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www.ildialogo.org SERVIRE E DISTRIBUIERE,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Domenica 8 agosto 2010
SERVIRE E DISTRIBUIERE

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Come punisti gli avversari, così glorificasti noi (I lettura: Sap 18,6-9)
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio (II lettura: Eb 11,1-2,8-19)
Beati quei servi che il suo padrone al suo ritorno troverà ancora svegli… (III lettura: Lc 12,32-48)
 
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Perché il cristianesimo ha cessato di essere interessante agli occhi di molti? Perché noi cristiani non sappiamo esprimere e comunicare la nostra peculiarità, la nostra “diversità”?
Perché non sappiamo dimostrare a tutti che ci crediamo che al Padre è piaciuto darci il Regno? Il timore che è paura e angoscia non ci vengono dati dal Padre. Il Padre ci dà il Regno.
La cosa più importante è il Regno e la signoria di Dio. Il Regno è una vita vissuta nell’incontro e nella comunione; nella condivisione di ciò che siamo e di ciò che abbiamo.
Gesù, il pastore bello ci svela oggi una grande verità: al Padre è piaciuto regalarci il Regno.
In questa società globalizzata e omologata, siamo segnati da sentimenti di paura e d’angoscia, più che da sentimenti di rivolta e di conflitto; siamo segnati dall’indifferenza più che dai valori del Regno. E in questa società, oggi, il Padre ci dona il Regno!
Il contrario del bene non è il male, ma l’indifferenza. Il contrario della vita non è la morte, ma l’indifferenza. Il contrario della verità non è l’errore, ma l’indifferenza. Il contrario della bellezza non è il brutto o il deforme, ma l’indifferenza. L’indifferenza è la prima alleata del male e spesso la sua giustificazione.
 
Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?
Ai discepoli viene chiesta la vigilanza.
L’arrivo del regno di Dio non ammette scappatoie
Vigilanza e responsabilità ci coinvolgono nella relazione con noi stessi e nella relazione con l’altro, nella comunità e nel mondo..
La vigilanza non ci permette di addormentarci, di costruirci tane o nidi. Non ci permette di rimandare le decisioni da prendere o gli stili di vita da fare nostri.
La responsabilità ci fa sentire che i beni da distribuire ci sono stati affidati perché giungano a coloro ai quali sono destinati.
Pertanto l’importante non è preoccuparsi per quando verrà il Signore ma per servire, per distribuire i beni, per la razione di cibo da distribuire.
E la razione di cibo comprende tutti quegli alimenti di cui ha bisogno una persona e una società: parola e pane; lavoro e istruzione; conoscenze e mezzi di sussistenza; fede e solidarietà.
 
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
La parola servo ricorre ben 6 volte quasi a dire che i responsabili delle comunità hanno come prima caratteristica il servire…
Le troppe cose possono ingombrare e renderci sedentari nello spirito
Il bene ci condiziona più che il male… I problemi non vengono dall’esterno ma dall’interno, dall’incapacità di vigilare, di servire… dall’incapacità di amare il Signore ed essere pronti a servire.
Noi cristiani siamo coloro che amano la sua venuta, che attendono… la sua venuta.
“Ho un cuore che non si stanca”, diceva quella giovane donna di una comunità cristiana dell’Africa nera.
“La nostra comunità cresce e non mancano ministeri e vocazioni alla vita consacrata: viviamo nella gioia di servire e di distribuire”, faceva eco dall’America Latina un giovane universitario.
“Ci siamo resi conto che abbiamo ricevuto molto e tutto gratuitamente, per questo siamo passati dalla reciprocità alla gratuità: diamo ciò che ci è stato dato gratuitamente senza chiedere nulla in cambio”, commentava la comunità delle famiglie della parrocchia di San Martin de Porres a La Paz, in Messico.
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Mercoledì 28 Luglio,2010 Ore: 14:52
 
 
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