONE DI GESŲ: ARMONIA TOTALE,di Suor Giuseppina Barbato, p. Ottavio Raimondo

TRASFIGURAZIONE DI GESŲ: ARMONIA TOTALE

di Suor Giuseppina Barbato, p. Ottavio Raimondo

Vocazione di Abramo (I lettura: Gen 12,1-4)
Dio ci chiama e ci illumina (II lettura: 2 Tm 1,8-10)
Il suo volto brillò come il sole (III lettura: Mt 17,1-9)
 
Il vangelo di Matteo
‘Si trasformò di fronte a loro: brillò il suo volto come il sole’ In greco il termine ‘metamorfosi’ significa cambiare forma, infatti, nelle metamorfosi della letteratura antica la divinità assume corpo e sembianze umane. Invece nel Vangelo l’umanità assume forma e splendore divino: lascia trasparire la Gloria del Figlio. La luce è il simbolo più aderente a Dio stesso: Creatore, Egli fa esistere ogni cosa per quello che è e la rende visibile nella sua verità. “Il volto di Cristo rappresenta per sempre ‘l’icona vivente dell’amore (Massimo il confessore). Infatti, questa seconda tappa del cammino quaresimale proposto dal Vangelo di Matteo, più che un racconto da ascoltare, è un’icona da contemplare, come uno spiraglio aperto su un mondo divino e misterioso, vicino e allo stesso tempo molto lontano. ‘Quel volto così bello, su cui risplende la grazia, che gli spiriti più santi hanno tanto desiderato, ora è simile al sole che scompare nel buio, avvolto nelle tenebre di un’eclisse profonda…Il volto di Dio che la mia oscurità desidera, il volto di Dio chi me lo saprà dire? …Il volto di Dio ha saputo dirmelo solamente un santo nel sorriso del suo ultimo addio. (J. Vuailant)
 
Le comunità del vangelo di Matteo
Anche noi, come le comunità di Luca e di Marco, collochiamo la trasfigurazione dopo la proclamazione di Gesù Messia fatta da Pietro nei pressi di Cesarea.
Riteniamo che questa proclamazione sia stata fatta in occasione della festa dello Yom Kippur che per gli ebrei è la festa del perdono. Se così fosse, la trasfigurazione, che avvenne sei giorni dopo, coinciderebbe con la festa delle capanne che in ebraico viene detta Sukkoth. Per questa coincidenza di date abbiamo messo in bocca a Pietro l’affermazione: “facciamo qui tre tende…”.
Le due feste dello Yom Kippur e del Sukkot, presentano il volto di un Dio vicino: il Padre buono che sempre perdona e che sempre invita a sperare.
Nella trasfigurazione tutto sembra concentrarsi su Gesù ma di fatto si arriva a mettere in primo piano la paternità di Dio che si avvicina a noi come amico.
Gesù non ci presenta più il Dio che si manifesta tra lampi e tuoni e che incute paura e neppure il Dio che si presenta nel vento leggero ma il Dio che ha un volto: il volto del Padre.
Noi la trasfigurazione la vediamo anche come il momento in cui Mosè e Elia contemplano finalmente in Gesù trasfigurato quel volto di Dio che tanto avevano desiderato contemplare.
In una sola parola, per noi delle comunità di Matteo, la trasfigurazione è armonia totale dove la Gloria del Padre risplende in Gesù e dove, grazie alla presenza dei vari personaggi, risplende la comunione tra Israele e la Chiesa.
 
Le comunità cristiane di oggi.
A tutti è rivolta la parola che viene dalla nube: “Ascoltatelo”. Non ci sono più confini. Siamo passati dall’“Ascolta Israele” a un invito rivolto a tutti i popoli di ogni tempo e di ogni latitudine.
Gesù è la presenza di Dio che raggiunge tutti.
È vero che Gesù si trasfigura ma è altrettanto vero che noi siamo chiamati a trasfigurarci entrando in una nuova visione del Padre e una nuova visione di Gesù.
È bello pensare che la legge e i profeti; le culture e le religioni non sono chiamate a tacere ma a parlare attraverso Gesù.
Pietro, Giacomo e Giovanni “alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo”. Una presenza che non è impoverimento ma ricchezza e pienezza. In Gesù c’è tutta la realtà.
La trasfigurazione, per noi comunità di oggi, è un invito a trasformare la nostra visione di Gesù e la nostra visione del Padre; la nostra visione del mondo e di noi stessi. La trasfigurazione fa di noi persone che non escludono ma includono; comunità che non vivono in un clima di competizione e concorrenza dei confronti di altre comunità ma in una realtà di valorizzazione del diverso.
Vivere la trasfigurazione di Gesù è per noi essere persone di armonia totale, persone che sanno scoprire e valorizzare il bello qualunque sia la sua storia.
Nella trasfigurazione ci sentiamo figli amati del Padre che ci affida la missione di annunciarlo al mondo.
E allora anche un carcerato può dire: “Tutto attorno a me è bello e luminoso. Io stesso mi sento bello da quando Gesù trasfigurato è diventato il Signore della mia vita”.
Suggerimento. Trova tra le tue carte o in qualche rivista o in internet una bella immagine del volto di Gesù. Portala con te durante la giornata e alla sera mettila vicino al tuo cuscino. Contemplala spesso e lascia che ti parli.
Suor Giuseppina Barbato, b.giuseppina@yahoo.co.uk - p. Ottavio Raimondo, oraimondo@emi.it
 


Lunedė 14 Marzo,2011 Ore: 15:47
 
 
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