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www.ildialogo.org IL PANE E IL DISCEPOLO,di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

6 GIUGNO
IL PANE E IL DISCEPOLO

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

Offrì pane e vino (I lettura: Gen, 14,18-20)

Voi annunciate la morte del Signore (II lettura: 1 Cor 11,23-26)
Tutti mangiarono a sazietà (III lettura: Lc 9,11b-17)
Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa … Egli prese i cinque pani e i due pesci… Tutti mangiarono a sazietà.
Nei vangeli la moltiplicazione dei pani viene raccontata 6 volte quasi per dirci che è il cuore del vangelo. Oggi valorizziamo una catechesi sull’Eucaristia di Maria de Jesus, una ragazza di 20 anni. È stata una catechesi che ha fatto riflettere la comunità parrocchiale dove ho vissuto per 5 anni e l’ha portata a decisioni importanti.
Maria de Jesus ci dice che ciò che Gesù ha fatto con il pane lo fa con il discepolo, con ciascuno di noi: l’Eucaristia deve essere creduta e vissuta.
 
Gesù prese il pane. Gesù prende te, ti prende nelle sue mani, si rende responsabile di te. Ti prende così come sei. Ti prende nelle sue mani che ti avvolgono, ti proteggono e ti difendono. E ti dice: Tu mi appartieni, sei prezioso per me. Ti prendo sotto la mia responsabilità: garantisco per te.
Lo benedisse. Benedire vuol dire: “dire bene” . Gesù dice bene di te: ti benedice. Gesù sempre dice bene di noi. Per lui tu sei bello e prezioso, sei fatto bene, hai una storia che è sacra e un futuro che è eterno. A volte incontrerai persone che dicono male di te. Tu stesso potrai giungere al punto di parlare male di te, al punto di dire che sei stato un fesso, di esserti sbagliato e di aver fatto sciocchezze. Gesù continuerà a difenderti, a parlare bene di te al Padre e a tutti.
Lo spezzò. Non a possibile distribuire ciò che non vie­ne spezzato. E più un pezzo di pane viene spezzato, più sono le persone cui può essere distribuito. Gesù che ti prende nelle sue mani, che dice bene di te, è quello stesso Gesù che non cerca per te una vita facile. Lui non è venuto per­ché la tua vita sia più facile ma perché sia una vita donata.
Lo distribuì. II pane Gesù lo prese non perche rima­nesse nelle sue mani ma per distribuirlo. Anche te Gesù prende nelle sue mani per donarti, regalarti, a ogni persona e alla creazione intera. II pane che non viene distribuito non serve, ammuffisce o diventa duro. Se non sei donato e se non ti lasci mangiare, la tua vita perde ogni significato.
E ne mangiarono tutti. Tutti hanno diritto a mangiare. II pane non è cibo per alcuni o per le occasioni di festa. II pa­ne è alimento quotidiano a cui tutti hanno diritto. Tutti hanno diritto di mangiarti. Tutti e ogni giorno. Nessuno è escluso: anche tu sei il discepolo di quel Gesù che è venuto “per tutti”.
Fate questo in memoria di me. Ciò che ho fatto io, fa­telo anche voi. Siamo qui per questo. II cristiano, amici, non può mai dimenticare che questa è la sua storia. Andiamo a messa, andiamoci con gioia. La messa è la scuola di ciò che Gesù fa con noi e di noi; la scuola per imparare a fare ciò che Gesù ha fatto.
 
In ogni messa, devi sentire che quel pane che viene preso, benedetto, spezzato, distribuito e mangiato sei tu, è Gesù Cristo ed è l’intera comunità cristiana.
Il grande protagonista dell’eucaristia è quello stesso Spirito che prima viene invocato sul pane e sul vino e poi sui presenti: perché il pane e il vino diventino il corpo e il sangue di Gesù; perché i presenti diventino un solo corpo e un solo spirito.
Grazie di nuovo a Maria de Jesus e a tutti quei battezzati che la fede la testimoniano annunciandola con fatti e con parole, con la vita.
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Venerd́ 04 Giugno,2010 Ore: 16:44
 
 
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