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www.ildialogo.org L’AMORE CI FA DIVENTARE PROSSIMI,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

11 luglio
L’AMORE CI FA DIVENTARE PROSSIMI

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Questa parola è molto vicina a te (I lettura: 30,10-14)
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui (II lettura: Col 1,15-20)
Chi è il mio prossimo? (III lettura: Lc 10,25-37)
 
“Maestro che cosa devo fare per ereditare a vita eterna?”
È bello quanto diceva Giovanni XXIII sul letto di morte: “ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo desiderosi di servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica. Non è il Vangelo che cambia: siamo noi che incominciamo a comprenderlo meglio… È giunto il momento di riconoscere i segni dei tempi, di coglierne l’opportunità e di guardare lontano”.
La grande rivelazione religiosa compiuta da Gesù consiste nell’avere aperto una via d’accesso a Dio diversa da quella del sacro, la via profana della relazione al prossimo. “Gesù ­– scrive J. Moingt – è divenuto Salvatore universale per avere aperto questa via accessibile a ogni uomo. L’ha aperta attraverso la sua propria persona, accettando di pagare con la sua vita la bestemmia di aver privato il culto del monopolio della salvezza”.
 
Un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Dov’è Gesù nella parabola?
Nella tradizione della Chiesa Gesù è il buon samaritano. Ma possiamo dire che Gesù è anche il “mezzo morto” (“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” Mt 25,40). E possiamo anche dire che Gesù è anche l’albergatore che accoglie chiunque (“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” Mt 11,28-29).
E tu dove sei?
Sei forse il dottore della legge malintenzionato? Sei tu che, scendendo verso Gerico, ti ritrovi assalito e “mezzo morto”? Sei il sacerdote ed il levita che, pur vedendo il “mezzo morto”, decisero di “passare oltre”? Sei il Samaritano che, nonostante i programmi fissati, “ebbe compassione” e si prese cura del “mezzo morto”? Sei l’albergatore, in grado di partecipare alla solidarietà incominciata da altre persone?
 “Passare oltre” è esattamente l’opposto di ciò che faceva Gesù di Nazareth: quando passava per le strade: lui ha avuto attenzione per tutti. “Passare oltre” può rappresentare anche quel parzialmente positivo “non ho fatto nulla di grave o di male”.
Il Samaritano, che aveva uno scopo, “era in viaggio”, lo vide (come il levita ed il sacerdote) ma a differenza di loro “ne ebbe compassione”. Si prende a cuore così tanto la situazione del “mezzo morto” che manda all’aria i suoi piani. E’ ora di smetterla di farci delle domande. È giunta l’ora di assumerci la responsabilità nei confronti di quel malcapitato che oggi non è più una persona singola, ma è interi popoli e gruppi umani.
 
“Va’ e anche tu fa’ così”.
L’opzione per gli impoveriti diventa un’opzione con gli stessi impoveriti ed allora non c’è più risparmio. Ecco la spiritualità dalle mani sporche. Questa passa attraverso il servizio concreto all’altro - che è mio fratello o sorella – un servizio che, come la carità, non ha confini: si realizza con estrema delicatezza; si prende cura per l’immediato futuro e coinvolge anche altri (l’albergatore) nella concretezza del mondo in cui viviamo..
Il semplice fatto di essere prossimi non crea l’amore ma l’amore disinteressato, personale ed efficace ci fa diventare prossimi.
La domanda di Gesù è tanto chiara quanto disarmante, per quel dottore della legge così malizioso: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”.
Il dottore non ce la fa a pronunciare il nome “samaritano”: fa difficoltà a accettare che anche i non giudei possono osservare la legge ed entrare nella vita eterna.
Gesù conclude il dialogo con l’invito-invio missionario: “Và e anche tu fa lo stesso”.
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Luned́ 05 Luglio,2010 Ore: 16:23
 
 
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