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www.ildialogo.org MA PERCHÉ DIVIDERE?,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Domenica 1 agosto 2010
MA PERCHÉ DIVIDERE?

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

 
Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica? (I lettura: Qo 1,2; 2,21-23)
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo (II lettura: Col 3,1-5.9.11)
E quello che hai accumulato, di chi sarà? (III lettura: Lc 12,13-21
Uno della folla gli disse: “Maestro, dì a mio fratello che divida con me l’eredità”.
Gesù rifugge le dispute familiari dovute a motivi di denaro. Per Gesù la soluzione è più radicale e ci fa passare dagli equilibri precari del possedere che è sempre frutto del dividere, agli orizzonti dell’essere con l’altro e per l’altro che è sempre frutto della comunione di vita.
La relazione con Dio che non si basa sulla preoccupazione in favore del fratello è una relazione dubbiosa, o per lo meno, ben poco cristiana.
Chi si allontana egoisticamente dal fratello si allontana da Dio.
Chi fa dipendere la vita dai beni materiali perde una famiglia sulla terra e un padre nei cieli.
La famiglia dei discepoli nasce e cresce dove ci sono donne e uomini capaci di condividere, non di dividere.
 
“Anima mia hai a disposizione molti beni, per molti anni: riposati, mangia, bevi e divertiti”.
I beni non assicurano la vita di nessuno
Il tuo bagaglio è troppo pesante, non puoi andare molto lontano. Non perché gli orizzonti non siano fatti per te ma perché il tuo bagaglio è stroppo pesante.
Non ti sei ancora accorto che più cose hai e meno le possiedi? Non hai riflettuto che il tuo accumulare genera impoverimenti ed emarginazioni? Non hai mai pensato che i tuoi beni ti allontanano, ti isolano e ti portano a non avere mai tempo né per te né per gli altri?
Stolto è una parola che indica contemporaneamente stupidità e malizia. Basta avere il coraggio di una domanda: ma riuscirà mai chi di beni ne ha molti a riposare, a mangiare e bere e divertirsi? La parola non ho tempo non l’ho mai udita sulla bocca del povero ma l’ho udita spesso sulla bocca del ricco. Il più grande nemico del ricco non è né Dio, né il povero: è lui stesso che vive in un continuo ingannare e ingannarsi.
Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce davanti a Dio”.
Il ricco stolto in conclusione perde sia questa che l’altra vita
Ciò che il discepolo non deve fare. Ma che bello se a casa nostra riuscissimo a leggere i versetti seguenti dal 22 al 34: scopriremmo quale deve essere l’atteggiamento del discepolo rispetto ai beni di questo mondo. Scopriremmo anche come ci si arricchisce davanti a Dio.
E, siamo tutti d’accordo che evitare di andare fuori strada è già una cosa bella, ma camminare sulla strade è infinitamente più bello. Non per altro i cristiani sono le persone del cammino, della strada.
Proprio come quei due fratelli ai quali il papà aveva lasciato in eredità un campo: metà ciascuno. Uno dei due era molto ricco ma non aveva famiglia e l’altro, molto povero, doveva mandare avanti una famiglia numerosa.
Il figlio ricco non riesce a dormire pensando che il padre avrebbe dovuto lasciare un pezzo più grande del campo a suo fratello povero. Si alza e va al campo a spostare i confini in favore del fratello povero.
Ma anche il fratello povero non riesce a dormire pensando che il padre avrebbe dovuto lasciare più terreno al fratello ricco che non aveva nessuno che pensasse in lui anche se aveva molti soldi. Si alza e va anche lui a spostare i paletti in favore del fratello ricco.
Quando si fa chiaro e il nuovo giorno nasce i due fratelli si trovano l’uno di fronte all’altro ognuno spostando i paletti in favore dell’altro.
Il discepolo di Gesù è colui che sempre sposta i paletti in favore del fratello, in favore delle persone, dei gruppi, delle culture, dei paesi più in difficoltà.
Tu sei questo discepolo e lo sei con fa forza dello Spirito Santo.
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it

 



Mercoledì 28 Luglio,2010 Ore: 14:46
 
 
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